I bisbigli Ricucci e Corriere Sera non c'entrano. La ricerca per un libro (titolo provvisorio Cuore di mattone) fa scoprire come possano crescere in modo diverso due città già diverse per tradizioni, dimensione e per quel mare sul quale Bari si affaccia lontana dalla nebbia degli inverni di Parma. La differenza è l'informazione.
A Bari la città programma il cambiamento urbanistico offrendo le proposte al dibattito di un'opinione pubblica informata in modo corretto. La gente discute, gli esperti confrontano tesi opposte; giornali e Tv spiegano a lettori-spettatori cosa sta succedendo. Naturalmente le lobbies hanno il loro peso, ma è un peso equamente distribuito e la gente «sa». Anche per Bari la piega è nuova: dopo 30 anni di governo dei partiti-mattone, il centro sinistra ha conquistato comune, provincia e regione e il dibattito covato nei mugugni di chi non aveva parola, finalmente è aperto. “Cuore di mattone” prova a disegnare la mappa dell'Italia di certi costruttori: da Messina a Bolzano trasformano le aree agricole in quartieri irrespirabili sollecitando varianti urbanistiche che ne soddisfano gli appetiti e confortano le ambizioni dei politici al guinzaglio. Nascono città orribilmente diverse dalle città ereditate da signori non democratici ma innamorati della bellezza. Insomma, le città di ieri restano il fiore da mostrare agli stranieri nelle visite ufficiali nascondendo sotto il tappeto le punte Perotti di oggi: campionario che non finisce mai.
Mentre Bari, con una certe cautela, programma l'appalto per distruggere il suo mostro, Parma sta finendo di costruire l'ultima punta Perotti: imitazione in scala minore perché la città è piccola, ma la ferita non cambia. Si sono mai viste le stanze del campus di un'università concentrate in un palazzo-balena, 440 posti letto isolati in mezzo a una campagna? Bilocali offerti in vendita a chi specula sull'affitto degli studenti; appartamentini il cui affitto oscilla attorno ai 500 euro al mese, naturalmente luce, gas e condominio a parte. Comprano in pochi e come un angelo liberatore arriva l'Inail, sollecitata chissà da chi: investe e forse stimola l'ottimismo per il secondo allungo, magari un terzo se l'affare va bene. Quando alla sera chiudono i cancelli delle facoltà scientifiche, e si spengono le luci del supermercato che assedia il campus, ragazze e ragazzi chiusi nelle loro stanze, senza sale di lettura, o biblioteca o bar dove incontrarsi per scambiare chiacchiere nel ventre della balena, cosa possono fare se non attraversare la nebbia per raggiungere la città irraggiungibile? Si annuncia l'arrivo di un metrò. Serve solo a chi lo costruisce, ma inutile alla normalità dei ragazzi se nelle ore piccole non funziona. Il sospetto è che il treno raggiunga terreni già “opzionati”, neologismo della speculazione, annuncio di una futura città satellite o quartieri frastagliati a caso. Chissà quando. Isolati e impacchettati, gli studenti diventano cavie accessibili alla tentazione che gli psicologi attribuiscono alle polveri proibite: fuga per sopravvivere al tumulto di una giovinezza messa al confino.
Bari e Parma si trovano occasionalmente legate da un progetto la cui definizione è nata nel sud ed è stata trascinata a nord dallo stesso imprenditore Pizzarotti: cittadella della giustizia, cittadella della carta. L'ingegnere Michele Cutolo, che rappresenta la Pizzarotti barese, ha già inventato quattro cittadelle e dopo quella della giustizia progetta la cittadella degli studenti, evitando - immagino - il modello Perotti-Parma. Ecco che la parola Cittadella riunisce occasionalmente due città: Nord che copia il Sud come un pappagallo.
L'attraversare l'Italia dei cuori di mattone è l'avventura che raccoglie avventure impensate. Non solo soldi e carriere politiche, pacche amichevoli sulle spalle degli uomini-partito - «Sono con voi, disposto ad ogni sacrificio» - ma anche sparatorie, poliziotti che portano in galera riveriti presidenti, dalla Calabria a Bolzano, suicidi in anticamera, pastette di quart'ordine trascurate da procure occupate da uomini d'onore a volte troppo deboli verso la ricchezza per la quale provano inconscio rispetto. Il buon cuore dei politici di riferimento scomoda sottosegretari e ministri per strappare all'umiliazione della cella persone ben disposte a soccorrere i partiti. Giurano sull'ingenuità dell'imprenditore, il quale, poveretto, nulla sapeva dei controlli truccati degli ispettori infedeli Anas. Se qualche giornale avanza dubbi, pioggia di querele, denunce intimidatorie. Pretendono risarcimenti da nababbi non nei riti pubblici dei processi penali, ma fra le quinte dei giudizi del privato. Nessuno deve sapere. E nessun giornale di provincia può sopportarne il peso. Non solo per l'entità di una somma che metterebbe in ginocchio, ma per l'uso politico della denuncia. Non sempre, ma succede: prima che ne abbiano conoscenza i protagonisti dell'errore, viene distribuita copia della denuncia-sbarramento a partiti in qualche modo vicini ai giornali. Dai vertici nazionali ai consiglieri della regione e delle province. Operazione terra bruciata: giornalisti lebbrosi, guai dar loro retta. «Come mai un movimento politico serio come il vostro non condanna lo scandalismo ingiustificato di un giornale (o di una tv) impegnati a dimostrare quali vantaggi ho tratto da opere pubbliche mai realizzate, perché mai ho lavorato a Messina, Bari, Parma, Milano, Bolzano o Pordenone, eccetera; mai costruito campus, mai dragato o sistemato fiumi, come si è ingiustamente scritto?». Si può sorridere scorrendo l'elenco delle opere stese al sole, ma è meglio ingoiare e far finta di niente.
Non è il caso di Pizzarotti. Imprenditore straordinario, ormai potentissimo: allarga l'appalto dell'alta velocità Milano-Bologna comprando aziende che hanno in tasca l'alta velocità della Milano-Verona. Poi il ponte di Messina. Nel suo pedigree Disenyland francese e Charles De Gaulle. Un elenco interminabile che ne dimostra la serietà. Ecco perché non gli servono padrini politici. Appartiene al medioevo la presentazione al ministro Prandini da parte del segretario amministrativo della Dc emiliana, andreottiano doc. A differenza dell'ultima armata Brancaleone-Parmalat, i suoi cantieri sono affidati a professionisti eccellenti; quadri di prestigio, esecuzioni la cui funzionalità non teme collaudi. E le procure non hanno nulla su cui indagare, anche se leggende metropolitane attribuiscono disavventure che non trovano riscontro nella realtà. Purtroppo (e ce ne scusiamo) siamo caduti in una di queste leggende. Il processo per lo scandalo Malpensa non è stato trasferito a Parma dove il procuratore generale Panebianco, per caso inquilino Pizzarotti, basso prezzo di un super attico nel centro della città, avrebbe lasciato scivolare i termini fino alla prescrizione. Non è andata così. Tutto è rimasto regolarmente a Milano. Travolto da scandali che lo legano all'ex presidente della Fondazione Cariparma, Silingardi (a sua volta rinviato a giudizio crac Parmalat), Panebianco deve rispondere a Firenze di certi favori ad amici degli amici non lontani da qualche sottomafia.
A dire il vero, con tante imprese e centinaia di cantieri, anche Pizzarotti qualche guaio l'ha sfiorato ponendovi subito rimedio. L'Italia dei rompipalle non nascondeva certe meraviglie e protestava. 1993, Angelo Martelli, geometra del genio civile in pensione a Parma, si stupisce per il cambio di destinazione di un verde agricolo che il progetto della tangenziale trasformava in verde urbano sul quale non poteva fiorire neanche una panchina. Come mai nel 1990 la società Diana 2 (sede nella sede Pizzarotti, presidente il direttore generale della Pizzarotti) compra 83 biolche di terra che non vale niente pagando ogni biolca (3081 metri quadrati) 120 milioni di lire, dodici volte il prezzo di un buon campo di grano? Il geometra scrive ai giornali locali: cosa sa Pizzarotti sulla vera destinazione dei terreni incolti? Lettera troppo lunga, nessuno vuol pubblicarla. Allora Martelli bussa alle autorità: ancora silenzio. E Diana 2 querela. Il Maigret in pensione si rivolge al Corriere della Sera che gli dedica una pagina su Sette, supplemento illustrato. A questo punto la pigrizia della procura delle nebbie ha un sussulto. Affida agli esperti la perizia sul prezzo dei terreni. Diana 2 ha il buonsenso di far telefonare dal suo avvocato Gian Carlo Artoni (poeta elegante) all'avvocato Volponi, difensore del Martelli: ritira la denuncia, paga spese e onorari. Non vuole dibattiti. E neanche una riga di malumore al Corriere.
Poi la variante trasforma l'erba in oro mentre la Pizzarotti vince l'appalto per la costruzione di case dove abiteranno agenti carcerari e altri poliziotti. La legge Amato ne proibisce l'isolamento nell'area ex agricola. Ecco che attorno alle case nasce un quartiere con apposito supermarket. Purtroppo i subappaltatori falliscono e mentre si annuncia il raddoppio del quartiere su ciò che è rimasto delle 83 biolche, i cinque palazzi civetta somigliano agli scheletri di Hirsohima. L'altro cerotto è di qualche giorno fa: dopo una rincorsa di 12 anni, un politico accusato di concussione dimostra in Cassazione di non aver concusso: la verità era diversa. Piccole cose, coriandoli che in fondo sottolineano contraddizioni sorprendenti tra la Pizzarotti Cittadella della Giustizia di Bari e la Pizzarotti Cittadella della Carta di Parma. A Bari trasparenza e chiarezza; a Parma ermetismo e silenzi. A Bari progetti proiettati per due volte in consiglio comunale. Ogni giornalista ottiene il Dvd per studiare virtù e difetti sul televisore di casa. L'ingegnere Cutolo distribuisce con dovizia immagini e documenti. A Parma reticenza, mistero, irritazione.
Ancora una volta Pizzarotti non c'entra. La qualità dei politici del Sud (centro sinistra) e dei politici del Nord (centro destra) chiariscono o incupiscono i sospetti. Ubaldi, sindaco di Parma inventore della città cantiere, non sopporta chi mette il naso nel cantiere dove vorrebbe trasformare in albergo, negozi e resindence l'Ospedale Vecchio, palazzo che da ottocento anni veglia sulla città, sede dell'archivio che raccoglie i secoli di un ducato e carte di scrittori, storici e poeti come Attilio Bertolucci. Il progetto disperde manoscritti che segnano storia di una piccola capitale, in luoghi non definiti dentro casse sorvegliate da chi non si sa. Da Parigi scrive Jacques Le Goff, supplicando con gentilezza dal suo amato medioevo. Appello respinto, troppo vecchio, cosa ne sa? Questa l'eleganza del sindaco. Mario Lavaggetto è il primo a saggista a protestare con un bellissimo intervento sull'Unità. Torna il disprezzo del primo cittadino padrone. Perché se ne impicciano certi pseudo intellettuali? Ma le buone maniere non sono il problema: il problema è che il progetto non viene presentato con la chiarezza barese, ma raccontato a bocconi, nascondendo all'opposizione, senza spiegare carte alla mano, cosa davvero si vorrebbe fare. Inutilmente protestano i cinque sindaci che hanno preceduto il centro destra: buttati via con parole di compassione. Bisogna dire che il potere di chi decide è aiutato dagli svolazzi di un'altra pasta di intellettuali la cui debolezza fa qualche calcolo: un grande imprenditore può sempre finanziare libri e iniziative, insomma, risorsa da non far arrabbiare. Anche il sindaco diventato traumaticamente assessore alla cultura, va coltivato con garbo. Plach, plach italiano con giornali e tv locali schierati sull'entusiasmo. Evviva, evviva la Cittadella della Carta. Solo il piccolo Polis e le sue cronache fanno i conti nel rispetto della verità.
Per fortuna si muove un'altra città anche se tenuta sottoriga. Da Isa Guastalla che discende dalla tradizione di “Palatina” e del “Raccoglitore”, all'architetto Maria Pia Ranza, fino alle ultime generazioni, Anna Zaniboni, nipote del pittore Mattioli. Poi Marzio Dall'Acqua, responsabile dell'Archivio: alle sue lettere disperate fa eco l'indignazione di studiosi di ogni parte del mondo. Si raccolgono attorno all'avvocato Allegri: per difendere gratuitamente crociere e affreschi dell'Ospedale da manipolare, fonda l'associazione culturale Monumenta e apre una battaglia misconosciuta dall'informazione locale. Affidandosi alle regole che la legge prevede, Allegri ottiene finalmente il progetto, lo distribuisce ai partiti del centrosinistra che reagiscono con proposte presentate al teatro Regio: Serventi, Ds; Ablondi che guida con piglio battagliero una Rifondazione battagliera; Libera la Libertà di Mario Tommasini e La Margherita. Pretendono chiarezza e avanzano un progetto per salvare il palazzo. L'avvocato Allegri impugna la decisione del sindaco e il modo in cui è stata scelta la proposta “sacrilega” della Pizzarotti. Un mese fa il Tar gli dà ragione. I lavori non cominciano, le trombe per il momento tacciono. E la giunta non nasconde la rabbia, ma ancora oggi gran parte della cittadinanza non sa bene cosa sia successo perché l'informazione è il nodo che distingue Bari da Parma. 1 - continua
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