LIVORNO. Dopo la vittoria elettorale del Pdl, per gli ambientalisti italiani è tempo di rimboccarsi le maniche. La disfatta della Sinistra Arcobaleno, infatti, non li ha relegati tutti fuori dal parlamento. Nel Pd, per fortuna, ce ne sono alcuni di ‘chiara fama’. Ne abbiamo parlato con Edo Ronchi, che ha già ben chiare quali sono le priorità difensive rispetto al programma di Berlusconi, e quali quelle propositive.
Ronchi, come sarà rappresentato in parlamento l’ambientalismo e da chi?
«Ci sono gli ecologisti del Pd prima di tutto, con l´associazione ecologisti democratici che è attualmente in corso di costituzione. Nel comitato nazionale ci molti esponenti dell’ambientalismo di varia provenienza e l’associazione sta organizzando i suoi circoli. Entro giugno ci sarà l’assemblea costituente. Oltre a essere rappresentati in parlamento dagli eletti del Pd, gli ambientalisti avranno quindi anche una rete di consiglieri comunali, provinciali e regionali in gran parte del territorio nazionale. Devo quindi dire che per fortuna è stata fatta questa scelta, in questo modo non sono spariti gli ambientalisti dal parlamento».
Quale ruolo e quali battaglie combatterete per prime?
«Ritengo che ci saranno alcune battaglie da combattere contro Berlusconi, almeno stando alle sue prime prese di posizione: in particolare il Ponte sullo stretto, che è alternativo a un potenziamento del cabotaggio marittimo e all’implementazione delle infrastrutture ferroviarie del sud. Questo creerà un grosso problema perché le risorse economiche sono scarse e quindi se le metteranno sul ponte non le metteranno sul resto. E poi c’è da dare una risposta ben chiara contro l’idea del nucleare come intendono loro da fare subito in Italia o con la delocalizzazione in paesi confinanti come l’Albania. Una scelta arretrata, costosa e inaccettabile. Daremo battaglia su questo».
Dunque darete battaglia anche dentro il Pd visto che il programma, sul nucleare, aveva posizioni simili a quelle del Pdl.
«Il Pd ha posto bene la questione facendo riferimento alla IV generazione, che di fatto è una critica all’attuale generazione di nucleare che non ha assolutamente risolto alcunché dei problemi che ha. A partire dal grande tema della gestione delle scorie, che a me interessa moltissimo. Come ambientalisti dobbiamo guardare ad altro, ovvero a sostenere la rivoluzione delle rinnovabili e del progressivo abbandono delle fonti fossili. Cominciando dal risparmio e dell’efficienza energetica e dal sostegno all’eolico e al solare. Pensando sempre al rispetto di Kyoto. Ho visto gli ultimi dati sulle rinnovabili e ci sono nel mondo dei risultati molto interessanti: nel 2007 siamo arrivati a 97mila megawatt di energia eolica. Di cui 20mila installati nel solo 2007. Anche l’Italia è in crescita con 630 megawatt installati che è quasi la metà della crescita europea, non male visto da dove partivamo. Insomma, dati formidabili come anche quelli sul solare che si sta sviluppando moltissimo. Questa è la strada da seguire».
Battaglie contro Berlusconi a parte, quali sono le vostre priorità?
«La più importante è cogliere l’opportunità rappresentata dalla sfida climatica. Possiamo trascinare nuove produzioni, la ricerca e difendere anche i redditi reali, abbattendo i costi delle bollette della luce e del riscaldamento. E’ la madre di tutte le questioni che poi riporta all’energia e quindi all’efficienza e alle rinnovabili di cui parlavo prima. Poi c’è da portare avanti una forte battaglia sulla mobilità sostenibile e anche sul governo del territorio. Ecco quest’ultima è un’altra questione importantissima: quanto accaduto dal 1997 al 2006, ovvero il boom edilizio con una quantità di costruzioni residenziali realizzate che non ha avuto pari neppure nel dopoguerra, non deve più accadere. Questa dinamica è in crisi e bisogna intervenire puntando su manutenzione, ricostruzione, mettendo un freno quindi al consumo di territorio».