TRAPPOLE PER TOPI - Così nel gergo degli addetti ai lavori vengono definiti i centri commerciali . Chi siano i topi è facilmente intuibile, l’oggetto di ogni desiderio distributivo per i quali si declinano le più diversificate teorie che invitano a operare “per la loro massima soddisfazione”. E’ sintomatico che un intero settore con una fortissima valenza economica esprima una così irriverente definizione nei confronti di chi, tutto sommato, li mantiene. In ogni caso la comunità umana è un poco diversa da quella dei ratti ed è per questo che molte discipline si sono scomodate per meglio comprenderne le dinamiche relazionali, un lungo elenco con un unico denominatore comune: Pavlov.
Nel mondo distributivo tutti hanno “scientificamente” lavorato per individuare quali fossero i segnali che facessero scaturire il comportamento desiderato : l’acquisto. Ambienti che con la loro atmosfericità predispongono, colori che favoriscono, musiche e odori che inducono, analisi antropologiche che a dispetto delle più elementari forme di privacy guardano con telecamerine varie i comportamenti dei topi. Come si muovono, come guardano e muovono gli occhi quando sono nello spazio di consumo ed ora anche che cosa si dicono al telefonino avviene sistematicamente in molti spazi di vendita, soprattutto centri commerciali. Un approccio “scientifico” decisamente Galileiano, ma anche poco educato e al limite del lecito, anzi oltre il limite, ma da quando nell’economia il linguaggio si è radicato in forme e contenuti di tipo militare, esprimendo la dimensione ultima di questo tipo di economia: la guerra, con i topi tutto è lecito pur di vincere. Cioè vendere.
Noto che vi sono luoghi non ancora completamente pervasi da questa cultura in cui gli ammaestratori di topi potrebbero sbizzarrirsi oltre modo: Chiese e luoghi di culto dove si potrebbero sponsorizzare matrimoni, battesimi e funerali con un adeguato merchandising potrebbero ricavarsi profitti interessanti. Problemi con le gerarchie ecclesiali non ce ne sarebbero, loro, da tempo badano al sodo, purché renda. Ospedali dove ad ogni malato e tipo di malattia possono essere indirizzati specifici messaggi promozionali, dalla lungo degenza alla convalescenza le opportunità di vendita sarebbero molto ampie. Dal supporto psicologico alle vacanze ristabilizzatrici la gamma delle possibili offerte coinvolgerebbe molti.
Anche i cimiteri rappresentano luoghi in cui una costante presenza di consumatori è garantita, giorno e notte. Anche i topi morti possono avere un loro mercato. Coniugare la dilagante moda new age con un ritrovato culto dei defunti renderebbe tutti più in pace con la coscienza e darebbe una discreta scremata a tanti sensi di colpa che ogni decesso lascia a molti rimasti. Basta modernizzare un poco il bene dell’anima, o dell’energia vitale, o dell’afflato universale,il tutto rigorosamente post mortem, con beni di consumo hic et nunc che ne aiutino il trasmigrare, verso un altro corpo, il paradiso, il nirvana, al cospetto di vergini etc etc , ogni religione è buona pur di vendere. I costruttori di trappole sono abili , in particolare i cacciatori di topi sono i più ricercati, novelli pifferai magici sanno, perché spiano, quali sono i punti deboli del loro oggetto di studio e riescono abilmente a condurli là dove massimo si esprime il loro desiderio di consumo, anche quello latente ed inespresso.
Questi bracconieri passano dalla antropologia del consumo alla ermeneutica del profitto, tralasciando alcune categorie filosofiche quali la morale e l’etica che riconosca dignità ai topi i quali la acquisiscono solo quando acquistano, e basta. Consumo ERGO SUM Il loro ideale di consumatore è l’assuefatto che, senza alcun altro desiderio che “tutto consumare”, si aggira per le varie trappole in cerca della merce, che risulta preferita quando ha intrinsecamente le caratteristiche dell’eroina, ogni atto d’acquisto è propedeutico al successivo. Hanno elaborato una teoria, molto semplice ma efficace, adatta per i topi, la prima fase consiste nel creare il desiderio, successivamente trasformare questo desiderio in bisogno, di cosa è secondario, più sono inutili e più sono ricercati. Mode, tendenze, un dover essere come tutti, o diversi da tutti, che è la stessa cosa, sono le linee guida delle liste per la spesa per i topi, che in massima parte almeno tana e formaggio l’hanno assicurata. Ma non tutti.
Quanto può ancora durare?