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Oscar Mancini
Una moratoria per il Dal Molin. E non solo
2 Ottobre 2007
Articoli del 2006-2007
Vera e propria battaglia sui cieli d’Europa: l’articolo sul caso vicentino da l’Unità 28 settembre 2007; e due altri allegati sui temi variamente aviatori, di Peppe Sini e Alberto d’Argenio, 1 ottobre 2007 (f.b.)

Oscar Mancini. Una moratoria per il Dal Molin, L’Unità, 28 settembre 2007

«Nessuna deroga alla lotta fatta solo con le armi dell'amore e della non violenza».

Lo scrivono ventun autorevoli parroci vicentini contro il Dal Molin.

“E' gelo tra il sindaco e la curia” titola la notizia il più diffuso quotidiano cittadino. Vicenza.

Ancora Vicenza: che fastidio! Con tutti i problemi che ha questo governo ci mancava la ripresa del movimento contro la costruzione della nuova base americana.

E' bastato un vuoto di notizie di qualche mese per rimuovere il tema dall'agenda politica. Eppure, piaccia o no, è fin troppo facile prevedere che non passerà molto tempo prima che i riflettori tornino a riaccendersi sulla città del Palladio.

Il grande appuntamento è fissato per il 15 dicembre. Per quella data il movimento “NO DAL MOLIN” ha indetto una manifestazione europea.

Come risponderà la politica? AN e Lega non hanno dubbi: “La manifestazione deve essere fermata” hanno intimato al Ministro Amato, pena assistere impotenti alla calata dei “Lanzichenecchi da tutta Europa”.

Un rigurgito autoritario di chi spera negli incidenti per poi criminalizzare tutto il movimento.

Un movimento composito, eterogeneo, trasversale, percorso al suo interno da una dialettica tutt'altro che trascurabile. Ma nei momenti cruciali, le varie anime del movimento hanno sempre saputo mettere l'accento sul suo carattere unitario, plurale, pacifico.

Molti l'hanno definito “movimento comunitario” che riassume ed interpreta una domanda di partecipazione insoddisfatta.

Una relazione frustante con la politica e lo stato, per dirla con Ilvo Diamanti. Fra lo stato centrale e la periferia, ci spiegano i federalisti. Ma soprattutto, io penso, rispecchia le difficoltà del centro-sinistra di capire e di farsi capire.

Nessun membro del governo, dopo oltre un anno e mezzo di lotte, ha mai sentito il dovere di incontrare le rappresentanze dei cittadini, di aprire un canale di comunicazione.

In questo contesto, appare ancor più meritevole la scelta compiuta da una folta delegazione dei parlamentari europei e nazionali della “sinistra italiana” di mantenere aperto il dialogo con la città.

L'incontro promosso nei giorni scorsi dai gruppi parlamentari della Sinistra Democratica, dei Verdi, di Rifondazione e dei Comunisti italiani è stato una proficua occasione di dialogo con tutte le anime del movimento.

Un confronto non sempre facile, soprattutto con l'ala più radicale del movimento, ma indispensabile per mantenere aperto un canale di comunicazione con la rappresentanza politica e istituzionale.

Quanto mai necessario alla vigilia della marcia Perugia Assisi sulla quale è calato quest'anno un silenzio assordante: “Forse il movimento della pace è invisibile?” si chiede furente Flavio Lotti. Noi a quella marcia ci saremo per ricordare che la base militare di Vicenza, rischia di diventare una delle più grandi basi operative del Mediterraneo, destinata ad ospitare aerei e truppe in partenza per ogni fronte di guerra in Medio Oriente.

Che la nuova base comporta ricadute ambientali, sociali e urbanistiche gravi per la città e pone seri problemi di vivibilità per la cittadinanza, che si è schierata apertamente contro la decisione.

Che la base di Vicenza è un importante e inquietante aspetto di una progressiva escalation militare in Europa. I recenti dibattiti sull'installazione dello “scudo missilistico” in Repubblica Ceca e Polonia hanno aperto una riflessione più ampia sulla natura democratica dei processi decisionali delle strategie di politica estera e di difesa europea nel sistema di alleanze con la NATO e gli Stati Uniti d'America.

É in atto una pericolosa corsa agli armamenti, una preoccupante inversione rispetto al percorso di smilitarizzazione dei territori europei, condivisa e decisa insieme alle comunità locali.

Non è dunque con una strategia di “riduzione del danno” che il governo potrà dialogare con Vicenza. Il commissario Paolo Costa se ne faccia una ragione.

Una via d'uscita ragionevole ci sarebbe: una moratoria.

Magari accompagnata dalla riduzione delle spese militari nella finanziaria 2008, più che giustificata, considerati gli aumenti della finanziaria precedente. Sarebbe un buon viatico per un governo in preoccupante caduta di consenso. Una moratoria potrebbe restituire un poco di fiducia nelle istituzioni.

Si consideri che la maggioranza dei vicentini ha disertato le urne alle recenti elezioni provinciali. Una moratoria almeno fino alle prossime elezioni comunali è più che giustificata.

Il vicepresidente del Consiglio Rutelli, qualche settimana fa, ha giustificato lo sciagurato “editto di Bucarest” con il via libera del Consiglio Comunale di Vicenza. Quel Consiglio Comunale è delegittimato. Lo riconosce lo stesso sindaco quando afferma che la maggioranza dei vicentini è contraria alla base.

Manca meno di un anno alle elezioni. Il governo ne potrebbe uscire senza perdere la faccia.

Vicenza e l'Italia custodiscono una grande ricchezza d'impegno diretto per la pace e la democrazia che non può essere ignorata per presunte superiori ragioni di stato.

Al contrario, sono convinto che quell'enorme capitale umano, costituito dai cittadini che si battono per la pace, quelle indomite energie che da una piccola città di provincia si sono sprigionate riscuotendo simpatia in Italia, in Europa e finanche negli USA, potrebbero aiutare la politica estera del nostro paese e renderla più forte di quanto non sia.

Peppe Sini,Una storia semplice, Supplemento “Coi piedi per terra” n. 33 del notiziario “La nonviolenza e’ in cammino”. 1 ottobre 2007

So che è inelegante, ma devo chiedere al cortese lettore e alla gentile lettrice non solo di voler dedicare la loro attenzione a quanto di seguito si narra, ma di voler arrivare fino in fondo, e di trarre da quanto qui esposto le conclusioni che ne discendono.

Poiché qui si allineano dei fatti, e si demanda alla chiara intelligenza e alla volontà buona di chi legge di trarne le conseguenze logiche e pratiche.

Un comitato, alcuni nomi

Esiste un “Comitato per l’aeroporto di Viterbo”. Ne è presidente l’avvocato Giovanni Bartoletti, ne è vicepresidente il signor Stefano Caporossi, ne è segretario il signor Maurizio Pinna. Questo comitato ha un sito internet ( www.aeroportoviterbo.it) che presenta molti materiali propagandistici.

Giovanni Bartoletti è un dirigente locale di Alleanza Nazionale. Stefano Caporossi è presidente della V circoscrizione di Viterbo, di Alleanza Nazionale. Maurizio Pinna è consigliere della V circoscrizione, di Alleanza Nazionale.

Un’impresa, alcuni nomi

Esiste - o è esistita - con sede legale a Roma una società denominata “Mediterranea Skyward Aviation”. Nel sito tuttora visitabile ( www.mswa.it) nella home page essa si presenta così: “Mediterranea s.r.l. è una società di servizi aeronautici che svolge attività di intermediazione...”. E più innanzi: “La società svolge anche attività di lavoro aereo, aerotaxi, voli sanitari e fornisce servizi di consulenza prevenzione incidenti ed assistenza legale, investigativa e peritale aeronautica per il tramite di uno studio associato ad essa collegata...”.

Nel medesimo sito, alla pagina web “Chi siamo” si legge “Siamo un team di operatori aeronautici che si è costituito in società per fornire servizi di avanzata specializzazione in particolare nei campi dell’organizzazione, della regolamentazione, della formazione professionale, della sicurezza del volo e del diritto aereo, avvalendosi di collaboratori esterni di larga esperienza nazionale ed internazionale. Alla Società fa capo un Amministratore Unico”. Segue l’organigramma: “Amministratore Unico Dott. Bruno Barra; Pilota Av. Commerc. Dott. Emilio Gentile; Pilota Av. Gen. Stefano Caporossi; Avvocato Giovanni Bartoletti; Revisore dei conti Massimo Liberati; Pilota Istruttore Av. Commerc. Roberto Niutta”.

Il dottor Bruno Barra ha ricoperto incarichi direttivi e di responsabilità sia presso unità periferiche che presso organi centrali della Difesa ed ha partecipato alla fase riorganizzativa dei servizi di Assistenza al Volo in Italia (1979-’82) presso il Commissariato per l’Assistenza al Volo del Ministero dei Trasporti dove ha ricoperto l’incarico di responsabile dell’Ufficio ispezioni ed inchieste; è stato assessore alla Provincia di Viterbo di Alleanza Nazionale, nonchè presidente dell’Ater (ex-Iacp) di Viterbo in quota Alleanza Nazionale. A lungo dirigente di Alleanza Nazionale, nell’ottobre 2006 è passato da Alleanza Nazionale a Forza Italia. Da fonti di stampa (“Il messaggero” del 10 ottobre 2006) si apprende che non sarebbe più amministratore unico della Mediterranea srl. Bartoletti è lo stesso Bartoletti di cui sopra.

Caporossi è lo stesso Caporossi di cui sopra.

Un’associazione, e il suo presidente

Esiste a Viterbo, come in tante città d’Italia, un Aeroclub di appassionati del volo. Ne è presidente da anni Stefano Caporossi. Lo stesso Caporossi.

La finanziaria di Berlusconi e un senatore viterbese

Nella Finanziaria 2005 dal governo Berlusconi, attraverso l’emendamento di un senatore viterbese, Michele Bonatesta, di Alleanza Nazionale, vengono previsti oltre tre milioni di euro per l’aeroporto di Viterbo.

Due delibere della giunta comunale: la prima...

In data primo dicembre 2005 il Comune di Viterbo con delibera di Giunta n. 743 avente a oggetto: “Realizzazione degli interventi infrastrutturali per il completamento dell’apertura al traffico civile dell’aeroporto militare di Viterbo - impegno alla subconcessione di aree e manufatti in favore della Mediterranea Skyward Aviation srl” (presenti oltre al sindaco Giancarlo Gabbianelli - di Alleanza Nazionale - tutti gli assessori, tranne Marco Maria Bracaglia - che rappresenta il Comune nella società pubblica Savit spa, costituita da Comune, Provincia e Camera di Commercio di Viterbo per gestire l’aeroporto), dopo aver premesso che “sono da tempo state avviate le attività preliminari finalizzate alla ristrutturazione dell’aeroporto militare di Viterbo al fine di consentirne l’apertura al traffico civile; che conseguentemente e con riferimento a quanto previsto dall’art. 1 commi 28 e 29 della Legge 30.12.2004 n. 311 (legge finanziaria 2005) relativamente ad interventi diretti a promuovere lo sviluppo sociale ed economico del territorio, con decreto 18.3.2005 del Ministero dell’Economia e delle Finanze il Comune di Viterbo è stato individuato come beneficiario di un contributo statale finalizzato alla realizzazione delle opere necessarie per consentire l’apertura al traffico civile dell’aeroporto militare;”... “rilevato altresì che sull’aeroporto di Viterbo, stante l’esiguità del sedime disponibile, le uniche aree adatte per la realizzazione delle opere finanziate ricadono in maggior parte su quelle già pre-assegnate - a seguito dell’istanza in tal senso presentata il 16.10.2003 - dall’Enac alla società Mediterranea Skyward Aviation s.r.l. di Roma al fine di avere una base operativa sulla piazza di Viterbo;”... decide infine di “assumere, pertanto, l’impegno a concedere alla Mediterranea Skyward Aviation s.r.l. di Roma in subconcessione, a valore nominale da definirsi a tempo debito, le stesse aree precedentemente richieste dalla società in concessione all’Enac, unitamente - non appena eseguiti - ai manufatti che ivi insisteranno in tutto o in parte”. Sottolineiamo: “unitamente - non appena eseguiti - ai manufatti”.

... e la seconda

Subito dopo, con delibera di giunta n. 744, sempre del primo dicembre 2005, avente a oggetto “Realizzazione degli interventi infrastrutturali per il completamento dell’apertura al traffico civile dell’aeroporto militare di Viterbo - impegno alla subconcessione di superfici in favore dell’Aero Club di Viterbo”, la Giunta Comunale di Viterbo (sempre tutti i medesimi presenti, con l’assenza di Bracaglia), fatte analoghe premesse e “rilevato altresì che sull’aeroporto di Viterbo, stante l’esiguità del sedime disponibile, le uniche aree adatte per la realizzazione delle opere finanziate ricadono in parte su quelle già concesse all’Aero Club di Viterbo e destinate ad uffici e sede”, delibera infine di “assumere, pertanto, l’impegno a concedere all’Aero Club di Viterbo in subconcessione, sulla base di un valore nominale da definirsi in seguito, le stesse superfici di uffici...”.

Il sindaco, la sua coalizione e un po’ di storia

Il sindaco Giancarlo Gabbianelli è stato per molti anni principale dirigente viterbese del Msi, ed a lungo ha svolto il ruolo di consigliere d’opposizione in Consiglio comunale; governa ora da anni la città con una coalizione che comprende, oltre ad Alleanza Nazionale, Forza Italia e l’Udc: dell’Udc attualmente è magna pars in Consiglio comunale quel Rodolfo Gigli detto Nando già sindaco di Viterbo, presidente della Regione, poi anche parlamentare, che è stato per decenni il vertice operativo del sistema di potere andreottiano a Viterbo (mentre Rodolfo Gigli attualmente è nel centrodestra, il fratello Ugo - direttore dello Iacp, ora Ater, di Viterbo - è stato negli ultimi anni e fino a tempi recenti assessore alla Provincia nella coalizione di centrosinistra, e il ventennale delfino di Gigli nella Dc e anch’egli già sindaco di Viterbo Giuseppe Fioroni è attualmente Ministro della Pubblica Istruzione nel governo Prodi; sulle vicende del sistema di potere andreottiano nel viterbese e sulla penetrazione mafiosa a Viterbo nei decenni del potere andreottiano si vedano varie pubblicazioni di chi scrive queste righe e riassuntivamente almeno Modello di sviluppo, sistema di potere, penetrazione mafiosa, Viterbo 1989; Il caso Gigli-Icem, Viterbo 1991; Regime della corruzione e penetrazione dei poteri criminali nell’Alto Lazio, Viterbo 1993; Sistema di potere andreottiano e penetrazione dei poteri criminali a Viterbo. Dieci note bibliografico-documentarie, Viterbo 1995).

Dieci mesi dopo

Passano dieci mesi dalle due delibere. E ne devono essere successe di cose. In Alleanza Nazionale viterbese continua una lotta interna senza esclusione di colpi che si prolunga da molti anni. Barra passa fragorosamente da Alleanza Nazionale a Forza Italia.

Il 2 ottobre 2006 su precedente richiesta dei gruppi consiliari di opposizione si riunisce in Comune la seconda commissione consiliare permanente per ascoltare i vertici della Savit. Dopo l’incontro i gruppi consiliari di opposizione (tutto il centrosinistra) diffondono un comunicato, pubblicato sul sito informativo locale “Tusciaweb” il 4 ottobre 2006, in cui tra l’altro si afferma che “la giunta Gabbianelli - con un atteggiamento politico unilaterale - di fatto ha espropriato la Savit di un ruolo effettivo” e si chiede “che senso ha avviare una procedura amministrativa unilaterale, tortuosa e discutibile, di impiego delle risorse pubbliche disponibili (tre milioni di euro ex Finanziaria 2005) su aree in sub-concessione di terzi privati al di fuori di una programmazione coerente con gli impegni societari e parasociali sottoscritti in ambito Savit?”.

Già, che senso ha? Se i consiglieri comunali d’opposizione si sforzano un po’, forse ci arrivano.

Sul quotidiano “Il messaggero” dell’8 ottobre 2006 compare una dichiarazione di Michele Bonatesta, non più senatore dopo le elezioni dell’aprile 2006, ed in guerra aperta con il sindaco Gabbianelli; nell’articolo siglato Re. Vi. si riferisce che “Dopo aver tuonato in lungo e in largo nei giorni scorsi, ieri Bonatesta ha investito gli assessori Antonio Fracassini (Lavori pubblici) e Marco Maria Bracaglia (Bilancio) al grido: ‘Dimettetevì. E il motivo è presto detto: quella delibera del dicembre 2005 con la quale Palazzo dei Priori subconcede alla società Mediterranea Skyward Aviation aree e manufatti dello scalo, che è, a suo dire, il presupposto amministrativo per dirottare sulla società di Stefano Caporossi i tre milioni di euro, inseriti nella Finanziaria 2005 proprio grazie a un emendamento presentato... dall’ex parlamentare”. E la dichiarazione di Bonatesta si conclude con le seguenti parole: “Noi non abbiamo nulla - conclude Bonatesta - contro la Mediterranea: i privati perseguono i loro legittimi interessi alla ricerca del massimo profitto, anche se a volte non possono coincidere con quelli della collettività. Il problema sorge quando sono gli amministratori a non apparire in grado di garantire gli interessi altrettanto legittimi del proprio territorio e dei propri amministrati”. Che detto dal senatore che fece inserire nella Legge Finanziaria quei tre milioni e passa di euro è davvero una esternazione alquanto interessante. E c’è di più.

Intermezzo: come si scrivono le leggi finanziarie

Replicando a Bonatesta sul “Messaggero” del 10 ottobre 2006 quel Barra di cui sopra (e che nell’articolo che ospita la sua replica viene definito “già amministratore unico della Mediterranea”) rivela che dell’emendamento Bonatesta - quello che stanziava oltre tre milioni di euro per l’ampliamento dell’aeroporto di Viterbo - “avevo curato il dispositivo tecnico”. Non c’è bisogno di tradurre in lingua corrente.

Il sindaco rivendica

Ci si aspetterebbe che il sindaco di Viterbo respingesse con sdegno l’esplicita accusa di aver di fatto esautorato la società pubblica Savit (di cui il Comune è socio al 33% insieme a Provincia e Camera di Commercio che detengono anch’esse un pari numero di quote ciascuna), e di averlo fatto a vantaggio di una società privata di cui sono magna pars esponenti del suo stesso partito.

E invece il sindaco di Viterbo in una intervista apparsa sul quotidiano “Il messaggero” del 31 ottobre 2006 alla soave domanda del giornalista: “Ma quella di far gestire i fondi a una società vicina ad An, e non alla Savit, è una mossa autoreferenziale”, risponde serafico: “È l’unica società che ha un sedime vicino all’aeroporto”. Più chiaro di così.

E subito aggiunge: “Ma nessun timore: sia per la gestione che per l’ultimazione verranno effettuate gare d’appalto europee. E già sono arrivate le prime richieste. Anche perchè, lo ripeto: Viterbo diventerà a breve un aeroporto per voli low cost”. Si noti: “per la gestione” e “per l’ultimazione”. E si noti ancora: “sono arrivate le prime richieste”. Nei giorni successivi seguono flebili commenti di altre figure istituzionali, la riunione pacificatrice che non si nega a nessuno, e nessuno più fiata.

L’amministratore imprenditore

In un intervento apparso l’11 dicembre 2006 sul sito d’informazione locale “Tusciaweb” Stefano Caporossi dapprima premette che “parlo da amministratore e nella qualità di imprenditore”, e poi prosegue “Sono presidente dell’Aeroclub da quattro anni; frequento l’aeroporto quotidianamente in quanto sono il responsabile di una scuola di volo per il rilascio delle licenze commerciali per piloti di linea... La pista di oltre 1500 metri è stata ultimata e può essere aperta all’aviazione generale per consentire l’atterraggio dei velivoli civili...”; poi elenca varie opere da realizzare e gli ingentissimi finanziamenti necessari “per conferire allo scalo aeroportuale la completa capacità operativa senza alcuna limitazione”, successivamente “annuncia la possibilità di ufficializzare la nascita della società Mediterranea Air Service...”, e trionfalmente conclude: “Il mio impegno... sarà quello di collegare inizialmente Viterbo con alcune regioni italiane ed europee...”.

La morale della storia

La realizzazione a Viterbo di un mega-aeroporto per i voli low cost del turismo “mordi e fuggi” per Roma provocherebbe gravissimi danni all’ambiente, alla salute delle persone, a rilevanti beni storico-culturali, sociali, economici.

Eppure certi propagandisti pro aeroporto, certi imprenditori pro aeroporto, certi pubblici amministratori e dirigenti politici pro aeroporto, sostengono che non c’è motivo di preoccupazione, che tutto va bene. Ed insistono perchè l’opera si realizzi al più presto, perchè si attinga al pubblico erario per ingenti finanziamenti.

Forse attraverso le brevi, fredde notizie che abbiamo allineato sopra (che ovviamente sono una minima parte della documentazione disponibile e di pubblico dominio) si capisce anche perchè.

[Peppe Sini, già consigliere comunale e provinciale, è stato tra gli anni ‘70 e ‘90 uno dei principali animatori del movimento che si opponeva alle servitù energetiche e militari nell’Alto Lazio, e il principale animatore del movimento che si oppose al devastante progetto autostradale della cosiddetta “Supercassia”; nel 1979 ha fondato il Comitato democratico contro l’emarginazione che ha condotto rilevanti campagne di solidarietà; nel 1987 ha coordinato per l’Italia la campagna di solidarietà con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano; nel 1999 ha ideato, promosso e realizzato l’esperienza delle “mongolfiere della pace” con cui ostacolare i decolli dei bombardieri che dalla base di Aviano recavano strage in Jugoslavia; nel 2001 è stato l’animatore dell’iniziativa che - dopo la tragedia di Genova - ha portato alla presentazione in parlamento di una proposta di legge per la formazione delle forze dell’ordine alla nonviolenza; è stato dagli anni ‘80 il principale animatore dell’attività di denuncia e opposizione alla penetrazione dei poteri criminali nell’Alto Lazio; dal 2000 cura il notiziario telematico quotidiano “La nonviolenza è in cammino”]

Alberto d’Argenio, “Stop agli aerei che inquinano”

L’Ue riduce le emissioni di gas serra. Ma è scontro con Usa e Cina, La Repubblica, 1 ottobre 2007

BRUXELLES - Nuova puntata dello scontro sul cambiamento climatico tra Europa e Stati Uniti. Questa volta a scatenare la battaglia è stato il taglio delle emissioni dell’aviazione civile: gli Usa, spalleggiati da Australia e Cina, hanno guidato l’ammutinamento del resto del mondo contro la proposta Ue di applicare tetti vincolanti alle emissioni di Co2 nel settore aereo, provocando un muro contro muro che nei prossimi anni sfocerà in guerra aperta.

Il Vecchio continente, infatti, entro il 2012 metterà le compagnie aree extracomunitarie di fronte ad un bivio: o accetteranno la lotta al cambiamento climatico o non potranno più volare sui nostri cieli. Una posizione che Bruxelles ritiene giustificata dall’atteggiamento dell’amministrazione Bush, che anche nei negoziati sull’era successiva al Protocollo di Kyoto rifiuta l’adozione di target vincolanti nel taglio delle emissioni.

Lo scontro sui cieli è andato in onda a Montreal, dove nelle ultime due settimane le delegazioni provenienti da tutto il globo hanno partecipato all’assemblea dell’Organizzazione internazionale per l’aviazione civile (Icao). Da un lato erano schierati i governi dell’Ue, appoggiati dagli altri 15 paesi della Conferenza europea dell’aviazione, tra cui Svizzera, Norvegia e Islanda, dall’altro il fronte anti-ambientalista, guidato da Usa, Australia, Cina e Arabia Saudita. Al centro dei negoziati c’era la strategia europea per applicare agli aerei di linea uno schema di emissioni come quello previsto da Kyoto, un tetto ai gas inquinanti da imporre alle compagnie Ue a partire dal 2011 e dall’anno successivo a quelle del resto del mondo che operano in Europa. La misura si inserisce nella strategia dell’Unione contro il surriscaldamento del pianeta (e i cataclismi che ne deriveranno), il cui obiettivo è quello di contenere l’innalzamento delle temperature entro i 2 gradi centigradi rispetto all’era preindustriale. E il settore aereo è chiamato a fare la sua parte, visto che già oggi contribuisce al 3% delle emissioni nocive, una percentuale destinata a lievitare con l’aumento del traffico aereo, che raddoppierà entro il 2020.

«Siamo delusi dal risultato delle trattative e pensiamo che l’Icao abbia abdicato alla sua leadership nella lotta al cambiamento climatico, un fatto che ci preoccupa molto», ha commentato il portoghese Luis Fonseca de Almeida, rappresentate dell’Unione nei negoziati di Montreal. In effetti nella risoluzione finale adottata nella città canadese dei target obbligatori al taglio delle emissioni si parla solo come «possibile aspirazione». Ma non finisce qui: il testo, secondo alcuni osservatori adottato grazie alla «manipolazione» dei falchi sulle altre delegazioni, indica che l’Europa potrà imporre i tetti alle emissioni solo in presenza di accordi bilaterali con i paesi delle compagnie aeree.

Insomma, una bocciatura a tutto tondo che Bruxelles e i suoi alleati, quanto mai compattati dalla testardaggine degli interlocutori, hanno rifiutato con una riserva formale. Tradotto in parole povere: nel 2012 l’Europa imporrà unilateralmente il taglio delle emissioni anche alle compagnie straniere, che dovranno adeguarsi se vorranno continuare volare sui nostri cieli. Chi non sarà d’accordo, è la convinzione dei legali della Commissione Ue, non avrà alcuna possibilità di vincere un eventuale ricorso in tribunale.

Intanto a Bruxelles già nei prossimi mesi ci si preparerà allo scontro, con il testo del piano sull’aviazione che andrà all’esame dell’Europarlamento e dei governi con l’obiettivo di essere approvato nel 2008. E anche se la sua applicazione potrebbe costare alle tasche dei passeggeri fino a 40 euro a biglietto (cifra massima per le tratte più lunghe), non ci si aspetta un calo dei passeggeri o un danno rilevante al turismo continentale.

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