Qui il testo dell’accordo, e qui il commento di eddyburg
Via libera questa mattina dal governo e dalla conferenza delle regioni al cosiddetto “piano casa”. Nel piano saranno sbloccate le procedure per ampliamenti degli immobili, che però saranno possibili «entro il limite del 20% della volumetria esistente», per immobili che non superino i 1.000 metri cubi e fino a un massimo di incremento di 200 metri cubi. Il tutto secondo le norme regionali, che potranno escludere aree «con particolare riferimento ai beni culturali» e aree «di pregio ambientale e paesaggistico». E' quanto si legge nell'intesa raggiunta tra governo e regioni.
Il limite di ampliamento sale al 35% nel caso di demolizioni, «con finalità di miglioramento della qualità architettonica, dell'efficienza energetica e secondo criteri di sostenibilità ambientale». Le regioni, prevede l'intesa, «si impegnano ad approvare entro e non oltre 90 giorni proprie leggi ispirate preferibilmente» agli obiettivi dell'accordo stesso. La validità delle leggi regionali non sarà superiore a 18 mesi. Mentre «entro dieci giorni dalla sottoscrizione dell'accordo il governo emanerà un decreto-legge i cui contenuti saranno concordati con le regioni e il sistema delle autonomie».
L'obiettivo, si legge, è quello «di semplificare alcune norme di competenza esclusiva dello Stato, al fine di rendere più rapida ed efficace l'azione amministrativa di disciplina dell'attività edilizia» e «introdurre forme semplificate e celeri per l'attuazione degli interventi edilizi», sempre «in coerenza con i principi della legislazione urbanistica ed edilizia e della pianificazione comunale».
Il governo e le regioni, infine, «ribadiscono la necessità assoluta del pieno rispetto della vigente disciplina in materia di rapporto di lavoro, anche per gli aspetti previdenziali e assistenziali e di sicurezza dei cantieri».
«Si tratta di un risultato molto importante al quale abbiamo lavorato intensamente - ha commentato il ministro Raffaele Fitto - abbiamo raggiunto un'intesa condivisa dall'intero governo».
Il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, oltre alla soddisfazione, ha sottolineato che l'intesa «è un risultato importante per noi e per il Paese, confermiamo pienamente l'impostazione di quando avevamo detto che il decreto era inaccettabile». Con gli accordi raggiunti oggi «non ci sono scelte che possono compromettere il sistema di governo e la tenuta urbanistica del territorio. Ora però bisogna occuparsi della vera emergenza che è quella di trovare risorse per le famiglie in difficoltà che non riescono a pagare l'affitto, abbiamo 550 milioni di euro, bisogna trovare altre risorse pubbliche e private». Soddisfazione è stata espressa da Errani anche perché nella bozza dell'accordo «non c'è più la vendibilità del 20% e non c'è più il cambiamento della destinazione d'uso».
Errani ha poi sottolineato che i lavori del piano casa saranno svolti nel rispetto delle norme sulla sicurezza e con lavoro regolare e forme di rendicontazione che mettano in chiaro tutti i lavori che verranno fatti. Le Regioni avranno 90 giorni di tempo per emanare, ciascuna, le norme per consentire l'attuazione del piano casa. In extremis si è raggiunto l'accordo per il varo di un tavolo che metta a punto uno studio di fattibilità per verificare quali misure adottare per l'edilizia pubblica. Dall'accordo, infatti, sono sparite «le risorse aggiuntive» che lo Stato avrebbe dovuto apportare, seppure in quantità non determinata.
Al termine del consiglio dei ministri anche Berlusconi ha commentato l'intesa: «Sono soddisfatto per l'accordo raggiunto, un'altra intesa importante dopo quella sugli ammortizzatori sociali. Ringrazio le Regioni per la collaborazione istituzionale, ora ci avviamo a studiare l'altro grande piano per la casa. E' intenzione dell'esecutivo - ha spiegato Berlusconi - dare il via alla costruzione di 'new town' in ogni capoluogo di provincia per mettere a disposizione nuove case, in particolare per i giovani».
Il testo del «piano casa»
(da l'Unità online, 1 aprile 2009)
Ecco il testo dell'accordo sul piano casa siglato la notte scorsa al tavolo tecnico dal governo e dalla conferenza delle regioni, recepito questa mattina dalla conferenza unificata a Palazzo Chigi.
«Rilevata l'esigenza, da parte del governo, delle regioni e degli enti locali di individuare misure che contrastino la crisi economica in materie di legislazione concorrente con le regioni, quale quella relativa al governo del territorio;
visto l'accordo delle regioni e degli enti locali in ordine alle esigenze di fronteggiare la crisi mediante un riavvio dell'attività edilizia favorendo altresì lavori di modifica del patrimonio edilizio esistente nonché prevedendo forme di semplificazione dei relativi adempimenti secondo modalità utili ad esplicare effetti in tempi brevi nell'ambito della garanzia del governo del territorio;
rilevata l'esigenza di predisporre misure legislative coordinate tra stato e regioni nell'ambito delle rispettive competenze;
governo, regioni ed enti locali convengono la seguente intesa:
per favorire iniziative volte al rilancio dell'economia, rispondere anche ai bisogni abitativi delle famiglie e per introdurre incisive misure di semplificazione procedurali dell'attività edilizia, lo stato, le regioni e le autonomie locali definiscono il seguente accordo.
Le regioni si impegnano ad approvare entro e non oltre 90 giorni proprie leggi ispirate preferibilmente ai seguenti obiettivi:
a) regolamentare interventi - che possono realizzarsi attraverso piani/programmi definiti tra regioni e comuni - al fine di migliorare anche la qualità architettonica e/o energetica degli edifici entro il limite del 20% della volumetria esistente di edifici residenziali uni-bifamiliari o comunque di volumetria non superiore ai 1000 metri cubi, per un incremento complessivo massimo di 200 metri cubi, fatte salve diverse determinazioni regionali che possono promuovere ulteriori forme di incentivazione volumetrica;
b) disciplinare interventi straordinari di demolizione e ricostruzione con ampliamento per edifici a destinazione residenziale entro il limite del 35% della volumetria esistente, con finalità di miglioramento della qualità architettonica, dell'efficienza energetica ed utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e secondo criteri di sostenibilità ambientale, ferma restando l'autonomia legislativa regionale in riferimento ad altre tipologie di intervento;
c) introdurre forme semplificate e celeri per l'attuazione degli interventi edilizi di cui alla leggera a) e b) in coerenza con i principi della legislazione urbanistica ed edilizia e della pianificazione comunale. Tali interventi edilizi non possono riferirsi ad edifici abusivi o nei centri storici o in aree di inedificabilità assoluta.
Le leggi regionali possono individuare gli ambiti nei quali gli interventi di cui alle lettere a) e b) sono esclusi o limitati, con particolare riferimento ai beni culturali e alle aree di pregio ambientale e paesaggistico, nonché gli ambiti nei quali i medesimi interventi sono favoriti con opportune incentivazioni e premialità finalizzate alla riqualificazione di aree urbane degradate.
La disciplina introdotta dalle suddette leggi regionali avrà validità temporalmente definita, comunque non superiore ai 18 mesi dalla loro entrata in vigore, salvo diverse determinazioni delle singole regioni.
In caso di mancata approvazione delle leggi regionali nel termine stabilito, il governo e il presidente della giunta regionale interessata, congiuntamente, determinano le modalità procedurali idonee ad attuare compiutamente l'accordo, anche ai sensi dell'art. 8, comma 1, della legge n. 131/2003.
Entro dieci giorni dalla sottoscrizione del presente accordo, il governo emanerà un decreto-legge i cui contenuti saranno concordati con le regioni e il sistema delle autonomie con l'obiettivo precipuo di semplificare alcune procedure di competenza esclusiva dello stato, al fine di rendere più rapida ed efficace l'azione amministrativa di disciplina dell'attività edilizia.
Il governo e le regioni ribadiscono la necessità assoluta del pieno rispetto della vigente disciplina in materia di rapporto di lavoro, anche per gli aspetti previdenziali e assistenziali e di sicurezza nei cantieri e la necessità di mettere a punto una procedura che garantisca trasparenza come, per esempio, quella utilizzata per lo sgravio Irpef del 36%.
Il governo si impegna, inoltre, confermando integralmente gli impegni assunti con l'accordo sottoscritto con le regioni in merito al sostegno all'edilizia residenziale pubblica, ad avviare congiuntamente con le regioni e le autonomie locali uno studio di fattibilità per un nuovo piano casa che individui, in aggiunta alle risorse dell'accordo sopra indicato, e compatibilmente con le condizioni di finanza pubblica, risorse pubbliche e private per soddisfare il fabbisogno abitativo delle famiglie o particolari categorie, che si trovano nella condizione di più alto disagio sociale e che hanno difficoltà ad accedere al libero mercato della locazione.
Viene fatta salva ogni prerogativa costituzionale delle regioni a statuto speciale e delle province autonome».