Titolo originale: Uniting for Solutions Beyond Shelter. Action Plan – Traduzione e estratti a cura di Fabrizio Bottini
[...] INTRODUZIONE
La Città di New York ha creato il sistema di servizi ricovero più integrato e vasto del mondo. Nell’ultimo decennio, sono stati spesi circa 4,6 miliardi di dollari nella costruzione e gestione di una rete di rifugi di emergenza, l’incredibile numero di 416.720 persone, tra cui 163.438 bambini, ha ricevuto un servizio di alloggio in questo arco di tempo. Gli abitanti di New York possono andare fieri di questa solidarietà e generosità, che caratterizzano la risposta della città a chi ha bisogno.
Ma per quanto ampie le risorse ed energie concentrate sulla creazione e mantenimento di questa ampia rete di ricoveri, la discussione su come affrontare meglio il tema degli homeless si è trasformata in un solo dibattito sulla messa a disposizione di un rifugio, anziché sulle soluzioni di lungo termine.
Come risultato di ciò, e a causa della persistente e significativa crisi degli alloggi economici, il numero delle persone ospitate rimane a livelli estremamente elevati. Le statistiche quotidiane del sistema di ricoveri per i primi 9 mesi dell’anno fiscale 2004 calcolano circa 38.200 persone, tra cui 16.100 bambini. Parecchie altre migliaia di donne e uomini rimangono per le strade cittadine. Ad enfatizzare la necessità di una risposta diversa agli homeless da parte delle strutture pubbliche, degli altri erogatori di servizi, privati e associazioni non-profit, il fatto che:
• la vita da homeless sulla strada non dovrebbe essere accettata come fatto normale nella vita della città. Oggi è così.
• i bambini non dovrebbero crescere nei rifugi per i senzatetto. Oggi lo fanno.
• gli incentivi non dovrebbero incoraggiare o allungare senza motivo la dipendenza dai ricoveri. Oggi fanno esattamente questo.
• il passaggio diretto da altri servizi verso i ricoveri rappresenta un fallimento del sistema pubblico. Oggi questi passaggi avvengono con frequenza.
• la presenza prolungata rappresenta un fallimento del sistema e un risultato negativo per chi ne fruisce. Oggi si tratta di una situazione comune.
• i proventi fiscali destinati al tema homeless dovrebbero servire a sostenere soluzioni di prevenzione, contributo all’affitto, abitazioni pubbliche. Oggi principalmente sostengono i rifugi.
• nessuna responsabilità pubblica – a ben vedere nessuna singola competenza – può da sola risolvere il complesso problema homeless nella sua cronicità.
Oggi, la risposta di prima istanza della città a qualunque tipo di instabilità di alloggio – ad esempio sfratti potenziali, tensione abitativa, emergenza sanitaria, morosità – è un ricovero. Nonostante il fatto che il sistema dei rifugi è stato pensato espressamente per proteggere le persone dalla vita di strada, esso è diventato in realtà la risposta istituzionale a un ampio raggio di bisogni: a molti dei quali ci si sarebbe potuti rivolgere meglio con interventi più sfumati e flessibili che aiutino le persone verso un alloggio stabile, a mantenere i legami con la comunità, o in un passaggio dalla collocazione in istituti o centri di custodia ad abitazioni pubbliche.
Assicurare un accesso ai rifugi da parte di chi ne ha bisogno resta un valore centrale. Ma una risposta “i rifugi innanzitutto” a qualsiasi bisogno o crisi degli alloggi, continuerà ad aumentare costi e uso delle strutture, spostando l’attenzione lontano da prevenzione, abitazioni di sostegno e altri interventi urbani volti a risolvere il problema homeless.
L’AZIONE
Nel novembre 2003 il sindaco Bloomberg convocò un gruppo inedito di funzionari pubblici e rappresentanti del settore privato e delle associazioni non-profit per sviluppare una strategia decennale multisettore che si rivolgesse a questi temi, a rafforzare la risposta della città. Un comitato di coordinamento composto da 41 membri, oltre a centinaia di partecipanti con competenze specifiche ed esperti si riunì dal novembre 2003 all’aprile 2004, a comporre una strategia su nove punti. Essa mira a:
1. Superare la situazione degli homeless di strada
2. Prevenire la condizione di senzatetto
3. Coordinare il sistema di uscita da altri istituti
4. Coordinare i servizi e sostegni economici cittadini
5. Ridurre al minimo la divisione delle famiglie di cui non si riesce a prevenire la condizione di senzatetto
6. Ridurre al minimo la durata della condizione di senzatetto
7. Spostare risorse vero altre, preferibili soluzioni
8. Mettere a disposizione risorse per i gruppi più vulnerabili, per l’accesso e conservazione di un alloggio
9. Commisurare i risultati, valutare gli aspetti positivi, investire per un continuativo miglioramento
In modi piccoli e grandi, queste strategie ridefiniranno l’approccio cittadino all’assistenza agli homeless di New York e a chi è a rischio di diventarlo. Collettivamente si dovrà:
• Definire un percorso per investire nuove risorse e riorientarne altre dai ricoveri a un sistema diffuso in tutta la città di prevenzione e altre soluzioni di alloggio.
• Aumentare il livello di consapevolezza pubblica e coinvolgimento nella sfida ad andare oltre una semplice accettazione collettiva degli homeless, sia nelle strade che nei ricoveri.
• Mettere insieme gli uffici pubblici in una campagna coordinata per massimizzare l’assistenza governativa disponibile a chi ne ha bisogno, e ridurre il passaggio da un’istituzione all’altra che produce la condizione di homeless.
• Invertire la tendenza secondo cui famiglie e individui che diventano homeless rimangono tali per periodi di tempo eccessivi, con particolare attenzione a prevenire le situazioni croniche nei ricoveri e sulle strade.
• Assicurare accesso ai rifugi a chi ne ha bisogno, ribadendo la responsabilità di chi utilizza il servizio di muoversi verso l’autosufficienza.
Arrivare a riforme di queste dimensioni richiederà una diversa priorità nelle spese, politiche e programmi. Questo documento comprende principi, concetti e indicazioni di politiche tali da guidare la città nel prossimo decennio.
PROSSIME AZIONI
Dopo la pubblicazione di questo piano, entro 60 giorni verrà sviluppata una completa strategia di attuazione. Verranno individuate le autorità responsabili per ciascun obiettivo, e un piano operativo con scadenze temporali. La strategia comprenderà punti di arrivo intermedi e momenti di verifica, in cui si valuteranno i progressi secondo i seguenti indicatori chiave:
• Diminuire il numero delle persone che vivono sulle strade e in altri spazi pubblici
• Aumentare il numero delle persone che escono dai ricoveri verso forme di abitazione permanente
• Aumentare l’offerta di abitazioni minime economiche e dotate di servizi
• Diminuire la quantità di richieste per i ricoveri
• Diminuire la durata della permanenza in ricovero
• Diminuire il numero totale delle persone nei ricoveri
Il presente documento Uniting for Solutions Beyond Shelter presenta il potenziale degli sbocchi per le persone a rischio di situazione homeless, e per chi già lo è a New York City. Adottando il meglio della riflessione e dei contributi dal settore privato, dagli uffici pubblici e dalle associazioni non-profit, questo potenziale per una reale campagna a dimensione urbana a ridurre efficacemente il problema homeless e affrontare quello delle categorie a rischio, può tradursi in realtà.
METTERE FINE AD UNA SITUAZIONE CRONICA
Il dibattito nazionale si sta spostando dalla “gestione” al “porre fine” al problema dei senzatetto, in particolare alle situazioni croniche. New York City adotta l’obiettivo di eliminare la cronicità in 10 anni. Allo stesso tempo, le modalità in cui a New York si manifesta il problema homeless sono diverse da quelle delle altre situazioni. Anche gli obiettivi specifici del presente Uniting for Solutions Beyond Shelter, quindi, devono essere diversi.
Un più ampio impegno a prevenire e riorientare i senzatetto, trovando rapidamente alloggio a coloro che entrano in questa condizione, farò molto per superare la condizione di massa ora presente a New York City. Allo scopo di valutare i progressi verso la fine delle situazioni croniche, verranno utilizzate le definizioni che seguono:
• Un caso di cronicamente senza tetto è chiunque (adulti soli o coppie) sia in questa condizione per almeno 365 giorni negli ultimi due anni, non necessariamente in modo consecutivo; oppure chiunque sia attualmente in questa situazione e lo sia stato per 730 giorni degli ultimi 4 anni, non necessariamente in modo consecutivo.
• Una famiglia cronicamente senzatetto lo è quando è stata in queste condizioni per almeno 365 giorni degli ultimi 2 anni, non necessariamente in modo consecutivo.
[...] PRINCIPI GUIDA
Tutti i singoli e famiglie devono avere un alloggio sicuro e alla loro portata.
• Assicurare a tutti i newyorkesi un alloggio sicuro e accessibile richiede un’efficace collaborazione fra tutti gli interessati.
• Deve essere reso disponibile il necessario sostegno e servizio prevenzione ad assistere le famiglie ed evitare la condizione di homeless.
• Individui o famiglie che possono essere sostenuti all’interno del loro attuale adeguato alloggio non devono entrare nel sistema homeless.
Singoli o famiglie homeless devono poter accedere a ricoveri temporanei sicuri; deve immediatamente cominciare la predisposizione di un alloggio permanente.
• Se gli interventi preventivi non bastano a sostenere un singolo o famiglia a rischio nell’attuale situazione di alloggio, ne deve essere messo a disposizione uno temporaneo.
• L’alloggio temporaneo è un intervento di breve periodo, non un sostituto della soluzione permanente.
• Le persone e famiglie homeless devono essere oggetto di approfondita valutazione per quanto riguarda la collocazione in un ricovero dotato di servizi che rispondano ai loro particolari bisogni e faciliti una rapida collocazione definitiva.
• Singole persone e famiglie hanno la responsabilità di mettere a disposizione informazioni complete e precise sulle proprie condizioni e bisogni.
• I servizi devono essere culturalmente sensibili e disponibili entro il gruppo del cliente allo scopo di mantenere i legami comunitari.
• I bambini nelle famiglie homeless devono aver accesso assicurato a una solida educazione riducendo al minimo le interruzioni scolastiche che possono avvenire a seguito della condizione di homeless.
• i servizi devono essere strutturati in modo tale da assicurare che l’alloggio permanente sia preferibile al ricovero temporaneo, e venga mantenuto una volta ottenuto.
Le persone non devono avere come casa la strada o altri luoghi pubblici; devono essere disponibili alternative sicure e a misura d’uomo.
• I singoli che vivono sulla strada devono essere efficacemente raggiunti e incoraggiati ad accettare servizi e ricoveri.
• Non devono essere sostenute le pratiche che incoraggiano gli individui a vivere per strada, e che sono controproducenti.
• Devono essere offerti ambienti sicuri che sostengano adeguatamente gli individui che temono l’inserimento nei servizi.
Tutti i singoli e famiglie possono e devono partecipare in modo attivo allo sviluppo e messa in pratica di un proprio progetto di vita indipendente.
• Ognuno, singolo o famiglia, merita rispetto.
• Singoli e famiglie devono ricevere informazioni chiare e servizi concreti nel momento in cui attraversano il sistema dei ricoveri.
• Le forze individuali e familiari devono venire integrate attraverso piani di servizi.
• Singoli e famiglie devono essere responsabili per conseguire l’indipendenza, e devono essere informati sul monitoraggio del completamento del proprio piano di servizi, e come queste aspettative si relazionano all’ottenimento di un alloggio permanente.
• Singoli e famiglie devono trattare con rispetto ogni persone impegnata nella loro cura, gli altri abitanti dei ricoveri temporanei, e lo spazio che occupano.
• Singoli e famiglie devono avere un alloggio permanente che corrisponda ai loro verificati bisogni, compresi quando necessario i servizi di sostegno alla permanenza.
Tutte le entità responsabili devono operare in collaborazione per assicurare il successo del risultato per i singoli e famiglie homeless o che possono diventarlo.
• Gli uffici pubblici devono coordinare i servizi per assicurare che le proprie azioni non causino ad alcun individuo o famiglia la condizione di senza tetto.
• Il raggiungimento dell’obiettivo di un alloggio permanente per singoli e famiglie dipende dalla responsabilità, collaborazione e cooperazione inter-agenzia.
• Si devono praticare pianificazione nell’uscita dai servizi e coordinamento delle risorse, per facilitare un sicuro e rapido passaggio di individui e famiglie gestiti da una molteplicità di sistemi amministrativi.
I servizi devono essere offerti con l’obiettivo di raggiungere i massimi livelli operativi, attraverso un continuo miglioramento della qualità.
• Ogni operatore ha un ruolo significativo nel raggiungimento di risultati positivi per i clienti, indipendentemente da titolo e posizione.
• Una comunicazione aperta e onesta, in un ambiente privo di timori, è un elemento critico di successo.
• Deve essere compiuto ogni sforzo per coinvolgere i clienti in una partecipazione attiva nell’erogazione e programmazione dei servizi, e per rispondere alle sollecitazioni che arrivano da loro.
• Gli operatori devono ricevere una formazione adeguata, e risorse in grado di raggiungere risultati positivi.
• L’informazione deve essere utilizzata per migliorare risultati e qualità, e deve essere resa pubblica.
• Si devono sviluppare sistemi di valutazione per verificare adeguatamente e individuare i progressi.
• Ogni operatore è responsabile per il raggiungimento di determinati livelli e di risultati positivi per i clienti.
PRINCIPI PER LA PREVENZIONE
Tutti, singoli e famiglie, devono avere alloggi sicuri e a prezzi accessibili.
• Assicurare alloggi sicuri e accessibili per tutti i newyorkesi richiede un’efficace collaborazione fra tutti i soggetti interessati: operatori, uffici pubblici, organizzazioni di cittadini e clienti.
• Servizi e sostegni devono assistere singoli e famiglie per evitare la condizione di homeless mantenendo una attuale sistemazione adeguata.
• Deve essere compiuto ogni sforzo per evitare che singoli e famiglie dotati di alloggi adeguati entrino nel sistema dei ricoveri.
Deve essere compiuto ogni sforzo per assistere singoli e famiglie non appena possibile, ad evitare crisi che possano causare la condizione di homeless.
• Devono essere posti in essere interventi a livello comunitario prima che si raggiunga il punto di crisi, a evitare le rotture e instabilità che si creano con lo stato di homeless, o il rischio di diventarlo.
• Si deve attuare un coordinamento a servire singoli e famiglie in modo olistico, rivolgendosi alle cause e circostanze che precedono la condizione di homeless.
• Agenzie e operatori devono offrire servizi unificati, a singoli e famiglie gestiti da un sistema multiplo.
I servizi per prevenire la condizione di homeless devono offrire un’assistenza flessibile che vada incontro ai bisogni di singoli e famiglie.
• I servizi di prevenzione devono essere culturalmente sensibili e facili da raggiungere a livello di comunità, se necessario.
• I servizi devono essere flessibili e rispondere ai bisogni del cliente, assicurando l’intervento più tempestivo possibile attraverso una serie di azioni articolate.
Le agenzie che erogano servizi ai clienti in spazi istituzionali devono assicurare un’uscita positiva dalle strutture, verso alloggi stabili e duraturi.
• Si devono mettere in pratica una pianificazione dell’uscita e un coordinamento delle risorse per facilitare un sicuro e rapido passaggio che assicuri a singoli e famiglie di non entrare nella condizione di homeless.
• La pianificazione dell’uscita deve comprendere la previsione di adeguati servizi o un riferimento ad essi, quando necessario.
Tutti i singoli e famiglie che ricevono un servizio meritano rispetto e devono rispettare.
• Singoli e famiglie devono essere a conoscenza della disponibilità di servizi preventivi.
• Singoli e famiglie devono essere consapevoli dei propri diritti e responsabilità come inquilini e clienti, così come dei diritti e responsabilità dei padroni di casa.
• Singoli e famiglie che ricevono un’assistenza preventiva devono avere informazioni chiare, servizi reattivi, informazioni sui propri diritti e sulle competenze delle agenzie.
I servizi preventivi devono essere guidati da statistiche e ricerca.
• Prevenzione e interventi sulle cause della condizione di homeless, devono essere informati dalla disponibilità di dati.
• Lo sviluppo delle politiche deve essere aggiornato di norma dalla ricerca.
• L’erogazione dei servizi si deve basare su dati sia quantitativi che qualitativi, ivi comprese le informazioni da clienti e operatori.
• Agenzie e operatori devono essere verificabili nel raggiungimento di determinati livelli e risultati positivi per i clienti. [...]
Nota: per un confronto, su Eddyburg un documento simile descrive un'esperienza australiana nella città di Brisbane (f.b.)