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Maurizio Chierici
Bari, l’altra faccia del mattone che avanza
22 Maggio 2006
Articoli del 2005
Anche a Bari, come a Parma, il mattone avanza, ma almeno se ne parla. Da l'Unità del 9 agosto 2005

A Bari ormai non può succedere che giornali e tv raccolgano solo voci di parte. Lealtà che permette al centro sinistra di discutere a carte scoperte sul progetto Città della Giustizia: divide pubblicamente movimenti e partiti. In modo pacato, nessuna polemica volgare, grande civiltà da parte dell'ingegnere Michele Cutolo della Pizzarotti; civiltà degli intellettuali raccolti nell'arcipelago di Giustizia e Libertà. Loro remano contro. Confronti costruttivi anche se al momento la conclusione resta incerta. Il sindaco Emiliano, Margherita, ha riascoltato l'altro ieri le due delegazioni: delegazione Pizzarotti e delegazione di Sviluppo Sostenibile, guidata dall'ingegnere Borri. La Pizzarotti offre (come a Parma) di costruire la Cittadella rivelando solo al momento della firma del contratto il nome di chi mette i soldi per tribunali, pretura, corte d'assise, carceri giudiziarie e minorili, aula bunker, eccetera. Dopo 18 anni chi paga torna proprietario a pieno diritto: può affittare aule e celle al ministero, o passar la Cittadella al miglior offerente, magari l'università. A Parma gli anni concessi all'albergo-negozi- residence sono dieci di più. Ma se la prossima amministrazione decide di rompere il contratto fra tre anni, cosa può succedere ? Garbuglio costoso. A Bari il sindaco Emiliano annuncia di voler fare l'arbitro, niente più: chissà qual è il suo pensiero segreto. Negli incontri dell'altro ieri lo assisteva l'assessore all'urbanistica Abbaticchio, Ds, moderatamente non sfavorevole ad una soluzione interna alla città per non confinare in una zona agricola, uffici e aule che oggi danno ordine e vita al quartiere Libertà, quartiere a rischio di violenza se abbandonato. Ma gran parte dei Ds non sono d'accordo. Anche la Margherita, vicina al sindaco, sostiene il progetto con altrettante divisioni. Ogni partito discute; le linee non sempre coincidono ma tutto avviene alla luce del sole: confronti chiari, senza i giochi di Parma, città dove l'abitudine al melodramma adora travestimenti e misteri. Non destano sorpresa i giudizi dell'assessore all'urbanistica della regione Puglia. Ha l'ultima parola in quanto la Cittadella dovrebbe ospitare la corte d'assise. Angela Barbanente insegna urbanistica al politecnico e fa parte del consiglio nazionale degli urbanisti. Difende il modello della “città compatta”, quel tessuto integrato che «da sempre suscita l'ammirazione degli specialisti stranieri» contrari alla funzione monocorde delle città satellite. Le crepe si allargano a circoli culturali dove intellettuali non insensibili alla politica continuano ad interpretare il progetto città: Nicola Colaianni, ex PCI, già magistrato di Cassazione e docente di diritto ecclesiastico; Arturo Cucciola, professore di architettura; Enzo Persichella, direttivo cittadino Ds, grande sociologo che insegna all'università, tutti confessano di non essere affascinati dalle carte del vicerè provvisorio della Pizzarotti. Ma riunioni ed interventi dei pro e dei contro cadrebbero nel vuoto se l'informazione fosse a senso unico. A Bari non è così. Nella Gazzetta del Mezzogiorno, importante giornale del Sud, Nicola Signorile, critico raffinato di architettura ed autore del saggio “Occhi sulla città” pubblicato da Laterza, ogni mercoledì riesamina il progetto nella rubrica “Piazza Grande”: osservazioni lontane dal favore delle cronache che appaiono nello stesso giornale. Resiste la diffidenza nell'edizione pugliese di Repubblica: opinioni in eterno litigio, pro e contro, ma col sigillo negativo di Colaianni. Favorevole il Corriere del Mezzogiorno, legato al Corriere della Sera: una sola volta il capo della redazione, Maddalena Tulanti ha ripiegato i resoconti favorevoli con un commento negativo. Morbida Rai 3, gestita dalla destra post Fitto. Qualche applauso alla Cittadella da TeleNorba, potentissima privata della regione.

L'informazione di Parma è molto diversa, facile capire perché. Nel consiglio d'amministrazione della casa editrice che stampa la Gazzetta e manda in onda Tv Parma, siedono gli imprenditori importanti della città. Prima o poi coinvolti nelle cronache. Le quali sono sempre rispettose, profumi d'incenso e profili la cui benevolenza umilia le penne di Berlusconi. Il guaio è che i giornalisti sono bravi, professionalità collaudata nei quotidiani delle grandi città, intelligenza indipendente, ma come possono fare discorsi normali senza mettere in conto la valigia dell'esodo? Il guaio è che non tutti gli imprenditori del consiglio si interessano del giornale e della tv. Lasciano fare, purtroppo. E chi fa non perdona. Il crac Parmalat si è scoperto all'improvviso quando da settimane la stampa nazionale ne parlava. Le pene giudiziarie dell'ex potente Silingardi (presidente Cassa di risparmio, poi Fondazione) vengono spesso raccontate con un ermetismo che lascia sgomenti. Una sola cosa è chiara: ogni mattina il sindaco Ubaldi è una specie di eroe del sabato sera. Interviste, dichiarazioni, foto che si sforzano di ritoccare la mancanza di charme. Se inaugura una fontana, è la più bella fontana d'Europa. E se, un po' dopo, decide di distruggerla, per far passare sotto un tunnel, l'applauso è ancora più scrosciante. In vista dell'addio alla prima poltrona al termine del secondo mandato, le sue presenze raddoppiano anche perché rimpastando la giunta ha scelto di appropriarsi dell'assessorato alla cultura in modo da comparire legittimamente, e di continuo, con parole sincopate al fianco di ogni pittore, musicista o ballerino di passaggio. L'altro giorno ha presentato Meli, nuovo soprintendente del teatro Regio, molto chiacchierato dopo l'infortunio Scala e per il legame con l'agente teatrale Proczymick: risiede a Montecarlo e gli enti pubblici devono pagarlo lì. Come insistono i detrattori, evade le tasse. Per difenderlo dalle accuse di Zeffirelli, il sindaco torna di nuovo nei giornali e in tv. Insomma, visione continua. Il tentativo di trapiantare la popolarità ai possibili eredi il cui primo e unico lavoro è fare l'assessore, può scivolare nell'avanspettacolo. Anche loro parlano e appaiono ovunque. La diretta per l'elezione di miss Parma ne è l'esempio esilarante: presentatore in estasi invita a coronare la ragazza più carina due assessori seduti in prima fila: «Guardate che bei giovanotti abbiamo... ». E i giovanotti salgono sul palco, baciano la miss in mutande, piccolo inchino agli applausi.

In questo clima la Pizzarotti aperta e comprensiva di Bari diventa la Pizzarotti che a Parma prende il posto della Parmalat sostenendo con mano di ferro l'attuale sindaco Ubaldi, futuro onorevole Ubaldi dentro qualche balenottero bianco. L'informazione trova miracoloso ogni suo colpo di tosse. Vuol fare la metropolitana e il senatore Guasti, elemosiniere locale di Forza Italia, strappa ad un governo dalle tasche vuote 172 milioni di euro per realizzare un'opera non solo inutile nella città che si attraversa in bicicletta, ma destinata indebitarne per un secolo gli abitanti. Orgoglio e meraviglia dell'informazione provinciale. Dopo Milano, Roma, Napoli e Genova, Parma diventa la quinta metropoli d'Italia a girare in un metrò scavato: attraverserà le viscere del centro. Manca un 30 per cento di soldi da tirar su in loco. I soliti benefattori delle imprese di costruzioni apriranno le tasche. Subbuglio di anni, subbuglio inutile. A cento metri dallo scavo, attraversa la città un torrente che segue in parallelo il futuro metrò.

Vecchio progetto di Stefano Lavagetto, ex sindaco pacato e intelligente, appena scomparso. Ma la metropolitana all'aria aperta non può suscitare lo stesso piacere dello scava-scava così caro al ministro parmigiano Lunardi, ministro che dei tunnel è signore incontrastato ed esperto di fama; né il tram in superficie aggiunge gloria alla giunta dei miracoli. Ecco perché, malgrado la città scuota la testa si va a avanti a tutti i costi anche se il rapporto Lunardi-Pizzarotti, da sempre associati in tante imprese, si è improvvisamente gelato qualche anno fa. Altre leggende raccontano perché. Di nuovo il confronto con Bari segna la differenza tra le due metropolitane: più 300 mila abitanti, al centro di un bacino dove le persone superano il milione, i politici di Bari spiegano che sarebbe un salasso eterno far passare il metrò sotto terra. La subway - dove serve - evita le gallerie e fa risparmiare miliardi. Per quadrare i bilanci è necessario un traffico tra i 600 e gli 800 mila passeggeri altrimenti i vagoni corrono sui debiti. Parma, 170 mila abitanti, meno di 300 mila in una provincia molto larga, prevede 55 mila persone al giorno, ottimismo da verificare perché la linea Uno (la sola finanziata) attraversa la parte meno densa della città. Sì e no 30 mila persone.

L'altra Tv è Teleducato. Tanzi ne era padrone a metà, ma se ne disinteressava. Pizzarotti gli è subentrato con gesto simbolico: in fondo Gazzetta e Tv Parma deve dividerle con altri colleghi. Ha bisogno di aggiungere una sponda tutta sua. Ne compra il 33 per cento. Continuano le leggende metropolitane. Avrebbe detto: «L'ho fatto per difendermi». Se è vero, da chi? Teleducato è la Televisione quasi personale di Ubaldi. Quando si registrano dibattiti, il sindaco decide in cortile chi può partecipare e chi no, e senza vergogna il direttore-conduttore avverte gli esclusi: «Il sindaco non vuole... ». Sindaco e suoi fedeli coinvolti oltre l'immaginazione. Tanto per ricordare qualcosa: quando da Roma sono arrivati i milioni per il metrò, progetto contestato da Alfredo Peri, assessore regionale dei trasporti, politico più concreto della città, il povero direttore di Teleducato invita Peri a partecipare ad un dibattito: lui, sconfitto, faccia a faccia con i vincitori. Ma qualche ore prima della diretta, il direttore ritelefona. Il sindaco è fuori città, senza di lui non si può. Rimandiamo l'incontro.

Meraviglia della sera: l'assessore Peri accende la tv e ascolta il senatore Guasti, ex vice sindaco seduto a palazzo Madama coi resti di Forza Italia, il quale fa da spot alla trasmissione che andrà in onda di lì a poco: il sindaco Ubaldi, il fedele assessore Vignali, Costa, presidente società del Metrò e due consiglieri del movimento Ubaldi, discuteranno sul progetto del treno sotterraneo. Nessun contraddittore è ammesso. Anche l'assessore regionale ai trasporti è stato considerato un parmigiano inutile. Caro Mimmo Candito, presidente italiano di Reporter San Frontières, oltreché difendere i cronisti sfortunati dell'Avana, non sarebbe il caso di fermarsi a Parma per liberare l'informazione? Informazione liberata che potrebbe far sapere chi ha “opzionato” i terreni dove la linea 2 del metrò dovrebbe arrivare. Chi ha in tasca i metri quadrati sui quali prenderà forma la sede dell'Authority alimentare europea. E come mai l'architetto senatore Guasti abbia accettato di gestire un progetto al centro di furiose polemiche: la nuova sede Parmacotto, proprietario Marco Rosi, amico di Dell'Utri, Galliani e Berlusconi. Tutti lo sanno, ma nessuno può fare domande. A Parma, non a Bari.

Nel futuro di Teleducato, una novità: un vecchio redattore ha quasi finito il libro destinato ad un editore non parmigiano. Racconta le imprese massoniche dell'altro proprietario delle telecamere. Seduce i dipendenti che percepisce vicini. Li convince ad entrare nella loggia Giuseppe Mazzini alla quale è affiliato. Cerimonia nel giardino di una villa attorno alla città. Gli antichi proprietari, dalla religiosità profonda, avevano dedicato la cappella costruita nel parco, ad una santa venerata in famiglia. La loggia Mazzini l'ha trasformata in tempio massonico. E dopo l'affiliazione, via, a cena nel ristorante elegante dove si radunano neofiti e maestri delle altre logge, tutti assieme a festeggiare. Sorpresa del dipendente Teleducato subito deciso a mettersi in sonno: riconosce consiglieri comunali, politici sempre in viaggio tra Parma, Bologna e Roma, insomma, notabili celebrati che mai immaginava sotto il cappuccio. Il bello della provincia è questo. Per la prima volta Bari e Parma sono meno lontane.

2 - FINE

mchierici2@libero.it

Qui la prima puntata del servizio

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