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Alberto Vitucci
Sublagunare, altolà a Costa
20 Agosto 2005
La metropolitana sublagunare
Singolare situazione a Venezia. Il sindaco (centrosinistra, Margherita) è d'accordo con la destra nel voler tenacemente una metr0politana sublagunare, gli altri partiti della maggioranza no. Ne informa la Nuova Venezia del 30 aprile 2004

VENEZIA. Il sindaco Costa forza i tempi sulla sublagunare. Ma trova alleati solo nell’opposizione. La maggioranza di centrosinistra gli ha infatti imposto ieri un clamoroso stop, proprio durante la seduta di commissione che avrebbe dovuto sancire il via libera all’iter della contestata grande opera. «Lei fa il gioco delle tre carte», gli ha gridato senza mezzi termini il capogruppo di Rifondazione Pietrangelo Pettenò prima di abbandonare l’aula. E un brusco altolà è arrivato anche dai Ds.

«C’è un problema politico rilevante su questo progetto», ha scandito il capogruppo Livio Marini, in genere portato alla prudenza, «prima di parlare di sublagunare vanno valutate anche le alternative». A pochi giorni di distanza dalla burrascosa riunione di maggioranza vanno dunque deteriorandosi i rapporti tra il sindaco Costa e i partiti che lo sostengono. «Ho chiesto questa riunione per informare il Consiglio», ha spiegato Costa, «dato che tra qualche giorno la proposta sarà presentata alla città. Il Consiglio comunale ha già autorizzato l’avvio delle procedure di project financing quando ha approvato il bilancio di due anni fa. Nel novembre scorso la giunta utilizzando i suoi poteri ha approvato una delibera che definisce il progetto di pubblica utilità». Procedure a posto, secondo il sindaco. Quanto ai finanziamenti, Costa ha ripetuto di aver chiesto al ministro Lunardi l’inserimento della sublagunare tra le grandi opere della Legge Obiettivo.

Apriti cielo. Sandro Bergantin (Città Nuova, vicepresidente del Consiglio comunale), ha espresso «parere negativo». «E’ una forzatura, si vuole far passare un progetto condizionandolo ai finanziamenti. Non sempre i progetti finanziati sono buoni, basta pensare al Mose». «Con queste procedure la città sarebbe espropriata anche sul Piano regolatore», gli ha fatto eco il diessino Pierluigi Gasparini. Imbarazzato anche il presidenter della commissione, il verde Flavio Dal Corso, che ha ricordato come si debba prima fare la Valutazione di impatto ambientale e considerare le alternative. «Se la sublagunare ci mette 18 minuti, quanto ci metterebbe una motonave?». Una mano al sindaco è arrivata dal centrodestra: «La sublagunare va fatta», ha detto Paolo Bonafè (Udc). Luca Rizzi (Forza Italia) ha chiesto di passare al progetto. «Il resto», ha detto sono problemi della maggioranza. Se li risolvano tra loro». Al coro degli arrabbiati si sono aggiunti anche Danilo Rosan (Gruppo Misto) e Renato Darsiè (Pdci). «Perché non ci dicono quale impatto anche sociale avrà questa grande opera sulla città? Alla fine, l’assessore Marco Corsini ha ammesso che con le procedure della Legge Obiettivo la parte urbanistica non sarebbe più di competenza del Comune. «La città sarà espropriata», protesta Marini. Pettenò annuncia sfracelli: «Non finisce qui», ha detto, abbandonando l’aula per protesta. Ma il sindaco, che cominciato la sua campagna elettorale per l’Europarlamento, è deciso ad andare avanti. E la sua maggioranza scricchiola.

Sullo stesso argomento ho scritto:

Su l'Unità del 21.4.1992

Su Eddyburg il 26.7.2003 (in margine a un articolo di A. Vitucci)

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