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Francesco Pilla
Rifiuti, Acerra blocca Napoli
12 Gennaio 2008
Rifiuti di sviluppo
Quello che succede quando si appaltano ai privati funzioni pubbliche. Prosegue il dramma dovuto all'assenza di pianificazione e all'eccesso di project financing. Da il manifesto dell'11 settembre 2004

Crisi aperta in Regione, maggioranza spaccata e tilt della linea ferroviaria che collega il Nord e il Sud dell'Italia. Questo il bilancio della lunga giornata di protesta dei cittadini acerrani, a Napoli per contestare nuovamente la costruzione del megaincenritore dell'immondizia campana nel comune partenopeo. Un corteo di 5.000 persone che ha sfilato in mattinata per le vie del centro; presidi a macchia di leopardo che hanno ostruito per ore il traffico napoletano; il blocco dei binari di treni e metropolitane alla stazione Garibaldi iniziato nel pomeriggio - proprio in concomitanza con l'avvio della sessione dedicata alla questione Acerra del consiglio regionale - e proseguito fino a sera; il secco no all'impianto del sindaco Espedito Marletta, sostenuto pienamente da Prc, Pdci e Verdi e sbattuto in faccia al commissario straordinario Corrado Catenacci durante un summit pomeridiano in prefettura. Sono stati tutti ingredienti della miscela che ieri sera è esplosa nella seduta fiume del consiglio. Risultato? Riaperta la partita sulla possibilità di impiantare il termovalorizzatore della Fibe di Cesare Romiti in località Pantano, con governo e commissariato in forte difficoltà. La seduta monotematica sul piano di smaltimento dei rifiuti campana aperta dall'intervento di Vittorio Nolli capogruppo del Pdci - che ha parlato per oltre 45 minuti accusando pesantemente l'operato del presidente Antonio Bassolino - ha infatti rimescolato le carte con conseguenze politiche che nei prossimi giorni metteranno in discussione la maggioranza Ds. A partire dalla posizione di Rifondazione che ha lanciato per la prima volta un ultimatum alla giunta: «Se il Consiglio regionale, il governo regionale - hanno detto Peppe De Cristofaro e Vito Nocera, rispettivamente segretari del Prc di Napoli e della Campania - non prenderà una chiara posizione, esprimendosia favore della richiesta di sospensione dei lavori per la costruzione del termovalorizzatore di Acerra (in attesa dellaVerifica d'impatto ambientale), il Prc aprirà la crisi nelle istituzioni». Dichiarazione questa che fa tremare la coalizione, considerata la presenza del partito di Bertinotti in tutte le amministrazioni locali disseminate per la Campania.

Infine, a sorpresa, anche Alleanza nazionale si è schierata a favore della sospensione dei lavori ad Acerra in attesa della nuova Via.

Insomma una seduta fiume iniziata in sordina con soli 31 consiglieri su 60 presenti in aula, ma con un crescendo di interventi e ribaltoni, tanti che in tarda serata Bassolino non era ancora riuscito a prendere la parola.

Ma se è stato caos in politica, non è andata meglio alla Stazione di Napoli centrale. Centinaia di manifestanti del comitato di Acerra esasperati dalla posizione della giunta, hanno completamente bloccato le linee ferroviarie. Già dopo alcune ore dal blitz Trenitalia è stata costretta ad adottare un piano di emergenza dirottando i treni a lunga percorrenza provenienti da Roma lungo la linea Cancello-Caserta mentre i viaggiatori diretti al Nord hanno dovuto raggiungere, con i convogli del servizio metropolitano, la stazione di Villa Literno e salire sui treni in partenza per Roma. I ritardi sulle partenze e gli arrivi sono stati calcolati in termini di svariate ore perché sulle linee ferrate intasate si è viaggiato quasi a passo d'uomo. Solo alle 21.00 i manifestanti insieme al senatore del Prc Tommaso Sodano hanno lasciato la stazione per dirigersi al Centro Direzionale, dove continuava la seduta del consiglio. Qui un gruppo ha disteso lo striscione portato come un trofeo: «Se il termovalorizzatore è bello e fa bene, allora fatevelo con vista sul mare».

Le ragioni di Acerra nell'articolo di Antonio Di Gennaro

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