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Paolo Berdini
Lady Lanzillotta contro lo spreco dei comuni
20 Luglio 2007
Articoli del 2006-2007
Che succede se ai comuni si danno sempre più compiti e si tolgono sempre più risorse? Paga il territorio. Dal mensile Carta ecc, n. 06 luglio 2007

Linda Lanzillotta, ministro per gli Affari Regionali del governo Prodi, sta conducendo da tempo una battaglia di grande vigore contro quelle istruzioni che vengono dipinte come vere e proprie fonti di spreco: i comuni italiani. Questa solitaria battaglia è degna della miglior causa. Nemmeno Giovanna d’Arco lottò con tanto ardore contro l‘Inghilterra, tanto da meritare al ministro l’appellativo di Lancillotta, proprio per sottolineare le sue virtù guerriere senza macchia e senza paura.

Senza paura è certo vero. Senza macchia lo vedremo in seguito. Indaghiamo prima sull’oggetto di tanto furore. Come è noto a tutti, i comuni italiani sono stati sottoposti dal 1993 ad una cura dimagrante di proporzioni straordinarie. Ogni legge finanziaria ha decurtato i trasferimenti statali, impedito assunzioni e limitato la possibilità di contrarre mutui.

Gli effetti non sono tardati a manifestarsi. La rete di assistenza per la parte meno favorita della popolazione ha subito una progressiva attenuazione e molte cancellazioni: è stato pressoché azzerato il ruolo redistributivo dei comuni. E’ vero che al tempo dei primi tagli non mancavano vere e proprie forme patologiche di sprechi di risorse e livelli di indebitamento insostenibili. Come è vero che permangono ancora oggi sacche di privilegio ricavate dall’uso disinvolto delle leggi che hanno “liberalizzato” il mercato del lavoro pubblico. Sono molti infatti i portaborse del sottobosco politico cui vengono concessi contratti d’oro, ma di questo non si parla: è più indolore chiudere i doposcuola.

Il fatto strutturale è che in mancanza di trasferimenti adeguati, i comuni sono stati costretti ad alimentare la rendita fondiaria. I bilanci locali si basano prevalentemente sull’imposta sugli immobili (Ici) e sull’urbanistica contrattata che, in cambio di impressionanti aumenti di cubatura, permette di ottenere da rentier scaltri quanto privi di scrupoli modeste -ma importanti- risorse finanziarie. Insomma, oggi i comuni pagano i servizi pubblici con i mattoni della speculazione edilizia.

Uno risultato devastante, come si vede. Ma per Lancillotta non basta ancora. Il 31 maggio ha convocato i presidenti delle Regioni e gli enti locali per comunicare che era sua inflessibile intenzione tagliare ancora i bilanci degli enti locali. Le cronache dicono che la reazione di dei presenti è stata così veemente che sono addirittura sparite le cartelline stampa. La prode condottiera ha battuto in ritirata.

Forse perché qualcuno avrà argomentato sul fatto che la cavaliera sarà pure senza paura, ma nelle sue eroiche gesta si trova anche qualche non trascurabile macchia. Di latte. Agli albori della furiosa campagna “privato è bello” orchestrata dai poteri forti negli anni ’90, Linda Lanzilloltta era assessore al comune di Roma. Nel 1997 curò la vendita della Centrale del latte comunale alla Cirio di Sergio Cagnotti per la cifra di 110 miliardi di lire. I giornali liberisti gridarono al trionfo: un grande affare. Avrebbero potuto essere più cauti, perché dopo pochi mesi, nel febbraio 1998, la Cirio passò la proprietà della Centrale alla concorrente Parmalat di Callisto Tanzi per un importo valutato 200 miliardi. Il comune di Roma vendette la Centrale del latte alla metà del suo valore reale!

Il fatto che Cirio e Parmalat abbiano di lì a poco prodotto i più gravi scandali finanziari di quest’ultimo periodo, ci fornisce anche un eloquente chiave di lettura aggiuntiva: con i regali ricevuti da incauti amministratori pubblici, alcuni imprenditori si sono anche cimentati con profitto nel truffare tanti piccoli risparmiatori. In ogni altro paese, con precedenti di questo tipo sarebbe terminata qualsiasi carriera politica. Da noi, una classe politica senza credibilità che si è abilmente sottratta al giudizio dei fatti, continuerà a gettare i comuni nelle braccia delle speculazione immobiliare.

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