Sono una contadina interessata agli espropri del progetto ANAS collegamento tra la S.S. n.11 a Magenta e la tangenziale ovestdi Milano.
Ho avuto notizia del bando di espropri grazie al lavoro certosino fatto da una amica del Comitato No Tangenziale dell’Abbiatense Magentino che lo ha ritrovato sul dischetto del progetto definitivo.
A tutt’oggi 7.4.2009, a distanza di più di un mese dalla comunicazione a mezzo stampa sul “ Corriere della Sera” del 4.3.2009 non ho ricevuto alcuna comunicazione di esproprio di miei terreni e considerato che i privati interessati avranno tempo 60 giorni per presentare a ANAS le proprie osservazioni, mi chiedo come faranno le centinaia di persone interessate agli espropri ad adempiere ai ricorsi in tempi brevi.
Questa è la procedura della legge obiettivo e lascia ampi margini di incostituzionalità.
È chiaro che le osservazioni sul mio piccolo terreno saranno del tutto inutili, se non contribuiranno da un lato a informare la popolazione sui rischi che corre in termini di qualità di vita e salute pubblica, se questo progetto verrà portato a termine, dall’altro a porre in atto tutte le iniziative possibili per contrastarlo.
Quando nella procedura di approvazione si invitano le Province, i Comuni, gli Enti Parco,il Gruppo regionale di lavoro,a presentare motivate proposte di adeguamento o richieste di prescrizioni per il progetto definitivo, è evidente che non si tiene in minimo conto il parere dei comitati, delle associazioni, dei cittadini, degli agricoltori, che in questo territorio vivono e lavorano.
Questo progetto ha un impatto ambientale di tale portata che non è possibile non sottolineare il più possibile i potenziali effetti degli svincoli sopraelevati, dei viadotti, dei ponti. Penso per esempio a quello che si costruirà sul Naviglio di Leonardo in prossimità di Cascina Bruciata e che toglierà la visuale della Darsena e della città di Abbiategrasso, là dove si stanno spendendo soldi in ristrutturazioni della Casa del Guardiano delle Acque e in Palazzi storici lungo il Naviglio.
Quando si progetta una tale infrastruttura all’interno di due Parchi, Ticino e Parco Sud, si è rinunciato fin dall’inizio a capire il ruolo dell’agricoltura nella nostra vita, l’importanza della produzione di alimenti per la città, il ruolo dei paesaggi e della cultura agricola con la sua storia impregnata di lavoro e fatica millenaria.
“ IL TESORO NASCOSTO NEI CAMPI” come lo ha definito Carlo Petrini su la Repubblica, è lì, e ancor più oggi, in tempo di crisi economica e finanziaria, bisognerebbe investire in un settore che può creare occupazione e offrire opportunità per una vita qualitativamente migliore.
Nelle mie osservazioni ad ANAS non chiederò di spostare la strada qualche metro più in là, consapevole che non ha senso proteggere il proprio orticello, ma lavorerò, come ho sempre fatto in questi anni insieme al Comitato No Tangenziale, per fermare questo devastante progetto.
Stanno procedendo i lavori per il raddoppio della tratta ferroviaria Milano Mortara ed è su questa struttura che dovranno fare affidamento i pendolari, sempre che vengano costruiti i vagoni dei treni, e fatte viaggiare le merci, come si fa in tutte le nazioni progredite d’Europa.
Riqualificare il mezzo pubblico, incentivare l’uso collettivo dell’auto privata, sono consigli che bisogna accettare come scommessa se vogliamo ridurre i tassi di inquinamento della Pianura Padana e salvaguardare la salute dei cittadini.
Mi preme a questo punto sottolineare tutto quello che si sta facendo da anni nel nostro territorio per far comprendere la vivacità del settore agricolo e l’attenzione che si sta riaccendendo tra i cittadini.
A partire dal mio piccolo appezzamento, davanti al Centro di compostaggio di Albairate, dove è in atto il progetto di risemina di fioriture spontanee nei campi di cereali.
Lì i cittadini potranno ammirare anche quest’anno i papaveri e fiordalisi seminati in mezzo al frumento.
Quest’anno oltre alla distribuzione di seme gratuito dei fiori sono disposta a regalare la farina di frumento a chi si sarà impegnato ad informare e a lavorare per fermare il progetto della Superstrada.
Il Centro di compostaggio è già il primo esempio virtuoso di riciclo dei rifiuti, dove verrà sparso il compost riducendo la disponibilità di terreno e rendendo più difficoltosa la circolazione dei mezzi agricoli?
Altro esempio è la creazione del “Consorzio Agrituristico Terre d’Acqua”,che da qualche anno offre servizi ai cittadini , ha stimolato la collaborazione tra gli agricoltori , investendo nella multi funzionalità,nel risparmio energetico, nella tutela dell’ambiente e del territorio.
Di pari passo la Guida alle aziende agricole del Parco Sud Milano le ha fatte conoscere e stimolato i contatti tra mondo agricolo e urbano.
Oggi su richiesta dei G.A.S. si sta lavorando per la creazione di un Distretto Equo Solidale del Sud Milano e la fornitura di beni alimentari di qualità e da filiera corta è uno dei presupposti principali per la realizzazione del progetto.
Inoltre il Parco Agricolo Sud Milano ha recentemente istituito un marchio del Parco che concede alle aziende particolarmente impegnate in attività di salvaguardia ambientale e di promozione del territorio rurale, promuovendo il raggiungimento di alcuni obiettivi specifici,secondo le capacità finanziarie e le risorse che sarà periodicamente in grado di mettere a disposizione.
Altro progetto appena avviato è il protocollo di intesa tra Parco e Slow Food per collaborare allo sviluppo di interventi che favoriscano un modello virtuoso di gestione del territorio agricolo,e a sostenere progetti mirati alla valorizzazione del prodotto locale e della filiera corta.
La richiesta di prodotti biologici è in costante aumento,cifre fornite da Bio Bank danno una percentuale di aumento del 92% negli ultimi cinque anni.
Ma dove produrremo tali prodotti? Sotto ponti e viadotti?
Il progetto della Super strada è fortunatamente già diventato obsoleto se si avrà il coraggio di guardare al futuro in un’ottica attenta a salvaguardare le ricchezze e il paesaggio del nostro paese come la “Campagna Stop al consumo di territorio” sta invitando a fare in tutti Comuni e le regioni italiane.
Renata Lovati
Cascina Isola Maria
Albairate
Milano
Nota: il riferimento immedato per gli espropri qui è all'articolo de la Repubblica firmato da Stefano Rossi (f.b.)
postilla
Probabilmente sono ancora in parecchi a credere che la cosiddetta “postmodernità” coincida con una specie di caricatura del vecchio “edonismo reaganiano”, magari mescolata a un po’ del nostrano cinismo arraffone. E invece, leggendo ad esempio queste ponderate riflessioni sulla vita metropolitana nel XXI secolo, salta all’occhio quanto certe suggestioni un tempo patrimonio quasi esclusivo dell’intuizione artistica si siano ormai fatte esperienza quotidiana. Esperienza quotidiana forse di molti, non certo di tutti, e soprattutto quasi mai di chi decide per tutti: e appare pateticamente quanto pericolosamente in ritardo sulla tabella di marcia di uno “sviluppo” che pure impugna come vessillo da lustri.
Ho usato l’espressione “vita metropolitana nel XXI secolo” perché le note sugli espropri di Renata Lovati descrivono esattamente questo contesto, che a ben vedere ripropone tanti degli scenari spaziali e sociali che ci sono vagamente noti: dagli insediamenti utopici comunitari di Robert Owen, attraverso la città giardino cooperativa di Ebenezer Howard e la tecnologica Broadacre di Frank Lloyd Wright, sino alle recentissime riflessioni di alcuni esponenti della nuova urbanistica legate alla cultura ecologista e/o del cosiddetto Chilometro Zero, o Dieta delle Cento Miglia.
Ma al chilometro zero sembra rispondere la cupa e ottusa avidità di chi invece dista anni luce da questi scenari, e ha pensato la Expo 2015 milanese solo ed esclusivamente come vacca da mungere: non a nutrire il pianeta ovviamente, ma qualche miserabile per quanto vorace appetito locale/globale. C’è un modo per resistere all’assalto e replicare al Progetto con un Piano? Gli argomenti, solidi e del tutto postmoderni, come dimostra la nota, non mancano. (f.b.)