il manifesto, 24 settembre. Si è spento ieri a Venezia Edoardo Salzano, per tutti Eddy, urbanista, studioso di città e di politica che ha formato decine di urbanisti e intellettuali.
Da amministratore, prima al consiglio comunale di Roma, con Aldo Natoli e Piero della Seta, poi a Venezia, dov’è stato assessore all’urbanistica; da progettista, e ricordo solo il piano paesaggistico della Sardegna; da professore di urbanistica, alla Sapienza e all’Iuav; da presidente dell’Inu e da fondatore e direttore di urbanistica informazioni (prezioso mensile dell’Inu); da saggista, a cominciare dal fondamentale Urbanistica e società opulenta del 1969, a decine di altre libri, a un numero sterminato di articoli. Fino alla scoperta di internet, del Web, e quindi di eddyburg, il sito al quale dal 2003 ha dedicato il meglio della sua energia e della sua intelligenza, facendolo diventare lo strumento più diffuso nel nostro Paese da chi si occupa di urbanistica, di città, di paesaggio.
Sulla testata campeggiano le parole Urbs, Civitas, Polis (la città fisica, la società che la vive, la politica che la governa), e si legge che il sito tratta di «argomenti che rendono bella, interessante e piacevole la vita di alcuni e difficile, tormentata, disperata quella di altri».
Grande spazio è occupato da Venezia, di cui Salzano, da amministratore prima, da studioso e attivista poi, è uno dei massimi conoscitori, consapevole che la città e la laguna sono tutt’uno, simul stabunt simul cadent. E fu tra i primi, più di trent’anni fa, a imporre rigorose regole urbanistiche (cancellate dalle successive amministrazioni) alla devastante penetrazione del turismo in ogni brandello dell’edilizia storica.
Ma la sua dimensione suprema è stata la politica. La politica ha racchiuso in sé la sua filosofia di vita, la ricchezza e la complessità dei suoi interessi: la prima cosa che ci ha insegnato è che l’urbanistica è politica, senz’altra qualificazione. Ha cominciato giovanissimo, con Franco Rodano, Claudio Napoleoni e il gruppo di cattolici, comunisti ed ex democristiani (da Tonino Tatò a Mario Melloni, Ugo Baduel, Giancarlo Paietta, Marisa Rodano, Lucio Magri, Giuseppe Chiarante).
Ha scritto di sé «ragazzo di bottega di una scuola di profeti». Su Dibattito politico, la prestigiosa rivista fondata da alcuni di loro, Eddy scrisse lunghi e complessi articoli, non solo di urbanistica, addirittura sulla politica agraria dell’Urss. Ha continuato fino alla fine a dichiararsi comunista, ad avere lo stile del comunista (Rossana Rossanda ha scritto che i comunisti sono stati gli ultimi ad avere uno stile). Negli ultimi tempi, con la compagna Ilaria, ha militato in Potere al popolo.
Nel giugno scorso, in sedia a rotelle, all’ultima affollata manifestazione contro le grandi navi, è stato travolto da un applauso che non finiva mai.
Ciao Eddy, fratello mio.