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Betty Leone
Il senso di una giornata
11 Dicembre 2005
Scritti 2004
Un’area abbastanza vasta esprime perplessità sul senso della Festa della donna. Su l’Unità del 9 marzo 2004, a commento di un sondaggio, le ragioni dell’evento.

Abbiamo chiesto a Betty Leone, segretaria Cgil, un commento ai risultati del nostro sondaggio sul senso dell'8 marzo

L'otto marzo intanto ha senso come giornata che ricorda il percorso di emancipazione e di liberazione delle donne. Non capisco non ho mai apprezzato tutta questa polemica - l'otto marzo serve, non serve? -, tutti i grandi eventi hanno le loro celebrazioni e nessuno si preoccupa di questo. Io credo che l'otto marzo celebri la presa di parola delle donne nella storia. E avrebbe senso anche solo per questo. Poi, per me che sono una sindacalista, non è solo una celebrazione: abbiamo fatto assemblee e riunioni nei posti di lavoro e anche con le pensionate, io in particolare con le pensionate perché ora mi occupo di loro.

All'ordine del giorno abbiamo messo come è difficile vivere per le donne oggi, il fatto che le pensioni delle donne sono molto più basse di quelle degli uomini e che la maggior parte della povertà italiana è rappresentata da donne, pensionate e sole. Quindi esiste un problema che riguarda la condizione delle donne, alla quale va data una risposta. Noi vogliamo dare uno spazio alla manifestazione nazionale unitaria dei pensionati che faremo il 3 aprile: a questa particolarità e difficoltà di essere donna anche da anziana.

Se poi pensiamo alle giovani, diciamo che le giovani continuano a essere discriminate nel mercato del lavoro, perché è vero che l'occupazione femminile cresce, ma cresce prevalentemente nel precariato e quando i posti precari si stabilizzano, si stabilizzano quelli dei maschi e assai meno quelli delle ragazze, e questo è un altro dato statistico molto importante. Quindi esistono ancora molti problemi alle difficoltà che le donne devono incontrare pur in questa parità apparente.

Poi non voglio parlare della fatica terribile delle donne anche per tenere insieme il lavoro e la famiglia. E poi c'è la rappresentanza sociale e la democrazia: possiamo dire che le donne sono ancora escluse dalla rappresentanza politica. Perché sono una minoranza esigua. Quindi esiste un problema di come si rappresenta una condizione femminile nella politica, non ce ne possiamo dimenticare.

Infine siamo in un mondo globalizzato, le donne nel mondo rappresentano il 70 per cento dei poveri. Producono la metà del cibo e sono la maggioranza della forza lavoro ma guadagnano soltanto il 10 per cento del reddito mondiale e hanno meno dell'1 per cento delle proprietà. Basta questo per dire che esiste ancora una discriminazione. Certo meno forte e più nascosta nel mondo industrializzato che è passato per l'emancipazione, come nel nostro paese. Ecco perché dico che l'otto marzo come celebrazione della capacità di parole delle donne nella storia è soprattutto una speranza.

(*) Segretario generale Cgil con delega ai pensionati

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