Caro ministro Rutelli, il suo intervento di venerdì in Confindustria a Roma al nostro Convegno Nazionale «La riscossa del Patrimonio» è stato ricco di impegni concreti che hanno dato molta speranza a noi del Fai, ai quasi mille ospiti in sala, alle nostre cento delegazioni e, ne sono certa, anche al presidente Napolitano che ha onorato con la sua presenza noi e tutti coloro che hanno a cuore la sorte del Patrimonio Comune. Tra i vari temi emersi durante la giornata, quelli che a tutti sono parsi come i più urgenti sono la necessità di un Patto tra le forze più vitali e civili del Paese e la definizione di regole per il governo e la tutela del territorio la cui salvaguardia è oggi a rischio in troppe parti d'Italia. È stato ribadito da molti oratori come dalla concertazione tra Regioni, ministero dei Beni Culturali e ministero dell'Ambiente debbano nascere i Piani Paesistici Regionali, le «Tavole della Legge» sulle quali l'Italia deve poggiare il futuro del suo paesaggio. Proprio la mancanza di regole chiare e condivise ha creato episodi gravi come quello — ormai celebrato e irreparabile — di Monticchiello, o come l'altro — forse recuperabile e di dimensioni catastrofiche — di Mantova.
Signor ministro! Per evitare che 185.000 mc di cemento coprano per sempre 30 ettari di paesaggio intatti sulle rive del Lago Inferiore di Mantova; per evitare che il panorama d'acqua, di campi e di filari che una volta solo i Gonzaga godevano dalla loro camera dipinta dal Mantenga e che oggi riempie milioni di occhi e di cuori venga per sempre stravolto; per evitare che la rozzezza dell'interesse privato prevalga sul Bene Comune nel territorio del Parco del Mincio; per evitare che i cittadini di Mantova e di tutta l'Italia perdano fiducia nelle istituzioni e nelle leggi che regolano la Tutela del Patrimonio, mi permetto di rivolgerle l'appello che i partecipanti al convegno di ieri mi hanno incaricato di indirizzarle, dopo il determinato e appassionato intervento del Sindaco di Mantova Fiorenza Brioni: vada a Mantova caro ministro, si faccia fotografare a braccetto di questa donna coraggiosa sulle rive ancora intatte (ma sulle quali le ruspe stanno già lavorando) di quel leggendario Lago Inferiore che i mantovani costruirono nel 1100. Così facendo darà forza a tutti quegli Amministratori locali che lavorano per il Bene Comune e che vedono nel rispetto del nostro Patrimonio culturale e paesaggistico la via per uno sviluppo civile del nostro Paese.
Sulla lottizzazione di Mantova qui l'articolo di Francesco Erbani