loader
menu
© 2024 Eddyburg
Elena Di Dio
Maxi tangenti a Messina, arresti eccellenti
9 Maggio 2007
Articoli del 2006-2007
“Mani pulite” è finita, “Tangentopoli” no. Da il manifesto del 9 maggio 2007

Messina Gli elementi per la più classica delle tangentopoli siciliane ci sono tutti: un collaboratore di giustizia, la speculazione edilizia sulle colline e un apparato politico-amministrativo compiacente. Così Messina ha «riscoperto» l'illegalità con l'inchiesta Oro Grigio condotta dagli agenti della Mobile dei pubblici ministeri Giuseppe Farinella e Angelo Cavallo: 9 su 14 indagati, le persone finite in carcere per le tangenti intascate e offerte per ottenere la variante urbanistica che ha portato alla realizzazione del complesso abitativo «Green Park» sul torrente Trapani di Messina.

In carcere nomi di spicco della politica e non. Umberto Bonanno, già ex presidente del consiglio comunale nato «politicamente» con il garofano e fedelissimo dell'ex viceministro nel governo Berlusconi, Nanni Ricevuto, entrambi oggi in Forza Italia. Giuseppe Fortino, l'avvocato che avrebbe avuto il «compito di individuare le operazioni immobiliari di rilevante valore da compiersi nella città», mediando con politici e funzionari pubblici incaricati a vario titolo di «condizionare» gli iter amministrativi. Antonino Ponzio, funzionario addetto alle politiche del territorio del comune di Messina, Antonio Gierotto, funzionario amministrativo della facoltà di scienze della formazione all'Università di Messina. Questi sarebbero stati al vertice del «gruppo di potere» che organizzava consulenze tecniche e legali, compravendite di immobili, individuava i gruppi imprenditoriali che avrebbero dovuto realizzare le lottizzazioni immobiliari. Nell'operazione Oro Grigio, inoltre, sono finiti in manette anche gli imprenditori Giovanni e Salvatore Arlotta, rappresentanti della Ar.Ge.Mo srl, società che sta curando insieme alla Samm Costruzioni srl la realizzazione del complesso abitativo «Green Park». Di quest'ultima società fanno parte gli altri tre arrestati, a cui sono stati concessi i domiciliari, Santi e Giovanni Magazzù e Antonino Smedile.

Il gip Mariangela Nastasi non ha concesso la custodia cautelare per tre funzionari regionali dell'assessorato al Territorio e Ambiente (Rosa Anna Liggio, Giuseppe Giacalone - già presidente del comitato regionale per l'Urbanistica all'epoca dell'esame del Prg di Messina - e Cesare Antonino Capitti). I tre sarebbero stati l'altro terminale nella pubblica amministrazione regionale incaricati di accelerare i tempi di approvazione dei progetti autorizzativi. Tra gli indagati ci sono anche altri due funzionari comunali di Messina, Manlio Minutoli, direttore del dipartimento politiche del territorio del Municipio, che ha ammesso di aver ricevuto pressioni sia da Bonanno che da Fortino, e Raffaele Cucinotta, direttore della sezione Prg di Palazzo Zanca. A svelare i retroscena dell'«affaire Green Park», che prevedeva una tangente complessiva di un milione e 550 mila euro da spartire tra i vari protagonisti e la cessione di vari appartamenti in fase di costruzione, con la sottoscrizione dei relativi contratti preliminari, è stato Antonino Giuliano, il «pentito alfa», un imprenditore edile vittima degli usurai che dal dicembre del 2004 collabora con la giustizia ed ha contribuito significativamente all'inchiesta madre della Procura della Repubblica sul piano regolatore generale della città. L'indagine madre da cui discende lo stralcio dell'operazione Oro grigio, che già nello scorso mese di settembre aveva prodotto una lista di indagati che contava almeno una settantina di personalità anche illustri. Fra cui lo stesso sindaco di Messina, esponente della Margherita Francantonio Genovese, scivolato nell'inchiesta per un presunto interessamento nella ricerca di voti in una tornata elettorale in cui non figurava neppure come candidato. O lo stesso governatore della Regione, Totò Cuffaro di cui il «pentito alfa» avrebbe parlato in quanto «interessato» insieme all'imprenditore della sanità Michele Aiello negli affari per la realizzazione di cliniche mediche nella zona nord della città. Aspetti dell'inchiesta che, come ha assicurato il procuratore capo di Messina Luigi Croce, non solo non hanno nulla a che fare con l'operazione Oro grigio ma che in alcuni casi (come per Cuffaro) sarebbero anche in una fase conclusiva senza rilievi penali.

ARTICOLI CORRELATI
16 Agosto 2009

© 2024 Eddyburg