"Italia Nostra" da quando è nata nel 1955, sotto la presidenza del senatore a vita Zanotti Bianco, per difendere il patrimonio storico, artistico e naturale, fino ad oggi, sotto la presidenza di Desideria Pasolini dall´Onda, ha sempre svolto encomiabili battaglie contro gli scempi urbanistici e paesaggistici. Alcune le ha anche vinte ma, soprattutto, è riuscita, ben prima che nascessero i "verdi", a sensibilizzare l´opinione pubblica sui temi della difesa ambientale. Basti ricordare le pluridecennali azioni condotte da una delle sue dirigenti storiche, Teresa Foscari Foscolo, per la salvaguardia di Venezia. Ciò detto reputo che talvolta il pregiudizio ideologico conduca anche "Italia Nostra" a prendere posizioni dettate dal rifiuto contro qualsivoglia progetto innovativo. La difesa di tutto ciò che esiste, si tramuta allora in conservatorismo cieco che riesce a impedire a un buono o anche eccellente progetto di attuarsi.
La opposizione alla edificazione a Ravello di un auditorium progettato da uno dei più grandi architetti del mondo, il brasiliano Oscar Niemeyer, mi appare frutto di questa chiusura cieca che reputa non si debba più costruire nulla a prescindere da ogni criterio culturale e persino da ogni valutazione estetica. Il progetto che il creatore di Brasilia ha offerto gratuitamente all´amministrazione di Ravello e alla Regione campana, contro cui si oppongono in sede Tar sia "Italia Nostra" sia i proprietari del terreno che vorrebbero edificarci un garage, ha ricevuto l´appoggio caloroso di 150 personalità della cultura e dell´arte, da architetti e urbanisti come Fuksas, De Seta, Portoghesi, Alison, Gravagnuolo ed altri a musicisti e musicologi di grande prestigio come Vlad, Sciarrino, Gergev e ai direttori di Santa Cecilia, Cagli, della Scala, Meli, di San Pietro a Majlella, De Gregorio. E di tanti altri, da Massimo Cacciari a Remo Bodei. Persino Legambiente diretta da Ermete Realacci si è pronunciata a favore, mentre il Wwf, che inizialmente si era unito a "Italia Nostra", si è ritirato dal giudizio, convertendosi all´iniziativa. Il progetto di Niemeyer, una elegante costruzione semisferica di ridotte dimensioni (409 posti a sedere), non rappresenterebbe solo un arricchimento al profilo paesaggistico così come, a loro tempo, il Duomo o villa Rufolo, ma anche consoliderebbe la vocazione musicale di Ravello. Non riesumo in questo caso la favola metropolitana secondo cui Wagner avrebbe composto qui il Parsifal (in realtà solo la scenografia originaria del giardino incantato di Klingsor nel II atto si ispirò ai giardini di villa Rufolo che il grande musicista tedesco aveva visitato) ma al prestigioso festival wagneriano che da cinquant´anni vi si svolge e che da due anni è stato inserito in una più ampia programmazione musicale con una presenza anche di altri autori e una suddivisione tematica che spazia dalla musica da camera al film musicale.
Questo festival, cui partecipano maestri, orchestre e solisti di prestigio internazionale presenta oggi tutti i vantaggi e gli svantaggi di svolgersi all´aperto. Così da un lato se il tempo è bello gli spettatori godono anche la vista della costiera amalfitana, mentre quando piove lo spettacolo salta con perdite di centinaia di milioni per l´amministrazione pubblica (Comune e Regione) che lo sovvenziona. Questa la ragione prima - assieme alla possibilità di svolgere edizioni anche nei mesi freddi - che ha spinto la giunta Bassolino a stanziare i fondi per costruire un auditorium per il quale già sono stati ottenuti tutti i permessi e le autorizzazioni (Sovrintendenza, impatto ambientale, commissione edilizia, parere di conformità col piano urbanistico territoriale della penisola sorrentina). Ora la parola spetta al Tar: dare ascolto alle patofobie naturistiche e ai più concreti appetiti degli aspiranti garagisti oppure concedere l´ultimo decisivo placet a una iniziativa culturale di tutto rispetto?
Non per pessimismo inveterato ma per esperienza storica vorrei ricordare che negli anni Cinquanta due grandissimi architetti proposero di offrire a Venezia edifici che l´avrebbero solo arricchita: Wrigth voleva fare una piccola, splendida casa sul Canal Grande al posto di un anonimo edificio ottocentesco, mentre Le Corbusier aveva progettato un nuovo ospedale. Ma il partito di chi non voleva (e ancora oggi non vuole) spostare neppure una pietra - come se Venezia fosse stata costruita, perfetta, in un solo giorno della Storia - l´ebbe vinta anche allora. Auguriamoci che il tempo sia più propizio per l´offerta di Niemeyer.