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Sara Bennewitz
Gavio conquista le autostrade lombarde
26 Novembre 2013
Padania
Prende forma evidente una parte del disegno politico-elettorale del centrodestra settentrionale, stupidamente deriso dai perdenti. Pagine economiche de

la Repubblica, 26 novembre 2013, postilla (f.b.)

MILANO — Le autostrade in Lombardia hanno un nuovo padrone: l’alleanza formata dal gruppo Gavio e Intesa Sanpaolo ha preso il controllo di Tem, la spa che sta realizzando la nuova tangenziale est di Milano, un’opera da 2 miliardi di valore. Un anno fa, la stessa coppia in proporzioni diverse, aveva scalato Brebemi, l’autostrada che collegherà il capoluogo con Brescia (cantiere che vale altri 2 miliardi). E così le società a monte della Tem e di Brebemi, secondo il progetto di Gavio e Intesa, verranno fuse insieme e successivamente dovrebbero essere quotate sul mercato. Il gruppo Gavio tramite Sias avrà il ruolo di socio industriale e gestore delle due tratte autostradali, mentre Intesa Sanpaolo sarà il partner finanziario che a tendere dovrebbe collocare le sue quote a Piazza Affari.

È questo l’esito dell’assemblea che ha dato il via a un aumento di capitale di Tem da 96 milioni, non sottoscritto dalla provincia di Milano (presente nel capitale con la controllata Serravalle) e da Impregilo. La prima perché ha difficoltà di bilancio tanto da aver messo in vendita la sua quota di controllo proprio di Serravalle, la seconda perché ha deciso di cedere al gruppo Gavio la partecipazione in Tem e anche il pacchetto di lavori che avrebbe dovuto realizzare sulla tangenziale. Detto in altro modo: il socio pubblico oramai senza soldi lascia il posto ai privati, un modo per salvare sia il finanziamento pubblico a fondo perduto della provincia da 330 milioni, sia il valore strategico dell’infrastruttura che sarà realizzata prima dell’Expo. L’obiettivo è il controllo del 59,1% di Tem e la fusione di quest’ultima con Autostrade Lombarde, controllata al 13,4% da Gavio e al 42,5% da Intesa, titolare del 79%di Brebemi. E c’è anche chi si spinge a pronosticare che l’accoppiata Gavio-Intesa i potrebbe persino puntare sulla Pedemontana

A breve ci sarà l’aumento di capitale da 536 milioni per realizzare la terza grande opera infrastrutturale delle Lombardia, una superstrada da 4 miliardi che attraversa 94 comuni con 4 milioni di abitanti. Un’opera ambiziosa e i cui rapporti di forza potrebbero cambiare se Serravalle, che controlla il 76,42% della società, non sottoscrivesse la sua parte. Il gruppo Gavio, che tramite la non quotata Itinera parteciperà anche alla realizzazione di 300 milioni di lavori (un decimo di tutte le opere previste per Tem e Brebemi), ha reinvestito sulle autostrade italiane tutti i 565 milioni realizzati nel 2011 dalla cessione delle attività cilene, andando a insidiare il suo primo rivale, ovvero la Atlantia che fa capo alla famiglia Benetton. Due anni fa il gruppo di Tortona aveva speso 225 milioni per rilevare proprio da Atlantia la tratta Torino-Savona e ora ha puntato altri 300 milioni sulla tangenziale esterna, che una volta che sarà collegata alla Brebemi, diventerà una valida alternativa alla A4, uno dei gioielli della corona delle concessioni del gruppo Benetton, che solo qualche anno fa aveva allargato la tratta fino a Bergamo a quattro corsie. E mentre Atlantia che in Italia è leader, ha deciso di investire sempre più all’estero, Gavio ha invece ceduto le attività in Sudamerica per completare la sua rete a livello nazionale.

postilla
Chi segue da un po' di tempo l'evoluzione di questo sito eddyburg.it forse non ha dimenticato il definirsi per tasselli successivi di un disegno di scala territoriale e infrastrutturale vasta, la vera e propria fabbrica dello sprawl, che conglomera interessi compositi attorno al modello autostradale. Il quale modello non è solo o tanto questione di impatti locali (le sei o otto corsie che rovinano il paesaggio della cascina o tagliano fuori una frazione dal capoluogo comunale) ma una vera e propria filosofia di sviluppo. Alla base di qualunque vera strategia di contenimento dei consumi di suolo, sta il controllo delle forme di urbanizzazione, e questo controllo sta in una pianificazione in grado di affrontare alla scala adeguata le sfide: questa scala è quella della megalopoli, o della macroregione come l'hanno chiamata i candidati del centrodestra alle ultime elezioni. Sfottuti stupidamente da chi non capiva la posta in gioco, e ha anche per questo malamente perduto, lasciando libero campo agli interessi particolari sostenuti da chi tiene saldamente il potere. E continuerà a tenerlo, finché non si capisce di cosa parliamo quando parliamo di territorio, modernizzazione, ambiente ecc. (f.b.)


Solo per citare alcuni dei "tasselli" evocati all'inizio: il sistema degli insediamenti industriali a grappolo nel Cuore Verde della Megalopoli, oppure il progetto di Sistema autostradale padano meridionale che lo alimenta, o il demente (ma solo se lo si legge coi paraocchi) Raccordo Trasversale con la linea pedemontana.

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