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Luca Studer
Scommettere sul Metro
7 Febbraio 2013
Milano
Lodando giustamente le recenti iniziative milanesi sul trasporto collettivo, stupisce però da uno studioso la poca considerazione della scala metropolitana.

Corriere della Sera Milano, 7 febbraio 2013, postilla (f.b.)

L'inaugurazione della prima tratta e il completamento dell'intera linea 5 permetteranno a Milano di fare un enorme passo avanti in termini di estensione di rete metropolitana. Oggi si aggiungono 4,1 km agli attuali 83,5 km di rete complessiva di metropolitana e in futuro altri 8,5 km. Si arriverà a un totale di oltre 96 km di rete. Milano ha quindi raggiunto, anche se faticosamente e lentamente, reti metropolitane presenti in città europee quali Monaco di Baviera (95 km) e Barcellona (102 km). La crescente capillarità del servizio collettivo di Milano è dimostrata anche dal fatto che la neonata linea lilla interscambierà, quando sarà ultimata, con tutte le linee di metropolitana, il passante ferroviario e numerose linee suburbane su ferro. La completa automazione (sistema driverless) della marcia garantisce elevati livelli di innovazione tecnologica e permette di offrire un servizio più sicuro impedendo gli investimenti di persone e, al gestore, una maggiore economia e un aumento del numero dei treni in servizio. Questa elevata automazione deve però essere affiancata da un elemento fondamentale quale la percezione di sicurezza delle stazioni.

Oltre a questi aspetti positivi è necessario riflettere e cercare soluzioni sul perché a Milano e in Italia i poli attrattori e generatori di spostamenti si costruiscano senza pensare alle dovute infrastrutture di trasporto, se non anni dopo. Infatti solo ultimamente è stato collegato il forum di Assago alla rete metropolitana; da ora la linea 5 servirà l'università Bicocca, l'ospedale Niguarda e il Cto e in futuro lo stadio di San Siro, non certo costruito recentemente, mentre le linee di metropolitana progettate (si veda la linea 4) raggiungeranno l'aeroporto di Linate unendolo finalmente alla città con una linea di forza, come succede in tutte le maggiori città europee. Ora, e sempre di più, esiste un'alternativa al trasporto privato e di conseguenza si rende necessario convincere in tutti i modi, Area C inclusa, i cittadini ad usare meno l'auto e più i trasporti collettivi.

Un incentivo sarebbe l'esistenza di una rete metropolitana che si estendesse maggiormente verso l'hinterland, permettendo di svolgere lo spostamento integralmente su mezzo collettivo. È però doveroso sottolineare che la linea lilla manca di parcheggi di interscambio per invogliare gli utenti ad abbandonare l'auto ed utilizzare la metropolitana. Parcheggi che potrebbero, in maniera innovativa, prevedere una condivisione degli spazi destinati alla sosta di interscambio con funzioni tipicamente di natura commerciale, con una condivisione della spesa tra pubblico e privato.
Infine dopo aver raggiunto standard europei in termini di estensione di rete metropolitana, è ora necessario potenziare e sfruttare al meglio la rete di superficie composta da tram e autobus, la cui estensione è superiore a tantissime città europee. Per avere servizi affidabili e di elevata qualità si deve proteggere e dare priorità al trasporto collettivo.

Postilla
Figuriamoci se è possibile non essere d'accordo con questo articolo: che però si limita a sfiorare quello che, in buona parte, è il vero problema, ovvero la dimensione extraurbana. Ulteriormente sottolineata dal fatto che tutti i nodi di prossima realizzazione citati si trovano ancora, rigorosamente, nel comune di Milano, nel microscopico comune di Milano, per chi non lo conoscesse direttamente. Mentre gli spostamenti col mezzo privato, lei mi insegna, hanno quasi sempre origine (a volte anche destinazione) suburbana. Certo non è cosa che si possa risolvere dall'oggi al domani, ma dare le giuste proporzioni a queste poche centinaia di metri di percorso in sotterranea della nuova Linea 5 aiuta a capire l'entità della sfida. Per ora rinviata (f.b.)

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