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Strage al centro commerciale
18 Agosto 2005
Articoli del 2004
Orrore in questa notizia (qui da la Repubblica del 2 agosto 2004). Non per i molti morti: ci siamo abituati. Non per le porte di sicuirezza assenti: un degrado diffuso nel sud del mondo. Ma perchè "proprietari dei negozi hanno chiuso le porte per impedire ai clienti di uscire senza pagare". Il sistema capitalistico, il predominio del "libero mercato", il trionfo dell'individuo portano anche a questo: endemicamente.

ASUNCIÒN - Strage in un centro commerciale della capitale del Paraguay, Asunciòn: 237 persone sono morte ieri in un incendio, divampato quando il centro commerciale era pieno, che ha quasi distrutto la struttura, intrappolandovi dentro molte delle persone che lo affollavano. Centinaia sono i feriti: una ventina in pericolo di vita. La maggior parte sono ustionati e presentano sintomi di intossicazione.

Secondo le prime ricostruzioni l´incendio è stato preceduto dall´esplosione di una bombola del gas in uno dei numerosi ristoranti del centro: erano le 11.30 del mattino ora locale quando si è sentita l´esplosione e il fuoco a cominciato a propagarsi a una velocità inspiegabile per gli stessi pompieri.

A questo punto si sarebbe verificato l´episodio più inquietante. I sopravvissuti hanno raccontato che molti dei proprietari dei negozi hanno chiuso le porte per impedire ai clienti di uscire senza pagare: sarebbe questo uno degli elementi che hanno causato un bilancio di vittime tanto elevato. Poco dopo la strage il capo della polizia di Asunciòn Santiago Velasco ha pubblicamente accusato i gestori dell´ipermercato che si trovavano dentro al centro di aver chiuso le porte e aggravato la strage e il giudice Adolfo Marin ha ordinato l´arresto dell´imprenditore Juan Pio Paiva, proprietario dell´ipermercato.

Dovrà rispondere anche del fatto che nel centro non ci sarebbero state uscite di sicurezza: molti quelli che per scappare si sono lanciati dalle finestre. In serata un centinaio di cadaveri erano già stati recuperati.

Sul luogo è immediatamente andato il presidente del Paraguay, Nicanor Duarte: «È un momento di estremo dolore - ha detto - sono qui per dare sostegno alle persone, ai loro familiari ma anche ai poliziotti e ai pompieri che stanno lavorando qui».

Il Paraguay è una delle nazioni più povere dell´America Latina: spesso anche i servizi medici sono carenti. Ma la tragedia ha mobilitato tutta la capitale: le televisioni locali hanno mostrato i pompieri che per ore hanno cercato di estrarre qualcuno vivo dalle macerie del centro commerciale, ma si sono dovuti rassegnare ad allineare decine di corpi in una discoteca attigua alla struttura, trasformata in una camera ardente.

Per ore, colonne di fumo nero hanno circondato la zona del disastro. Dalle tv è poi partito un appello alla gente a portare negli ospedali attrezzature basilari, come i guanti, per medici e infermiere. Tutto il personale degli ospedali assente è stato immediatamente richiamato al lavoro, in una corsa per tentare di salvare il numero più alto possibile di persone.

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