loader
menu
© 2024 Eddyburg
Vezio De Lucia
Contro il territorio privatizzato
11 Dicembre 2005
Articoli del 2004
Con questo articolo, pubblicato sul numero di maggio 2004 del Giornale dell'architettura, continua il dibattito sulla legge urbanistica nazionale aperto sul mensile di Carlo Olmo

Alla Camera dei deputati è in discussione una proposta di testo unificato in materia di governo del territorio predisposta dal relatore di maggioranza. E’ basata su una concezione vistosamente iper-liberista, profondamente diversa da quanto immagina Luigi Mazza per la nuova legge urbanistica nel suo articolo sul precedente fascicolo di questa rivista. La filosofia essenziale della proposta in discussione consiste, infatti, nella sostituzione degli “atti autoritativi” (quelli di esclusiva competenza di pubblici poteri) con “atti negoziali” tra i soggetti istituzionali e i “soggetti interessati" (che finiscono per coincidere con i proprietari degli immobili). Il governo del territorio dovrebbe quindi ridursi a un confronto, nel quale le pubbliche autorità non sarebbero altro che una tra le voci che concorrono alle decisioni. Un altro elemento cardine della proposta riguarda la discrezionalità delle regioni nell’individuare “gli ambiti territoriali” da pianificare: il che significa che possono esserci ambiti territoriali da non pianificare. Anche “gli enti competenti alla pianificazione” sono decisi dalle regioni che, per esempio, potrebbero cancellare le responsabilità che oggi fanno capo alle amministrazioni territoriali dotate di organi elettivi di primo grado (stato, regioni, province o città metropolitane, comuni).

Come si vede, non è in discussione solo l’ordinamento urbanistico ma anche quello istituzionale. Mazza pensa a un’“urbanistica che disegna i diritti di cittadinanza”. Ma il testo all’esame della Camera disegna i diritti della proprietà fondiaria, non quelli della cittadinanza. Nega la prevalenza dell’interesse pubblico sull’interesse del singolo, vero e proprio principio della civiltà europea e ragion d’essere dell’urbanistica. Tutto ciò non significa che l’ordinamento urbanistico tradizionale va bene com’è e non si tocca. Nessuno può dire questo. Molte delle procedure oggi utilizzate sono decrepite, oggettivamente indifendibili. Ma non tutta l’esperienza italiana va cestinata. In molte regioni continua il buon governo. In Toscana, per esempio, i tempi dell’amministrazione sono ragionevoli, le procedure semplici. A meno di dieci anni dall’approvazione dell’ultima legge regionale, tutti i comuni hanno completato o stanno completando la formazione dei piani di nuova generazione (piano strutturale e regolamento urbanistico). Ed è nota la qualità di tanti insediamenti, basta pensare all’incanto non raro della campagna. Secondo me, si doveva partire da queste esperienze, cercando in esse i principi da incardinare nella legge quadro nazionale. Prevale invece l’obiettivo, tutto ideologico, di spostare il comando delle decisioni urbanistiche dalle sedi pubbliche a quelle private.

Trovo inquietante che di fronte a scelte del genere il dibattito sia così striminzito. Mi sarei aspettato polemiche franche e vivaci, anche tempestose. Invece, si discute pochissimo, nel disinteresse generale. Le opposizioni sono silenti, forse inclini all’inciucio (Luigi Mazza ha riferito di tentativi d’intesa fra un parlamentare della maggioranza e uno dell’opposizione). Se in questa stagione politica non c’è accordo nemmeno sulla riforma della costituzione, non è strano che si possa realizzare un’intesa sulla legge urbanistica, come auspica Mazza? Sarebbero più utili posizioni chiare e distinte. Servirebbe, soprattutto, il coinvolgimento dei protagonisti autentici del governo del territorio. A cominciare dai sindaci.

Sull'argomento:

L'articolo di Luigi Mazza

Una intervista a Pierluigi Bersani (DS)

Negli eddytoriali (36, 38, 39, 42)

ARTICOLI CORRELATI

© 2024 Eddyburg