Morto qualcuno ne arriva un altro, meglio ancora se di fianco al cadavere e con la vedova che ridacchia compiaciuta accompagnandosi al nuovo venuto, con tanto di vestitino sexy all’ultima moda.
Fra la terra cronicamente smossa degli svincoli autostradali di Santhià giace freddo e rigido il corpo inanimato del sedicente Glam Mall (almeno quello era l’ultimo nome conosciuto prima della dipartita) chiuso fra la statale verso Biella e un po’ di capannoni che se non altro pare servano a qualcosa, oltre che da pista atterraggio corvi che neanche negli incubi di Edgar Allan Poe.
Sta lì, la salma scomposta del Glam Mall, da diversi anni, col suo inutile cordoncino ombelicale semi-attaccato all’autostrada, le porte aperte ad aspettare le carte di credito delle mogli di evasori suburbani che non arriveranno mai più. Nevermore.
Ma il pimpante progettista di tanti giorni perduti non si sente affatto vedovo inconsolabile: l’universo è grande, e anche la provincia di Torino a ben guardare non scherza, se si ragiona in termini strettamente di metro cubo. Basta scavalcare il ponte sulla Dora e avvicinarsi all’area metropolitana del capoluogo per trovare tanti metri quadrati dove sognare tanti metri cubi in più. Poi basta il tocco magico di un sindaco entusiasta (forse a suo tempo era entusiasta anche quello di Santhià per il Glam Mall, ma soprassediamo) e un nome fantasioso: Laguna Verde.
Cocktail vincente, il cui profumo irresistibile oltre a far dimenticare il caro estinto attira anche nuovi elegantoni al party. Nientepopodimeno che Giorgio Armani, ci informa una nota Ansa del 1 ottobre 2010:
Un megastore del 'lusso', capofila Armani, con all'interno le principali griffe del settore moda.
É la proposta a cui sta lavorando il Comune di Settimo Torinese nell'ambito di 'Laguna verde'. Lo ha anticipato oggi Aldo Corgiat, sindaco di Settimo. Il progetto e' di un 'fashion mall', che dovrebbe svilupparsi su una superficie di 40-60 mila metri quadrati. Entro la fine dell'anno, Armani dovrebbe presentare al Comune di Settimo Torinese la domanda per ottenere le autorizzazioni necessarie per avviare i lavori.
Evidentemente, là dove è fallito miseramente il “ glamour” di Santhià, qui a cavallo della Padana Superiore una manciata di chilometri più a ovest (saranno venti minuti semafori rossi compresi) dovrebbe trionfare il “ fashion” sponsorizzato da un altro sindaco, magari nei colori corvini marchio di fabbrica dello stilista evocato, nonché colore politico di gran voga su varie sfumature.
Magari il fashion ha qualche asso nella manica in più, perché invece della fabbrica di mangimi dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) avere di fronte qualcuno dei grattacieli stortignaccoli che si sono visti nel rendering dell’architetto presentato in pompa magna qualche anno fa?
Personalmente, come ribadisco spesso, non ho nulla contro la distribuzione moderna, o la riqualificazione urbana, o l’innovazione in generale. Sospetto invece dell’odore di patacca, anche quando è vago. E qui pare un pochino più che vago, anche senza parlare di concorrenza territoriale caricaturale, densificazione impanata alla milanese, e via discorrendo.
Per non farla troppo lunga, a chi si fosse perso le puntate precedenti, e si stesse chiedendo di cosa vado cianciando, consiglio vivamente di scorrere almeno i vecchi articoli sul Glam Mall e Laguna Verde.