Ha sedotto le single ma non le security moms il candidato John Forbes Kerry. E le "mamme spaventate" hanno scelto la strada vecchia del "presidente di guerra", quello che dopo l´11 settembre ha saputo rassicurarle. Michael Walzer, filosofo della politica all´Institute for Advanced Study di Princeton, ha una voce insolitamente mesta.
Professore, c´era molto ottimismo nel campo di Kerry: cosa è andato storto?
«L´euforia proveniva dalla convinzione che i democratici fossero riusciti, grazie all´attivismo di gruppi come MoveOn, a registrare molti nuovi elettori. E così è stato. Ma i repubblicani, facendo leva sui volontari delle chiese - soprattutto cattoliche - hanno portato alle urne un numero ancora superiore di persone che altrimenti sarebbero rimaste a casa».
Con quali argomenti?
«Hanno giocato sulla paura del terrorismo. Bush è riuscito a offrire di sé un´immagine più protettiva, di garante della sicurezza. Una statistica lo mostra bene: le donne single hanno scelto Kerry mentre le sposate e ancor più quelle con figli hanno votato in massa per il Comandate in capo. Che poi la sua guerra renda meno sicuri i loro bambini anche in patria è un´altra questione».
E il richiamo alla religione?
«È stato cruciale. Viviamo, per la prima volta nella nostra storia, in una sorta di "democrazia cristiana", dove la paura ha rivitalizzato un sentimento religioso da crociata, molto a destra. Mi viene in mente un inno celebre, "Avanti soldati cristiani", che raffigura bene la situazione attuale. Bush è riuscito addirittura nel miracolo di tenere insieme cattolici ed evangelici. Più del video di Bin Laden gli ha giovato il referendum su gay, voluto e stravinto da lui. In questo quadro la sinistra rimane, prima di tutto, la titolare della laicità».
Cosa ha sbagliato Kerry?
«Probabilmente doveva rispondere prima e più incisivamente agli attacchi sul suo servizio militare in Vietnam e alle accuse di essere stato altalenante nei voti sulle tasse al Senato».
Peccati più gravi di una guerra con marine morti ogni giorno?
«Deve considerare che ai tempi del Vietnam ci vollero 50 mila morti prima che la protesta provocasse effetti in patria. Dodicimila vittime, evidentemente, non sono bastate. Tantopiù che la copertura mediatica del conflitto non è stata sempre onesta nella pancia del Paese, dove non si legge il New York Times o il Washinton Post».
Che legislatura si aspetta?
«In America una destra dura e ideologica che renderà la vita difficile ai sindacati con riforme regressive del welfare e delle tasse. Dal punto di vista di un social-democratico come me, un disastro. In politica estera un peggioramento delle relazioni con l´Europa».
E l´Iraq?
«Cosa pensino davvero i "burocrati imperiali" Rumsfeld e Cheney ancora non l´ho capito. Mi sembra impossibile che credano davvero che la guerra stia andando bene, ma la loro agenda è il potere. Le altre due anime della Casa Bianca sono gli ideologhi neocon che avranno più influenza e Powell, forse in uscita. La garanzia che non attacchino l´Iran o altri Paesi, però, è che non abbiamo soldati sufficienti. È poco, ma meglio di niente».