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Andrea Paola; Montanari Coppola
Piano casa, primi dubbi della Lega Lombardia pronta a seguire il Veneto
23 Marzo 2009
La barbara edilizia di Berlusconi
Riducono anche la tutela del paesaggio e i contributi per le urbanizzazioni! La Repubblica, 12 marzo 2009

ROMA - Stretta sulle sanzioni, certificazione giurata del progettista invece del permesso di costruire, meno burocrazia e tempi più stretti: ecco i punti chiave del piano per l’edilizia a cui sta lavorando il governo, la "legge quadro" che domani dovrebbe approdare al Consiglio dei ministri. Anche se è possibile che il via libera slitti di qualche giorno per mettere a punto i dettagli del pacchetto e sciogliere le riserve dell’alleato leghista. Ieri Bossi ha espresso ancora dubbi sul provvedimento per quanto riguarda il nodo immigrati e la tutela del territorio: «Vogliamo vedere bene cosa ha in mente Berlusconi», ha detto.

Ma la "rivoluzione" per sostenere l’edilizia va avanti, e si muove su due livelli. Mentre i tecnici del governo lavorano alla legge quadro, parallelamente, il tema è all’ordine del giorno anche alla conferenza Stato-Regioni: oggi alle Regioni sarà proposta una bozza di ddl simile a quella discussa da Berlusconi e Galan e approvata dalla giunta regionale del Veneto. Ogni Regione potrà decidere se farla sua.

Il consenso della Sardegna c’è, la Lombardia ha annunciato un intervento a breve. «È una bella idea che può mettere in moto l’indotto», ha chiarito Formigoni. L’ "Intervento regionale a sostegno del settore edilizio e per promuovere l’utilizzo di fonti di energia alternative e rinnovabili" prevede che le abitazioni private potranno essere ingrandite fino a un tetto del 20% del volume. I Comuni potranno scegliere di ridurre il "contributo di costruzione", previsto per l’ampliamento, del 20%. Se si tratta di prima casa invece lo "sconto" può arrivare al 60%. Prevista la possibilità di realizzare un ampliamento separato dal fabbricato, e fissata una scadenza (fine 2010) per presentare la richiesta di modifica. C’è la cosiddetta "rottamazione" per palazzi vecchi: gli edifici pre-1989, non soggetti a forme di tutela, possono essere abbattuti e ricostruiti con un aumento del volume del 30%, fino al 35% se si usano tecniche di bioedilizia. Se si costruisce su un’area diversa da «quella occupata dal fabbricato demolito - si legge nella bozza - dovrà essere gravata da un vincolo di inedificabilità o ceduta all’amministrazione comunale per essere adibita a verde pubblico o a servizi». Fissati paletti rispetto ai vincoli ambientali e paesaggistici, e il divieto di ampliare immobili abusivi.

Punta a semplificare le procedure e a tagliare i tempi la "legge quadro" del governo che dovrebbe modificare il testo unico dell’edilizia e il Codice dei beni culturali e del paesaggio. Tra le novità: confermata l’abolizione del permesso di costruire, sostituita con una certificazione di conformità giurata del progettista e la creazione di una Camera di conciliazione presso i Comuni. Per evitare che le norme si trasformino in un condono sanzioni più severe per chi interviene sui beni vincolati. È allo studio anche il "ravvedimento operoso": per i casi meno gravi potrebbe essere immaginata l’estinzione per l’illecito e la possibilità che accertamento di conformità e quello di compatibilità ambientale estinguano i reati. Infine il piano vuole semplificare le procedure per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica.

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