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Mariagloria Sears
Sears, da "I leoni sul sagrato"
10 Agosto 2004
Poesie
“I poeti dello Specchio” è una memorabile collana mondadoriana, che iniziò nel 1942, l’anno della legge urbanistica e dell’assedio di Stalingrado. È lì che, come molti ho scoperto i poeti contemporanei. Tra i miei vecchi libretti ho scoperto I leoni sul sagrato, di Mariagloria Sears (1954). Non lo ricordavo. Mi sono sembrate poesie piene di grazia e di dolore. Il distico che apre il volumetto è una frase di Baudelaire: “Sii saggio, mio dolore”. Non so se Sears abbia ancora pubblicato: spero di si, ma non ho trovato nulla. Per ora pubblico questi pochi versi.

Poiché dei mondi sognati

non incontrai che la creta

e delle stelle intraviste

non ho che il gelo

poiché la vicenda si compie

senza eroismo

senza bellezza

senza passione

io sono morta da tempo

e qui c'è qualcuno che scrive.

I LEONI SUL SAGRATO

C'è un luogo dove dormi

e il tuo respiro

io non lo sento, non lo sento mai.

Fra i nostri due riposi

è la città spavalda

strade, fragori, alterchi, gente e tetti

e come due leoni sul sagrato

remoti e fermi, chiusi in una forma,

noi vigiliamo la nostra distanza.

CONFESSIONE

E scrivo male

perché ho tanta pena

e parlo piano

perché non mi ascolti

e piango zitta

perché mi vergogno.

CHANSONNETTE

Colui che amo

sa che lo chiamo

lo chiamo piano

lo chiamo invano

nella mia mano

sta la sua mano

finché lo chiamo

cosí pian piano

E se lo chiamo

con voce forte

le nostre mani

scioglie la morte.

LE TUE MANI

Le tue mani

sono sottili e chiare

mani gentili e deboli

carezzevoli alla fronte

use ad asciugar lagrime

ad aprirsi in elemosina.

Mani come le tue

conoscono tutto lo sporco soffrire

di tutti i mondi.

Hanno stretto le grate aspre

e graffiato le porte chiuse

e sanguinato di ferite ignobili.

Hanno giocato e perduto.

Hanno raccolto un premio

e dissipato,

compiuta una fatica

e disperso il vantaggio,

carezzato l'amore

e ucciso.

LA ZOLLA

lo sono la tua zolla

calda e oscura

dove fermenta la seminagione

che inonda l'acqua

e il sole brucia e assecca.

Sono la zolla verde

che darà il frutto della tua stagione

sono la zolla nera

che poi l'aratro gelido discosta.

Verde una spiga nuova

vicino a me trema nel vento e aspetta.

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