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Marco Guerzoni
Se i peones capissero…
29 Marzo 2004
Periferie
Il “celestino”Marco Guerzoni interviene, con una e-mail dell’11 settembre 2003, e critica l’ignoranza dominante nella stampa, nella politica e altrove.

Ho letto qualche intervento sulle periferie sul tuo sito. Ho letto anche le sciocchezze sui giornali, di chi, alla ricerca (inconsapevole, naturalmente) di una sorpassata "ecologia sociale", tenta grottescamente di correlare certo sviluppo urbano con la devianza dei cittadini: un semplicismo bigotto che raggela l'animo ma non stupisce, perché cosi va questo mondo "real tv", e questa "politica tg4". Ho pensato, appena ho visto il ritorno del tema "periferia", che si trattasse del solito "tormentone" estivo, ed in parte, credo, lo è stato.

Ma c'è di più. La memoria, per esempio. Che è diventata un problema mantenere ("manutenere") nonostante le capacità archiviative e consultative di cui oggi disponiamo. Quanta ignoranza ruspante c'è nelle righe di chi scrive articoli (anche strumentali) su fatti e luoghi che hanno una storia, profonda e (tra l'altro) assai studiata, e vengono raccontati con argomentazioni funamboliche e anacronistiche? Come se 150 anni di filosofi, sociologi, architetti, urbanisti (ecc.) e quintali di carta stampata - sul tema "periferie" e "cittadini periferici" - non fossero mai esistiti, i moderni "informatori" ci "aggiornano" sulle loro scoperte: come antropologi in una nuova foresta, a contatto con tribù remote e incontaminate, lavorano a reportage strepitosi, per lettori vergini; conviti d'essere originali! Forse questi "peones" dell'informazione sono il veicolo più (pericolosamente) audace per riscrivere la storia. Perché, com'è noto, la storia l'hanno scritta i comunisti.

Ma c'è ancora dell’altro. Che dire della "periferia" che sta in alcuni centri storici, o in alcuni centri e basta, di alcune città italiane. Troviamo bellissimi edifici e paesaggi costruiti da lasciar il fiato sospeso, nei centri storici. Non c'è (molto spesso) l'ombra di casermoni né la mano di architetti post moderni (e vetero comunisti). Eppure, vivendo o passando, in qualche centro storico, mi sembra di vedere "sporcizia", "degrado", "incuria", "assenza di servizi alle famiglie", "insicurezza"; che sono, mi pare, gli attribuiti delle neglette periferie. È vero, c'è la "bellezza" del centro che compensa. Ma può l'uomo vivere di solo pane?

E ancora. Ho rivisto qualche notte fa il film "I piccoli maestri" (di Daniele Lucchetti), dove si tenta (con buon esito) di raccontare la storia (una parte) dell'ultima guerra mondiale dopo l'8 settembre (?); dove i protagonisti (i piccoli maestri) si danno regole per bandire la retorica della loro azioni. La punizione, per chi non rispetta la regola, è "pane e acqua per una settimana". Non mi astengo allora dall'augurare "pane e acqua per una settimana", a chi si spinge sulla fune dell'informazione saldamente legato alla retorica. Molti giornalisti (e politici, e pensatori, e opinionisti, e...) sparirebbero, credo, per la magrezza provocata da questo austero pasto.

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