Caro Eddyburg, pensavo già di scriverti sulle contraddizioni sottaciute, ma evidentissime nella pratica (oggi 26.2 nella cronaca romana del Corriere della Sera un bell'articolo di Giuseppe Strappa dal titolo "Soppesando parole e mattoni" segnala i casi del progettato riuso dei depositi ATAC di Porta Maggiore e via Bainsizza, dove si vorrebbero usare - in deroga al PRG recentissimamente approvato - criteri, funzioni e densità del tutto identici ai vituperati casi milanesi di ex Fiera e Centro Direzionale), di Veltroni, del Pd, di molte amministrazioni di centrosinistra, quando ho letto l'appello al voto a sinistra di Vezio Di Lucia.
Tutto giusto e condivisibile: il programma di Pd e PdL sono oggettivamente convergenti nel considerare città, ambiente e territorio come un supporto "corvéable a merci" per la valorizzazione economica, rispetto alle esigenze di disegno urbano, di sostenibilità ambientale, di partecipazione sociale. Lo ha dimostrato il progetto di legge Lupi(FI)-Mantini (Margherita, ora Pd) presentato in modo bi-partizan sia sotto il Governo Berlusconi che sotto quello Prodi.
Ma, forse, anche a sinistra qualche esame di coscienza dovremmo farlo se talvolta per far fronte all'emergenza socio-abitativa e alle ristrettezze economiche dei bilanci comunali si accetta di far edificare ai privati sulle aree pubbliche inattuate (Milano e Lombardia) o si affidano le valutazione economiche dei PII al Centro Studi di Fiera Milano (Cinisello) o a Guido Rossi (ex Falck di Sesto), come numi tutelari dell'attendibilità economica. Sarà un caso, allora, se Bertinotti per esemplificare una linea programmatica alternativa cita il primo Fanfani populista e demagogico del Piano Casa degli Anni Cinquanta e non l'eredità storica del centrosinistra degli Anni Sessanta/Settanta (Legge Ponte, decreto ministeriale su standard e densità, piani per l'edilizia popolare come quota dell'edificabilità complessiva, Legge Bucalossi), unico baluardo ancora oggi per i cittadini che vogliano opporsi alla deriva privatistico-liberista subentrata dagli Anni Settanta in poi?
Grazie Brenna delle tue riflessioni e della segnalazione dell’articolo di Strappa, che ho subito inserito. Di fronte a questa situazione non possiamo tacere; il quadro che si prospetta è gravissimo. Le elezioni sono uno di quegli avvenimenti della vita nei quali sei costretto a scegliere tra quello che c’è: secondo me oggipiù che mai bisogna dire forte che, per salvare un possibile futuro, occorre scegliere a sinistra.