Per l´autostrada della discordia, la scia d´asfalto che sembrava ormai destinata a divorare i boschi e i vigneti della Maremma, il progetto torna alla casella di partenza. Tutto è di nuovo appeso alla Valutazione d´impatto ambientale. Lo ha comunicato, in una lettera, il presidente della Commissione speciale Via, Bruno Agricola: «Il percorso autorizzativo è solo nella fase iniziale e sarà comunque necessario, sulla base delle prescrizioni espresse, adeguare il progetto che dovrà essere oggetto di una nuova ripubblicazione e di un nuovo pronunciamento da parte della Commissione speciale Via».
In sostanza è stato annullato il blitz di fine legislatura del governo Berlusconi che aveva ottenuto semaforo verde per la Civitavecchia - Livorno. Determinante era stato il parere favorevole della Regione Toscana che, dopo una lunga fase d´incertezza, aveva optato per un sì condizionato alla definizione di un percorso vicino alla costa, in modo da evitare il disastro paesaggistico nelle aree interne. Ma anche il nuovo tracciato aveva suscitato grandi perplessità per l´impatto prodotto da un ennesimo cordolo d´asfalto parallelo all´Aurelia, alla ferrovia e alle vie minori. Perplessità che hanno portato all´accumularsi di una serie di ritardi e ripensamenti. La Regione Lazio, contraria alla costruzione di altre 6 corsie che si aggiungerebbero alle 4 esistenti per buona parte del tracciato, ha disertato le riunioni di valutazione degli aspetti operativi. Il Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica) non si è ancora espresso. E le 84 prescrizioni imposte dalla commissione Via nel marzo 2006 si sono rivelate un handicap così pesante da costringere a riscrivere il progetto. Una mutazione tanto drastica da aver spinto il presidente della Commissione a chiedere un nuovo giudizio complessivo sull´autostrada proposta in una delle aree più incontaminate d´Italia.
«Interventi di mitigazione, opere di raccordo con i porti e la viabilità locale, studio dell´impatto sulle aree protette e sui 13 siti di interesse comunitario attraversati: quelle 84 prescrizioni hanno imposto una riscrittura totale e così oggi siamo di fronte a un progetto che di fatto non ha valutazione d´impatto ambientale», spiega la senatrice verde Anna Donati. «Alcune di queste prescrizioni sono poi decisamente bizzarre. Ad esempio si obbliga l´amministrazione pubblica a distruggere, a spese dei cittadini, 2 delle 4 corsie esistenti. La ragione è al tempo stesso logica e folle: se l´Aurelia resta una via comoda e gratuita, l´autostrada fa pochi profitti. Dunque per aumentare il fatturato dei privati bisogna distruggere un bene pubblico».
In realtà dei 120 chilometri del tratto tra Grosseto e Civitavecchia, che costituiscono il nodo del contendere, ben 95 sono già a 4 corsie: all´appello mancano solo 25 chilometri. Completare l´ampliamento dell´Aurelia e metterla in sicurezza costerebbe circa 800 milioni di euro. Il progetto autostradale, senza contare i maggiori costi derivanti dalle prescrizioni obbligatorie, viaggia invece a quota 2,5 miliardi.
Il nuovo stop al progetto cade in un momento particolarmente critico, alla vigilia del passaggio alla fase operativa del progetto. «In queste condizioni», continua Anna Donati, «sarebbe insensato proseguire nella fuga in avanti iniziata dalle società interessate e passare alla firma della convenzione con la concessionaria Sat già annunciata dal ministro Di Pietro».