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Università, 7 anni e mezzo per laurearsi
18 Agosto 2005
Articoli del 2004
Un preoccupante segnale, dal Corriere della sera del 2 marzo 2004. Avvicinare la durata reale alla durata teorica dei percorsi formativi era un obiettivo della riforma Berlinguer

Lo studente universitario italiano medio si laurea a 27 anni impiegando 2-3 anni in più rispetto a quanto previsto

ROMA - Il tempo medio per laurearsi in Italia è di sette anni e mezzo e ciò determina un costo per il Paese di 7,6 miliardi di euro all'anno. L'universitario italiano medio si laurea, infatti, a 27 anni, e impiega sette anni e mezzo per terminare gli studi, due-tre anni in più rispetto a quanto previsto dalla facoltà. È quanto emerge dal secondo rapporto sullo stato di salute dell'istruzione universitaria in Italia, curato dal Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario (Cnvsu), organismo istituzionale del ministero dell'Istruzione e dell'università e presentato lunedì alla Camera.

LA «MIGRAZIONE» VERSO IL NORD - Lo studio ha preso a campione gli studenti immatricolati nell'anno accademico 2002/03. Al centro dell'analisi, oltre all'eccessiva durata del corso degli studi, anche il fenomeno della «migrazione» universitaria degli studenti meridionali verso gli atenei del centro-nord. A ogni singolo studente che non riesce a conseguire nei tempi previsti il titolo universitario corrisponde un costo sociale che varia tra 15 e 20 mila euro annui. Ciò, tradotto, vuol dire che ciascuno dei fuori corso ancora iscritti negli atenei italiani potrebbe guadagnare fino a 20 mila euro all'anno. Una cifra che, se moltiplicata per tutti i fuori corso produrrebbe un incremento medio del pil italiano di 7,6 miliardi di euro all'anno.

OGNI STUDENTE FUORI SEDE COSTA 9.545 EURO - Secondo il Cnvsu la spesa per ogni studente fuori sede sfiora i 6 mila euro. Una cifra che considera, però, soltanto le spese direttamente collegate al regolare svolgimento degli studi: l'alloggio, il vitto, i trasporti e il materiale di studio. Se a tali uscite si aggiungono le attività ricreative, la formazione, Internet, i costi lievitano fino a 8.300 euro per ogni studente fuori sede. Ma il calcolo, fanno notare dal Cnvsu, è stato effettuato in lire. «Ai valori rilevati - dicono i relatori dell'analisi - bisogna aggiungere un 10-15% (corrispondente all'inflazione degli ultimi due anni e mezzo)», e così i costi salgono verosimilmente a 9.545 euro.

Si mantiene stabile il dato sulla mobilità universitaria tra le regioni: si immatricola nella stessa regione di residenza l'80% degli studenti e circa il 50% si immatricola nella stessa provincia. Ma si registra ancora un fortissimo saldo migratorio dei giovani del Mezzogiorno verso gli atenei del centro e del nord, nonostante la crescente offerta di atenei meridionali, non si è andata attenuando l'accentuata propensione verso il settentrione d'Italia. Alcune università spiccano per l'elevato indice di attrazione: sono quelle di Emilia Romagna, Umbria, Toscana, Lazio e Marche. A quest'ultime fanno da contraltare alcuna università con indice di attrazione molto basso: sono gli atenei di Basilicata, Calabria, Puglia, Liguria e Veneto.

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