Quando si dileguò la notte
la mimosa rimase
in mezzo al campo
fra le case stupite.
Era sola
fiorita
un firmamento di polline
tremante
nel gelo del mattino.
All’alzarsi del vento
che ondeggiava
fra i rami del fico
ancora nudo
e il melograno secco
rabbrividì all'inganno.
Una febbre di primavera
un errore maligno
fremendo nelle vene
del suo tronco
l’aveva destata anzi tempo
spinta a quel fragile tripudio.
E ora
sulla terra ancora nera
spoglia d'uccelli
gemeva luminosa
nel cuore dell'inverno.
La poesia, senza titolo, è la prima della poemetto "Primavera" nel libro: Piero Bevilacqua, Il vento nella città, introduzione di Alberto Asor Rosa, Roma, Donzelli 2010, €