Quanto ai mali fisici, essi sono inevitabili in qualunque sistema di cui l'uomo faccia parte: la maggior parte dei nostri mali fisici sono ancora opera nostra. Senza abbandonare l'argomento di Lisbona, converrete, per esempio, che non fu la natura ad accostare ventimila case di sei o sette piani, e che se gli abitanti di quella grande città si fossero distribuiti in modo più equilibrato e alloggiati in modo più leggero, le perdite sarebbero state di molto minori, e forse nulle. Quanti sventurati sono defunti in questo disastro, per aver voluto recuperare l'uno gli abiti, l'altro dei documenti, l'altro ancora del denaro?
Jean-Jacques Rousseau, Lettera a Voltaire, 18 agosto 1756
Quando discuti con un avversario, prova a metterti nei suoi panni: lo comprenderai meglio e forse finirai con l'accorgerti che ha un po' o molto di ragione. Ho seguito per qualche tempo questo consiglio dei saggi. Ma i panni dei miei avversari erano così sudici che ho concluso: è meglio essere ingiusto qualche volta che provare di nuovo questo schifo che fa svenire
Antonio Gramsci
La donna dei nostri paesi, la donna che ha una storia, la donna della famiglia borghese, rimane come prima la schiava senza profondità di vita morale, senza bisogni spirituali, sottomessa anche quando sembra ribelle, pi schiava ancora quando ritrova l'unica libertà che le è consentita, la libertà della galanteria. (…) L'ipocrisia del sacrificio benefico è un'altra delle apparenze di questa inferiorità interiore del nostro costume. (…) Ma accanto ad esso vi è un altro costume in formazione, quello che è più nostro, perché è della classe cui apparteniamo noi. Costume nuovo? Semplicemente costume che aderisce tanto alla morale universale, tale perché è profondamente umana, perché è fatta di spiritualità più che di animalità, di anima più che di economia o di nervi e di muscoli.
Antonio Gramsci
La società non è, come comunemente si crede, lo sviluppo della natura, ma la sua decomposizione e la sua intera rifusione. È un secondo edificio, costruito con le macerie del primo.
La société n'est pas, comme on le croit d'ordinaire, le développement de la nature, mais bien sa décomposition et sa refonte entière. C'est un second édifice, bâti avec les décombres du premier.
Sébastien-Roch-Nicolas Chamfort
La speranza è come una strada. All'inizio del mondo le strade non esistevano. Le strade nascono quando tanti esseri umani si ritrovano e camminano insieme nella stessa direzione
Lu Xun
È quasi incredibile ripensare allo scempio volontario delle proprie radici che la sinistra italiana ha perpetrato. Nell’ansia di emendarsi dei suoi vizi ideologici, si è vergognata del meglio di sé, della cultura e dell’umanità, della probità intellettuale di gente che conosceva l´Italia e gli italiani molto meglio dei patetici "staff" di managerini dei quali si sono circondati i nuovi leader.
Michele Serra, (ricordando Michele Straniero), da Repubblica, 15 aprile 2003
Gli spiriti inquieti che tendono al nuovo per il nuovo, allo strano e al mirabolante non servono all'architettura e, quando per caso si dedicano a questo mestiere che è tutto reale e concreto, raramente giovano. E danno non piccolo fanno anche gli ingegni copiatori, quelli che per mancanza di forza inventiva e di spirito critico si attaccano alla moda e seguono solo questa, accettandola tal quale anche se allogena ed estranea affatto al loro tema, al loro clima, ai loro mezzi economici e tecnici.
[...] Guai a lasciar prendere la mano ai praticoni od ai cosiddetti uomini d'azione, che credono di fare la civiltà d'oggi perché costruiscono case o producono beni industriali o commerciano le merci od il denaro e lo fanno sempre con furia gloriandosi della velocità della loro azione e del loro successo, ma sciupando la civiltà del domani, l'industria del domani, la ricchezza del domani. E questi realizzatori noi sappiamo sin d'ora che balzeranno alla ribalta alla prima occasione a bandire programmi mirabolanti e semplicistici, a chiedere libero campo per le loro imprese, a battersi per il sistema del fare pur di fare perché il tempo stringe e la necessità è grande.
Conviene dunque precederli e cercar di fissare qualche concetto fondamentale per lo sviluppo della città, che valga anche a difenderla dagli improvvisatori.'
Occorre, quindi, chiedersi se oggi, nell'attuale fase di incontrollata trasformazione che le città sta subendo, quegli ammonimenti non abbiano di nuovo quanto mai valore.
Giuseppe De Finetti, in "La ricostruzione delle città. Per la città del 2000", serie di articoli inediti per Il Sole, 17 aprile 1943; ora in Milano. Costruzione di una città, Hoepli, Mílano 2002, pp. 322-23
E' vero che l'etica della politica è la forza, ma è altrettanto vero che l'etica della forza deriva dalla sua legittimità. Alcuni pensatori liberali che hanno mandato in vacanza il proprio pensiero, ammesso che ne abbiano mai avuto uno, si affannano a teorizzare che la legittimità della forza sta nella legittima difesa e che ogni soggetto - individuale e collettivo - stabilisce da solo dove comincia e dove finisce la propria legittima difesa.
Questa visione equivale all'abolizione sia del diritto pubblico internazionale sia dei codici penali vigenti negli Stati nazionali. E' il trionfo del self-service nei rapporti individuali e collettivi ed equivale più semplicemente ad affermare che chi è più forte ha sempre ragione.
L'aspetto comico di questo modo di sragionare è l'etichetta liberale che si pretende di applicargli addosso. (In Italia ci sono tre o quattro di questi "cretinetti" che non destano quindi soverchia preoccupazione se non fosse che sono invece molti gli italiani che mettono in pratica queste aberrazioni. Poi ci stupiamo che il nostro paese sia in declino. E vorreste anche che fosse in ascesa?).
Eugenio Scalfari, Repubblica, 6 aprile 2003
La vera democrazia scaturisce da molte impercettibili battaglie umane individuali combattute per decenni e alla fine per secoli, battaglie che riescono a costruire tradizioni. L’unica difesa della democrazia, in fin dei conti, sono le tradizioni di democrazia. Se si inizia ad ignorare questi valori, si mette in gioco una nobile e delicata struttura. Non esiste nulla di più bello della democrazia. Ma non è una cosa con cui giocare. Non si può avere la presunzione di andare a far vedere agli altri che magnifico sistema possediamo. Questa è mostruosa arroganza.
Poiché la democrazia è nobile, è sempre messa a rischio. La nobiltà in effetti è sempre in pericolo. La democrazia è effimera. Personalmente sono dell’opinione che la forma di governo naturale per gran parte delle persone, dati gli abissi di abiezione della natura umana, sia il fascismo. Il fascismo è una condizione più naturale della democrazia. Dare allegramente per scontato che possiamo esportare la democrazia in qualunque paese vogliamo può servire paradossalmente ad incoraggiare un maggior fascismo in patria e all’estero. La democrazia è uno stato di grazia ottenuto solo da quei paesi che dispongono di un gran numero di individui pronti non solo a godere della libertà ma a sottoporsi al pesante onere di mantenerla.
Norman Mailer, Repubblica, 6 marzo 2003
Nessun uomo è un’Isola, intero in se stesso. Ogni uomo è un pezzo del Continente, una parte della Terra. Se una Zolla viene portata dall’onda del Mare, l’Europa ne è diminuita, come se un Promontorio fosse stato al suo posto, o una Magione amica, o la tua stessa Casa. Ogni morte di uomo mi diminuisce, perché io partecipo dell’umanità e così non mandare mai a chiedere per chi suona la campana: essa suona per te.
John Donne, a distico in: E. Hemingway, Per chi suona la campana
L’accademia trova il suo senso compiuto e la sua piena legittimazione non in quanto dia risposta a delle domande, ma in quanto fornisca i saperi che mettono in grado di formularle.
Franco Rella, alla prolusione all’Anno accademico 2000-2001 dell’IUAV
Volando talor s’alza nelle stelle
e così quasi talor la terra rade
Ludovico Ariosto, La Gerusalemme liberata
Non sappiamo più leggere i libri importanti, gli alberi, l’acqua, un campo di grano. Usiamo le parole, ma hanno perso il significato delle cose. E abbiamo perso il senso delle parole perché non conviviamo più con l’oggetto che le ha determinate.
Ermanno Olmi
Il tutto è più importante delle sue parti
Eugenio Montale
Il trionfo dei demagoghi è passeggero, ma le rovine che lasciano sono eterne
Charles Peguy
L’ipocrisia è l’estremo omaggio che il vizio rende alla virtù.
François-René Chateaubriand
Natura di cose altro non è che nascimento di esse, in certi tempi e con certe guise, le quali, sempre che sono tali, indi tali e non altre nascon le cose
Giambattista Vico, La Nuova Scienza
La pianificazione urbanistica è un’operazione di interesse collettivo, che mira a impedire che il vantaggio dei pochi si trasformi in danno ai molti, in condizioni di vita faticosa e malsana per la comunità. Si impone quindi la pianificazione coercitiva, contro le insensate pretese dei vandali che hanno strappato da tempo l’iniziativa ai rappresentanti della collettività, che intimidiscono e corrompono le autorità, manovrano la stampa e istupidiscono l’opinione pubblica. Guerra ai vandali significa guerra contro il privilegio e lo spirito di violenza, contro lo sfruttamento dei pochi sui molti, contro tutto un malcostume sociale e politico: significa restituire dignità alla legge, prestigio allo Stato, dignità a una cultura. Nell’urbanistica, cioè nella vita delle nostre città, si misura oggi la civiltà di un Paese.
Antonio Cederna