La Società Stretto di Messina ha firmato il contratto con Impregilo S.p.A. per l’affidamento a Contraente Generale della progettazione definitiva, esecutiva e della realizzazione del Ponte tra Calabria e Sicilia. Questo rappresenta un grave affronto alle procedure di infrazione avviate dalla Comunità Europea ed ai procedimenti da parte della magistratura sull’infiltrazione mafiosa negli appalti e le presunte violazioni amministrative nel corso dell’iter concorsuale. La gara di appalto è stata caratterizzata da una serie di gravi anomalie: l’inserimento di clausole contrattuali che prevedono una penale stratosferica in caso di recesso da parte dello Stato (il 10 per cento dell'importo totale, cioè 388 milioni, più le spese già affrontate dal General Contractor) dopo la definitiva approvazione dell'opera; l'improvvisa defezione dei grandi gruppi esteri proprio alla vigilia dell'apertura delle buste; l'ingiustificato ribasso del 12,33% praticato dalla cordata guidata da Impregilo che tradotto in cifre vuol dire 500 milioni di euro e cioè 1000 miliardi di lire, su una base d'asta di circa 4 miliardi di euro.
Ancora più grave, la fitta rete di conflitti d'interesse sviluppatasi tra società concessionaria, aziende in gara per il General Contractor e i rispettivi gruppi azionari di riferimento.
Nella speciale commissione giudicatrice istituita dalla Società Stretto di Messina che ha assegnato l'appalto ad Impregilo, ha partecipato l'ingegnere danese Niels J. Gimsing.
Oltre ad essere stato membro (dal 1986-93) della commissione internazionale di valutazione del progetto di massima del Ponte, Gimsing ha lavorato nella realizzazione dello Storbelt East Bridge, progettato dalla società di consulenza Cowi di Copenaghen a cui il raggruppamento temporaneo d'imprese guidato da Impregilo ha affidato l'elaborazione progettuale del Ponte sullo Stretto.
Alberto Lina, amministratore delegato di Impregilo, è stato dal 1995 al 1998 presidente di Coinfra, la società dell'IRI che ha partecipato come fornitore alla realizzazione del ponte Storebelt insieme a Cowi, e quindi ha collaborato con l'ing. Niels Gimsing.
Se poi si passa alla lettura del curriculum vitae di alcuni membri del consiglio di amministrazione della Stretto di Messina si scorge più di un feeling con il colosso delle costruzioni di Sesto San Giovanni.
Nell’aprile del 2005, è stato nominato quale membro del CdA della concessionaria del Ponte il dottor Francesco Paolo Mattioli, ex manager Fiat e Cogefar-Impresit (oggi Impregilo), consulente della holding di Torino e responsabile del progetto per le linee ad alta velocità ferroviaria Firenze-Bologna e Torino-Milano di cui Impregilo ricopre il ruolo di General Contractor.
Il 22 febbraio 1993 Francesco Paolo Mattioli fu arrestato su ordine della Procura di Torino interessata a svelare i segreti dei conti esteri della Fiat, dove risultavano parcheggiati 38 miliardi di vecchie lire destinati a tangenti. Nel maggio ‘99 arrivò per Mattioli la condanna a un mese di reclusione, pena confermata in appello e infine annullata in Cassazione per “sopravvenuta prescrizione del reato”.
Nel consiglio di amministrazione della Stretto di Messina siede pure il Preside della facoltà di Giurisprudenza dell'Università "La Sapienza" di Roma, prof. Carlo Angelici. Angelici è pure consigliere della Pirelli & C. e di Telecom Italia Mobile (TIM), società controllate dalla famiglia Benetton, che è tra i maggiori azionisti di Impregilo.
Edizioni Holding della famiglia Benetton, attraverso Schemaventotto, detiene anche il 51 % della Società Italiana per Azioni il Traforo del Monte Bianco, gestore della parte italiana. Di questa società è consigliere un altro membro "riconfermato" del Cda della Stretto di Messina, il direttore generale ANAS Francesco Sabato.
Come se non bastasse l’"anomalia" della presenza di più di un consigliere della Stretto di Messina nelle società controllate dai signori del Ponte, va rilevato che sindaco effettivo di Autostrade-Benetton è la riconfermata sindaco effettivo della Stretto di Messina, dottoressa Gaetana Celico.
Presenze ingombranti anche all’interno di Società Italiana per Condotte d’Acqua, altro partecipante alla cordata General Contractor del Ponte sullo Stretto. Condotte d'Acqua è controllata per il 98,85% dalla società Fedina S.p.A., holding finanziaria di partecipazione. Ebbene, nei consigli di amministrazione di Fedina e di Condotte Immobiliare (la immobiliare di Condotte d'Acqua) compare uno dei membri – sino al giugno 2005 – del Cda della Società Stretto di Messina, il professore Emmanuele Emanuele, voluto dalla Regione Calabria. Emanuele, di Fedina, è persino vicepresidente. E' anche presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Roma, una dei maggiori azionisti, insieme all'olandese ABN Amro, del gruppo bancario Capitalia, azionista di Impregilo e della finanziaria Gemina (secondo gruppo azionario della società di costruzioni di Sesto San Giovanni). Capitalia controlla pure un rilevante pacchetto azionario di Astaldi, la società "concorrente" nella gara per il General Contractor del Ponte sullo Stretto. Presidente del Cda di Astaldi è il professore Ernesto Monti, docente di Finanza aziendale presso la Facoltà di Economia della Luiss. Monti è consigliere di amministrazione di Fintecna, la finanziaria statale principale socio di riferimento della Stretto di Messina S.p.A..
Tra i più stridenti conflitti d'interesse, c'è quello legato alla partecipazione delle coop "rosse" – su schieramenti contrapposti, la C.G.C. Consorzio Cooperative Costruzioni di Bologna (in associazione con Astaldi) e la C.M.C. Cooperativa Muratori & Cementisti di Ravenna (con Impregilo). Con 1"anomalia", che proprio la CMC di Ravenna risulta essere una delle 240 associate della cooperativa “madre”, CCC di Bologna.
Ciò avrebbe comportato la violazione delle normative europee e italiane in materia di appalti pubblici, le quali escludono espressamente la partecipazione ad una gara di imprese che "si trovino fra di loro in una delle situazioni di controllo".
L'ipotesi di violazione di queste norme da parte delle due coop durante la prequalifica alla gara per il Ponte è stato sollevato da Terrelibere.org, WWF Italia e dalla parlamentare Anna Donati. Il WWF, in particolare, è ricorso davanti all'Autorità per i Lavori Pubblici e alla Commissione Europea per chiederne l'annullamento.
Intanto, anche al fine di denunciare la scarsa trasparenza dell'affaire, ha preso il via la campagna nazionale "Boicotta il ponte”. Basta compilare, firmare e inoltrare una lettera-diffida (il modulo è disponibile on line sul sito www.retenoponte.org) alle banche e assicurazioni che controllano i pacchetti azionari delle società di costruzioni italiane facenti parte della cordata Generai Contractor o che hanno espresso la disponibilità a finanziare la realizzazione della megaopera. Al bando, dunque, i prodotti Benetton - da quelli tessili a alla catena di ristorazione Autogrill - e pure i gruppi BPM-Banca Popolare di Milano, Capitalia, Banca Intesa, Monte dei paschi di Siena, Unicredit, Efibanca-Banca Popolare Italiana, Unipol Bank, Carige e Assicurazioni Generali.