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Scoprono che l’Auditorium è illegittimo
21 Luglio 2006
Ravello
La nuova giunta prende atto dell’illegittimità del progetto, protervamente sostenuto da autorevoli personaggi per i quali la legge è un optional. Due articoli da la Repubblica, pagine di Napoli, del 21 luglio 2006

Ravello, dietrofront sull’Auditorium senza la variante l’opera non si farà

di Maria Rosaria Sannino

Cambio di rotta sull’Auditorium di Oscar Niemeyer, a Ravello: senza la variante al Piano urbanistico territoriale, l’opera già finanziata con fondi europei per 20 milioni di euro non si farà. Nonostante sia già costata alle casse comunali, tra progettazione e parte degli espropri, quasi 500 mila euro. Lo ha deciso la maggioranza consiliare del Comune guidata dal neo sindaco Paolo Imperato ravvisando «l’illegittimità nell’intero iter» seguito dalla passata amministrazione. «L’opera è in contrasto con il Put – dichiara il sindaco – e non possiamo agire in modo contrario alla legge, mettendo a repentaglio le casse comunali». La vicenda si arricchisce anche di un retroscena: una delibera di giunta regionale del 30 dicembre 2004, aveva riconosciuto l’incompatibilità dell’opera rispetto al Put e "girato" al Consiglio l’approvazione della relativa variante. «Elemento non tenuto in considerazione dalla precedente amministrazione – afferma il sindaco – anzi sottaciuto anche all’ufficio tecnico. Se si dovessero perdere i finanziamenti, le responsabilità vanno ricondotte alla gestione Amalfitano».

Sta di fatto che così si ritorna al punto di partenza, dopo più di tre anni di battaglie a colpi di carte bollate tra Italia Nostra, fortemente contraria all’opera, i proprietari del terreno dove doveva sorgere l’opera del "padre" di Brasilia, e l’allora amministrazione guidata da Secondo Amalfitano, ora capo dell’opposizione. Un parere dell’urbanista Guido D’Angelo rafforza poi le tesi dell’attuale amministrazione, spiegate durante un acceso dibattito in consiglio comunale: l’opera non è compatibile con il Put, perché un Auditorium non è assimilabile ad un’attrezzatura di quartiere. D’accordo anche Italia Nostra: «Non possiamo che ritenerci soddisfatti del riconoscimento da parte della nuova amministrazione dell’illegittimità dell’opera – afferma Lella Di Leo, presidente dell’associazione ambientalista – una volta ripristinate le regole, siamo pronti a qualsiasi discussione». Intanto se il progetto non sarà cantierabile entro il prossimo 31 dicembre, l’opera non sarà finanziata dai fondi Por. A meno che non si provveda ad una proroga della scadenza.

L’ira dell’assessore Di Lello "Ora revocheremo le risorse"

di Ottavio Lucarelli

Questa volta lo schiaffo alla Regione arriva da un piccolo Comune, Ravello, il gioiello incastonato nella Costiera dove il nuovo sindaco Paolo Imperato, eletto due mesi fa con un vantaggio di appena quattordici voti alla testa di una coalizione civica a maggioranza di centrosinistra, ha impresso una svolta che boccia tutto il lavoro svolto da anni in via Santa Lucia per realizzare l’Auditorium da 400 posti al coperto disegnato dall’architetto brasiliano Oscar Niemeyer. Uno schiaffo alla Regione, ma altre due sberle le hanno prese il sindaco uscente Secondo Amalfitano (Margherita), oggi capo dell’opposizione in consiglio comunale, e il sociologo Domenico De Masi, presidente della "Fondazione Ravello".

Uno schiaffo. E la Regione reagisce con l’assessore Marco Di Lello che la vicenda l’ha seguita fin dai primi passi quando aveva la delega all’urbanistica: «A Ravello c’è da poche settimane una nuova amministrazione comunale che ha condotto tutta la campagna elettorale parlando solo contro il progetto dell’Auditorium. Hanno vinto e io ho detto loro il mio pensiero. La Campania non può permettersi il lusso di perdere 18 milioni di euro di fondi europei. Se il Comune davvero ha deciso vuol dire che noi sposteremo rapidamente quei soldi su un altro progetto. Revocheremo la risorse per l’Auditorium ma Ravello, sia chiaro, avrà perso una grande occasione per diventare una meta turistica di alto livello dodici mesi l’anno».

Una battaglia durata quattro anni, ma è attorno alla Fondazione che ruota la storia infinita dell’Auditorium impossibile. Creata nel giugno 2002 da Antonio Bassolino, Secondo Amalfitano, Alfonso Andria (a quei tempi, presidente della Provincia di Salerno) e Monte dei Paschi di Siena, la Fondazione guidata da De Masi ha tra gli scopi la tutela in termini culturali ed economici dei beni di interesse artistico e storico e la promozione di iniziative culturali, scientifiche e artistiche. Questo sulla carta. In realtà la Fondazione era nata per gestire l’Auditorium e tutto ciò che gira attorno al Festival di Ravello. Obiettivi ora dimezzati, al punto che si parla di un possibile distacco di De Masi.

Sconfitto un intero cartello, ma la vera sberla l’ha presa la Regione perché la decisione del Comune di Ravello sconfessa tutta la linea portata avanti per anni in via Santa Lucia, dal viaggio in Brasile a casa di Niemeyer alla battaglia davanti a Tar (persa) e Consiglio di Stato (vinta). E lo schiaffo arriva non solo da un’amministrazione di centrosinistra ma anche da un vicesindaco diessino, Salvatore Di Martino, che le idee sulla vicenda le ha molto chiare: «La campagna elettorale dei mesi scorsi si è giocata a Ravello tutta sull’Auditorium. Da un lato c’era la linea di Bassolino e del sindaco uscente Amalfitano. Dall’altro la nostra idea che ha vinto democraticamente nelle urne. La nostra posizione in campagna elettorale è stata netta e gli elettori ci hanno detto di andare avanti perché quell’opera sarebbe fuorilegge, alla pari di un palazzo abusivo. Un’opera incompatibile con il Piano urbanistico territoriale e questo la Regione, che per superare l’ostacolo l’ha classificata come attrezzatura di quartiere, lo sapeva. In queste condizioni non si può procedere nel realizzare qualcosa che un magistrato riterrebbe illegale. E il progetto di Niemeyer, in ogni caso, male si inserisce nel contesto di Ravello».

Un Auditorium incompatibile. Una bocciatura secca. D’altra parte già tre anni fa, in un documento, Italia Nostra aveva dichiarato che l’intervento era in contrasto con il Piano urbanistico territoriale del 1987, il cosiddetto piano della penisola sorrentino-amalfitana. Attorno ad Italia Nostra si era formato un ampio cartello di intellettuali e professionisti tra cui Alda Croce, Vittorio Emiliani, Piero Craveri, Vezio De Lucia, Carlo Ripa di Meana. Poi la battaglia si era spostata nei tribunali amministrativi. E qui il Tar, il 9 agosto del 2004, aveva accolto il ricorso contro l’opera di Niemeyer. Primo round agli ambientalisti con il sindaco Amalfitano che minacciava, senza formalizzarle, le dimissioni.

Il Tar boccia, gli ambientalisti esultano, ma la Regione insiste. «Si va davanti al Consiglio di Stato - annunciava l’assessore all’urbanistica, il socialista Marco Di Lello - perché la decisione politica è stata presa e l’Auditorium si farà». E infatti, un po’ a sorpresa, il 16 febbraio 2005 il Consiglio di Stato ribalta la sentenza del Tar di Salerno. «Vince Ravello», è l’urlo di De Masi. Tre i motivi che il Consiglio di Stato sottolinea: «Inammissibilità del ricorso di Italia Nostra, conformità del progetto al piano territoriale e classificazione dell’Auditorium tra le urbanizzazioni secondarie nonostante si stia discutendo di un colosso da quattrocento posti al coperto. Il braccio di ferro sembra finito. I diciotto milioni di euro sono pronti, partono le procedure di appalto. Poi arrivano le elezioni e nelle urne, quasi un referendum, i cittadini eleggono il sindaco anti-Auditorium.

Un'intera cartella di eddyburg dedicata all'auditorium di Ravello

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