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«Murdoch non è Berlusca» La sinistra apre allo Squalo
21 Maggio 2004
Articoli del 2003
“Sky 2. Perché i DS guardano con favore alla nuova tv”: con questo occhiello il Riformista del 31 luglio informa sull’atteggiamento della sinistra italiana nei confronti del tykoon che si affianca a Berlusconi nell’etere italiano. Considerazioni ragionevoli, ma è così che si vince?

A scommettere al buio sulla qualità dei rapporti tra la sinistra italiana e Rupert Murdoch, detto lo Squalo, patron di Sky oggi all'esordio, magnate australiano delle telecomunicazioni, editore dell'ultradestra repubblicana negli States (Fox News), amico e socio di Berlusconi, ci sono ottime probabilità di perdere la puntata. Si potrebbe scoprire infatti che la sinistra attende l'arrivo non di un colonizzatore al servizio dell'amico premier, ma di una potenziale risorsa contro la sclerosi del sistema italiano. Certo, nessuno compra a scatola chiusa e le attese sono alte: «Ci aspettiamo - spiega Roberto Cuillo, portavoce di Piero Fassino - che Sky si dimostri voce indipendente e rispettosa del pluralismo, affrontando l'informazione politica con piglio anglosassone. Non potremmo tollerare la presenza di un clone di Mediaset su un mercato come quello italiano». Non è poco, ma non è neanche chiedere la luna. Questo è in fondo quanto Tom Mockbridge, amministratore delegato di Sky News e braccio destro di Murdoch, assicurò a Fassino nel corso di un incontro riservato avvenuto a ridosso dell'ultima visita italiana del tycoon, nel febbraio scorso. Nel corso di quel colloquio, presenti anche il responsabile Comunicazione della Quercia Fabrizio Morri e l'allora capo di Stream News Tullio Camiglieri, Mockbridge garantì al segretario ds che i rapporti tra Berlusconi e Murdoch non avrebbero influito sulla linea editoriale del canale all news e degli altri spazi di informazione. L'ex giornalista neozelandese assicurò anche la volontà di fare vera concorrenza investendo su prodotti realizzati in Italia. Lì si sono poste le basi per un rapporto inaspettato: «Verso Murdoch - dicono al Botteghino - non abbiamo alcun pregiudizio. Sarebbe un grave errore pensare che arrivi in Italia come braccio armato di Berlusconi. E' una previsione che non riflette la realtà. Al contrario: Sky può sbloccare il duopolio e dare un grosso dispiacere al Cavaliere». Secondo le fonti di via Nazionale, le relazioni personali o gli orientamenti politici del magnate significano poco o nulla: «Murdoch - si dice - è senz'altro editore di destra, ma capace ovunque vada di sentire se e quando il vento sta per cambiare. In Inghilterra, dopo aver spalleggiato per un decennio le politiche della signora Thathcer, nel 1996 non esitò a passare dalla parte di Tony Blair. Murdoch non incollerà le proprie sorti a quelle di Berlusconi. Sa che non può permettersi di rinunciare a un rapporto con l'altra metà della classe dirigente del paese». Tantomeno Murdoch vuol rinunciare alla metà del pubblico. La spiegazione è sin troppo semplice: «Tutte le indagini di mercato dicono che l'elettorato di centrosinistra, ceto medio e laureati, è il target privilegiato delle aziende che investono in pubblicità». C'è di più: i rapporti sono così orientati al bello che i Ds non escludono addirittura delle forme di collaborazione con Sky. La Quercia ha infatti necessità di dare seguito al progetto di canale satellitare che esordirà coprendo la Festa nazionale dell'Unità di Bologna. Spiega una autorevole fonte del Botteghino: «Non abbiamo ancora deciso come proseguire le trasmissioni. Ma un'idea porrebbe essere quella di sfruttare il know-how e la disponibilità di accesso di Sky per offrire sulla loro piattaforma i nostri contenuti». Insomma, più pubblico e meno problemi tecnici: «Piuttosto che costringere gli utenti a cercare la nostra banda di trasmissione, potremmo appoggiarci a uno dei loro canali offrendo la copertura di eventi come convegni, manifestazioni, congressi».

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