L'auditorium di Oscar Niemeyer si farà. Lo ha deciso il Consiglio di Stato, che l'altro ieri ha annullato la sentenza 1792 del Tar della Campania che aveva bocciato il progetto. La sentenza non è stata ancora depositata, ma le indiscrezioni sono subito trapelate. Saremmo dunque alla conclusione di una vicenda che ha tenuto col fiato sospeso mezza Italia, divisa sull'opportunità o meno di piazzare la nuova struttura a Ravello, perla della Costiera Amalfitana.
« Provo grande soddisfazione — dice il sindaco di Ravello, Secondo Amalfitano — perché è la vittoria di tutto un paese che ha deciso di investire in cultura e in turismo di qualità. In questa avventura sono stato sostenuto da tutte le realtà sovracomunali, e credo che non ci siano sconfitti, perché ha vinto l'interesse pubblico. Un grande apprezzamento va al lavoro dei miei avvocati: Antonio Brancaccio, Lorenzo Lentini e Ruggerio Musio » .
Al primo posto fra gli enti sovracomunali di cui parla il sindaco c'è ovviamente la Regione Campania, che approvò il finanziamento dell'auditorium. Positivo è dunque il commento del governatore Antonio Bassolino: « La sentenza rappresenta un importante riconoscimento per coloro che si sono battuti affinché Ravello avesse un grande auditorium e un'opera architettonica di grande qualità, adeguata alle bellezze e alle grandi tradizioni culturali e musicali di Ravello. Adesso occorre rimboccarsi le maniche e recuperare il tempo perduto » .
Sul fronte opposto, Italia Nostra annuncia ancora battaglie. « È incredibile quello che è successo al Consiglio di Stato » , dice la presidente Desideria Pisolini, « dopo che si era vinto il ricorso al Tar e che era stata decisa una sospensiva. Resta il fatto che la costruzione dell'auditorium è illegale; cercheremo con ogni strumento di bloccare quest'opera inutile che può soltanto deturpare uno dei più bei paesaggi del mondo senza aggiungere nulla all'amore per la musica. Italia Nostra ha sempre sostenuto che ci sono zone in Campania che hanno bisogno di opere di riqualificazione, ed è lì che bisognerebbe pensare a darsi da fare con l'architettura contemporanea » .
Il fronte ambientalista, com'è noto, è peraltro spaccato. Di tutt'altro tono è infatti la valutazione di Legambiente, che attraverso Ermete Realacci, suo presidente onorario, plaude alla caduta di « ostruzionismi miopi e preconcetti » . « Sapere che l'auditorium ha compiuto un passo decisivo verso la realizzazione » , dice Realacci, « è una cosa che deve far gioire tutti » .
La storia giudiziaria dell'auditorium parte il 4 agosto 2003, quando la conferenza di servizi approva il progetto del celebre architetto brasiliano, che aveva già consegnato uno schizzo al sociologo Domenico De Masi, presidente della Fondazione Ravello, nel settembre 2000. Per l'opera viene previsto un Pit che la finanzia per circa 18,5 miliardi di lire. Ma i proprietari del terreno su cui dovrebbe sorgere l'auditorium presentano un ricorso supportato da una perizia firmata da Vezio De Lucia. Arrivano poi i ricorsi di Italia Nostra e Wwf, mentre Legambiente difende l'opera. Si combatte a colpi di perizie, carte bollate, appelli d'intellettuali. Davanti al Tar di Salerno si ritirano prima il Wwf, poi alcuni dei proprietari dei fondi. Resta solo Italia Nostra, mentre i fratelli Palumbo, proprietari di metà dei terreni interessati, ribadiranno il loro no. Il Tar dà loro ragione perché il piano paesistico che vincola la Costiera non prevederebbe la costruzione di un auditorium in quell'area, bensì attrezzature di quartiere, per cui sarebbe stata necessaria una variante. Quella variante è stata posta al vaglio della Regione; ma nel frattempo è arrivata la sentenza del Consiglio di Stato.