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Fabio Brioschi
Speculazione edilizia in salsa lumbard
22 Giugno 2006
Articoli del 2006-2007
“Le modifiche alla legge di governo del territorio avvantaggeranno Paolo Berlusconi”. Scambi perversi: speculazione alla Cascinazza a te, fanatismo xenofobo a me. Da Aprile on line del 22 giugno 2006



Nel Consiglio regionale della Lombardia della settimana scorsa è andato in scena il secondo atto di uno spettacolo definito “indecente” dalla minoranza di centrosinistra. Erano in discussione le modifiche alla legge n. 12 del 2005 sul governo del territorio, una legge molto importante, che permette ai comuni di sostituire i talvolta vecchi e complessi piani regolatori con nuovi strumenti di controllo e governo del territorio. Dopo la prima seduta sull’argomento il centrodestra ha di nuovo affrontato l’ostruzionismo dell’opposizione per approvare un provvedimento di modifica della legge apparentemente innocuo, ma che tra le sue pieghe nasconde almeno tre fatti politici raccapriccianti.

Il primo avrà come effetto immediato e concreto il via libera ad una ondata di speculazione edilizia sulle aree verdi e protette di Monza: si parla di quasi 1 milione e 800mila metri cubi. La società che chiede la lottizzazione del terreno di pregio, quello della Cascinazza, fa capo a Paolo Berlusconi; le mosse della maggioranza formigoniana dunque anticipano e vanificano l’imminente approvazione del nuovo piano del governo del territorio da parte del Consiglio Comunale di Monza, che avrebbe bloccato lo scempio.

Il secondo interviene invece sulla normativa che regola i mutamenti di destinazione d’uso degli immobili, imponendo d’ora in poi l’obbligo del permesso di costruire per il solo caso di un mutamento finalizzato a luogo di culto. Qualora la norma fosse approvata si dovrà per legge ottenere il permesso di costruire rilasciato dalle amministrazioni comunali. In altri termini, se si volesse trasformare un capannone in una bisca, non ci sarebbero problemi, ma se per caso si volesse trasformarlo in un posto dove andare a pregare si dovrà chiedere l’autorizzazione del sindaco!

In realtà la norma si riferisce a tutte le religioni, ma pare piuttosto evidente che a subire le maggiori penalizzazioni sarebbero quelli che non dispongono ancora di una consolidata e riconosciuta rete di luoghi di preghiera, ad esempio le persone di fede islamica. Inoltre qualsiasi sindaco che negasse il permesso di apertura di un luogo religioso violerebbe uno degli articoli fondamentali della nostra costituzione: la libertà di culto. Libertà che è fondante anche per le politiche di integrazione che paiono non interessare alla Giunta di centro destra.

Il terzo fatto riguarda uno dei paradossi di questa legge che si appresta a ridisegnare l’assetto territoriale di importanti aree, come Malpensa e la Valtellina, ma anche la zona dell’aeroporto di Montichiari o la zona di Melzo. Il nonsenso legislativo di questa modifica è che viene riservata alla Giunta la redazione dei Piani d’Area, lasciando al Consiglio la sola fase finale di approvazione. Tutto ciò senza che la Regione abbia predisposto il Piano Territoriale Regionale. I piani d’Area infatti dovrebbero essere coerenti con un piano regionale che ancora non c’è. In questo modo la Giunta ha sostanzialmente mano libera su queste aree, chiamando poi il Consiglio regionale ad una mera ratifica.

L’opposizione di centrosinistra ha presentato 868 emendamenti per modificare il progetto di legge, ricordando di avere sempre cercato il dialogo con la maggioranza su un tema tanto importante, pensando che fosse importante anche arrivare ad un testo unico e condiviso. Marco Cipriano, vicepresidente diessino del Consiglio regionale, ricorda che “durante la scorsa legislatura in commissione territorio, c’è stata una improvvisa accelerazione, e la legge è stata approvata gli ultimi giorni con una maggioranza esigua, segno di una non completa condivisione neanche nel centrodestra, che ha utilizzato questo testo per una strumentalizzazione in vista delle elezioni regionali dello scorso anno”.

Al testo di legge approvato avrebbero dovuto seguire, nei sei mesi successivi, i criteri di attuazione della legge, grazie ai quali i comuni avrebbero potuto emanare i piani per il governo del territorio. Più di un anno è passato da allora e mancano ancora i regolamenti previsti. Il risultato è che non c’è una politica di governo del territorio condivisa, né la volontà di risolvere i veri nodi del governo del territorio nella regione.

“Gli effetti concreti” – aggiunge Cipriano – “intanto si manifestano: si è dovuto intervenire a correggere la norma sui sottotetti da un lato, dall’altro la regione Lombardia è oggetto di una continua pressione abitativa. Una regione estremamente urbanizzata la nostra soprattutto in certi centri più grandi dove il problema “casa” è una drammatica emergenza con l’esplosione delle rendite fondiarie, i prezzi degli immobili (per l’acquisto e per l’affitto) alle stelle”.

Una situazione che in ambienti del centrosinistra non si esita a definire come “un’alleanza tra furbetti del mattone e intolleranti religiosi, che riproduce il più classico dei malcontenti politici: lo scambio di favori”. Protagonisti Forza Italia e la Lega Nord, marginali le presenze di An e Udc, tutti a sostegno dell’Assessore leghista Boni.

In sostanza, dicono nel centrosinistra, Forza Italia intasca l’affare a Monza, mentre la Lega si porta a casa uno strumento in più per le sue campagne elettorali. Un centro-destra, quello lombardo, che sin dalla sua vittoria elettorale di un anno e mezzo fa mostra mille contraddizioni e un Presidente della Regione impegnato da due mesi a parlare di se stesso e di stravaganti referendum personali.

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