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Roberto Fuccillo
Pd, De Luca e gli urbanisti critici sul prg di Napoli
11 Novembre 2010
Stupidario
Non si sa se meritino l’inserimento nella cartella “stupidario” più l’ex sindaco, o gli urbanisti: il futuro che auspicano è “Le mani sulla città”. Peggio dei barbari…L’Unità, ed. meridionale, (?) novembre 2010

«Più cortesia, non mettete l'urbanistica al centro del dibattito, altrimenti qui non ci alleiamo con nessuno». Ricorre all'ironia il vicesindaco Tino Santangelo e strappa il sorriso anche a Enzo De Luca. Lo scenario è il primo dei convegni sulla città organizzato dal PD provinciale verso le elezioni. I1 segretario Nicola Tremante ha chiamato il sindaco di Salerno. La sua relazione trasforma ben presto il convegno in un processo all'immobilismo di vent’anni di urbanistica cittadina. con al banco degli imputali soprattutto il piano regolatore. De Luca in realtà tenta di evitare il ruolo di inquisitore: «Su Napoli non parlo, vi dico cosa abbiamo fatto a Salerno ». La sostanza non cambia. Si parte dall’assunto che gli diede Oriol Bohigas: «Le priorità sono le cose possibili ».Si arriva al tornaconto per i privati: «Altrimenti chi paga?» In mezzo la prassi per fare, realizzare: «Ho applicato cinquanta varianti urbanistiche, che godimento!»

La breccia è aperta, gli urbanisti vi si infilano. Francesco Forte spara ad alzo zero: «Sul porto non c’è un’idea;Bagnoli morirà della sua concezione di città pubblica, basta, abbiamo bisogno di “mani sulla città”». Una provocazione. Benedetto Gravagnuolo tenta una mediazione: « Dobbiamo essere impietosi nel giudizio, ma non autolesionisti. Le regole non sono dogmi, ma si interviene solo se si vede che sono sbagliate». Infine Attilio Belli «Sono d’accordo con De Luca. L'idea che lo Stato prescrive e la società attua semplicemente non funziona».

Santangelo ascolta, i colpi vanno tutti verso di lui. La replica è chiara: «Non faccio il panegirico del Piano regolatore, ma ci muoviamo per attrarre investimenti. Senza dimenticare che le "mani sulla città" non furono affatto investimenti. Abbiamo scelto regole stringenti, sulle quali sono possibili aggiornamenti, non modifiche pericolose. Ogni giorno ho fuori dalla mia porta decine di imprenditori che chiedono questo e quello: immaginate cosa vorrebbe dire il via libera a modifiche immediate? ». Conclusione: «Sono d'accordo a migliorare, la flessibilità invece mi preoccupa».

Palazzo S. Giacomo non cede, sulla campagna elettorale del Pd resta il tema della soluzione di continuità fra vecchia amministrazione e nuova proposta. Mentre De Luca torna nella sua eterna Salerno (si ricandiderà anche lui) forse senza che nessu-no gli abbia cancellalo una impressione: «A Napoli c'è una cultura come di nobiltà decaduta. Troppa intellettualità che contempla le glorie del passato mentre muore di applausi. Una pigrizia mentale che si sente al centro del mondo mentre il mondo cambia, e che vive sui restii dei Borbone senza vivere futuro».

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