Probabile la riapertura del confronto sul Piano Casa. È stata convocata per domani alle 16 la Conferenza Unificata per l’esame dello schema di decreto leggerecante misure urgenti in materia di edilizia, urbanistica e opere pubbliche. Gli Enti Locali, che dopo la presentazione dei possibili emendamenti attendono le nuove proposte del Governo, continuano il percorso parallelo della legislazione regionale.
Nel Lazio si fa avanti un percorso condiviso grazie alla collaborazione di costruttori e istituzioni. Al convegno dell’Acer, Associazione costruttori edili di Roma, è emersa la volontà di costruire alloggi a canone sociale e convenzionato. Non si tratterà di case popolari, ma di un’edilizia residenziale con canoni di locazione inferiori a quelli del libero mercato. Le stime sulla richiesta abitativa mostrano una carenza di 50 mila alloggi.
L’housing sociale si coniugherà anche con la densificazione delle aree già edificate, come gli aumenti volumetrici del piano governativo. Oltre agli ampliamenti del 20% sarà incentivata la demolizione e successiva ricostruzione degli edifici anni ’70. A causa delle crescenti difficoltà di edificazione si prevedono bandi di gara, cambi di destinazione d’uso e la riqualificazione di 13 mila casali agricoli.
Non recepirà totalmente il DL del Governo la Sardegna. Lo ha annunciato l’Assessore all’Urbanistica Gabriele Asunis, impegnato insieme al Governatore e agli altri vertici regionali nella rivisitazione del Piano Paesaggistico. Il 18 maggio inizierà un percorso per la tutela di centri storici, sistema costiero e fasce marine. Alla base il principio della valorizzazione dell’intero patrimonio edilizio, che andrà di pari passo con il rilancio delle costruzioni.
Tutti gli interventi dovranno rispettare il divieto di costruire a una distanza inferiore di 300 metri dal mare. La norma regionale conterrà inoltre incentivi e premi volumetrici per i proprietari che abbatteranno la propria abitazione per ricostruirla a una distanza maggiore dalla costa. Il percorso di scelte condivise sarà anche utile a risolvere le criticità presenti nella pianificazione comunale, a causa delle quali l’edilizia ha subito un blocco.
Non sono solo le Regioni ad attendere la ripresa del Confronto sul Piano Casa. Dopo le dichiarazioni rilasciate da Finco, anche Giuseppe Moretti, Segretario generale di Feneal-Uil esprime disapprovazione sui continui ritardi del Governo, dovuti anche all’emergenza Abruzzo. Gli effetti del terremoto hanno portato all’inserimento nel DL di misure antisismiche cui tutti gli interventi dovranno conformarsi. Gli adeguamenti potranno essere effettuati da soggetti abilitati.
I costi, indicati orientativamente nell’Ordinanza 3362/2004, possono essere stimati in 3 euro per metro cubo per la valutazione di vulnerabilità negli immobili di piccole dimensioni e in 0,50 euro a metro cubo per quelli più grandi. L’adeguamento si può invece aggirare sui 150 euro a metro cubo, ma il valore preciso dipende dalla vicinanza alla zona sismica di riferimento e dalla sua tipologia.
Il rischio è che l’housing sociale diventi un ulteriore alibi per rendere edificabili e private aree che non lo sono. Immaginate il seguente colloquio tra il comune e l’immobiliarista di turno:
Comune : Mi servono appartamenti a canoni inferiori a quelli di mercato, da assegnare a determinate categorie di utenti.
Immobiliarista : Benissimo, ghe pensi mi. Dammi le aree.
Com : E dove le trovo?
Imm : Intanto me ne dai un po’ di quelle vincolate (che brutta parola!) a standard.
Com : E se non bastano?
Imm : Ti aiuto io. Ne ho quanto ne vuoi. Basta che togli il vincolo (ancora questa parola!) a verde agricolo, e io invece dei fagiolini ci costruisco le case che ti servono e le affitto a chi vuoi a prezzi concordati.
Com : Benissimo. Per quando tempo?
Imm : Ma quanto vuoi, anche 10 o 15 anni!
Com : Perfetto!
Morale della favola: se va così, l’immobiliarista ha “valorizzato” (così come piace a lui) il suo terreno, prima inedificabile o addirittura soggetto a esproprio, il comune ha aggravato un po’ il consumo di suolo, il livello della rendita fondiaria e il carico sui servizi pubblici. Uno contento, e l’altro (cioè noi) cojonato.
Riusciranno regioni e comuni, che discutono con Berlusconi la mitigazione del suo “piano casa”, a evitare quest’ultimo trasferimento dal pubblico al privato, dalla ricchezza comune a quella privata? Vedremo alla prossima puntata.
Intanto, in Sardegna minacciano di distruggere il piano paesistico e di riaprire il saccheggio delle coste.