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Andrea Bonanni
Lo schiaffo di Bruxelles
17 Agosto 2005
Articoli del 2004
Il guaio è che a vergognarci d'essere italiani ci siamo ormai abituati. E pensare che è un filosofo! Bastava molto meno per capire che il responsabile dell'esecutivo per i diritti non poteva rivendicare il suo rifiuto del riconoscimento di diritti che il Parlamento europeo gudica rilevanti. Da la Repubblica del 12 ottobre 2004. A fianco la spiritosa copertina de il manifesto

Alla fine di questa brutta storia è assai probabile che Rocco Buttiglione arrivi comunque a sedersi sulla tanto sospirata poltrona di commissario europeo responsabile per le questioni di Sicurezza, Libertà e Giustizia, nonostante la bocciatura ricevuta ieri dalla commissione per le libertà civili del Parlamento europeo.

Ma sarà un commissario (e vicepresidente) sminuito nella sua credibilità politica. Un´anatra zoppa. Un peso per il presidente della Commissione, Barroso, che dovrà difenderlo di fronte agli eurodeputati. Un motivo di imbarazzo per il governo italiano, che ha mandato a Bruxelles un suo ministro per farlo diventare il primo bocciato nella storia delle audizioni parlamentari. E una palla al piede anche per il Partito popolare europeo, che ora per salvargli il posto dovrà fare concessioni alla controparte socialista.

Del resto questa nomina, voluta per pure ragioni di "teatrino romano", come direbbe Berlusconi, cioè per acquietare le faide interne alla maggioranza di governo, era già stata pagata dall´Italia con la rinuncia alla ricandidatura di Mario Monti che avrebbe avuto ben altro peso e ben altri consensi in Europa. Lo spiacevole incidente di ieri è solo la conferma di quanto la scelta fatta dal Presidente del Consiglio sia stata miope e dannosa in termini di immagine e di autorevolezza del Paese.

A ben guardare, la dinamica che ha portato alla bocciatura di ieri è l´ennesima conferma dell´anomalia italiana in Europa. Un´anomalia antica, ma che questo governo ha esasperato fino al limite dell´incompatibilità. Il professor Buttiglione, e con lui tutti gli esponenti del centrodestra, denunciano una doppia persecuzione europea: contro i cattolici e contro il governo Berlusconi.

Ma come fanno a non vedere che la nomina a responsabile europeo per le questioni di Giustizia e Libertà dell´esponente (tutt´ora in carica) di un governo che si è presentato al mondo con la violenta repressione di Genova, che ha varato una serie di misure legislative volte a togliere il primo ministro dai guai giudiziari, che si è opposto al mandato di cattura europeo, che si dichiara "amico" di Putin, non può non suscitare perplessità in Europa? Probabilmente il professor Buttiglione non ha personalmente condiviso alcune di queste scelte. Ma è rimasto ben saldo al governo. E questo per la logica europea equivale a una piena assunzione di responsabilità. In Europa, un ministro che non condivide la linea politica del governo non predica i distinguo sui giornali o nei convegni: si dimette.

Lo stesso discorso vale per le idee del professor Buttiglione in materia di condizione femminile o di discriminazione sessuale. Essendo la lotta alla discriminazione una delle poche aree nel portafoglio di sua competenza in cui la Commissione ha potere di iniziativa, era legittimo che i deputati volessero conoscere i suoi orientamenti. Invece di spiegarsi con l´umiltà di un "civil servant", Buttiglione ha risposto con una lezioncina filosofica, citando Kant e le distinzioni tra legge morale e legge civile, tra crimine e peccato, tra convinzioni di fede e attività politica. Ma quando gli hanno chiesto conto di un suo emendamento alla Convenzione per la Costituzione in cui proponeva di escludere l´orientamento sessuale dai temi su cui la Carta europea non accetta discriminazioni, non ha saputo cosa replicare. Ha finito col riconoscere che si opporrebbe a qualsiasi norma che dovesse considerare immorale. In questo modo ha dimostrato non solo scarsa coerenza e scarso rispetto per l´intelligenza dei deputati, ma anche scarsa consapevolezza delle responsabilità che incombono sull´esponente di un organo eminentemente esecutivo, chiamato a rispondere non alla propria coscienza, ma ad una serie di poteri democraticamente costituiti. E questi poteri hanno, in materia di diritti e di sessualità, valori diversi da quelli del professor Buttiglione.

La bocciatura di un commissario designato dopo un´audizione parlamentare è un fatto senza precedenti. E apre il campo a scenari ancora difficili da valutare, ma che mettono sicuramente il presidente Barroso in una posizione molto scomoda. Egli non può chiedere a Berlusconi la sostituzione di Buttiglione senza mettersi contro non solo il governo italiano, ma tutti i governi nazionali che vedrebbero calpestato il loro primato a favore del Parlamento europeo. L´ipotesi di un cambio di portafoglio, comunque non facilmente percorribile, è stata scartata con un moto di orgoglio dagli stessi deputati del Ppe.

Del resto la conferma del ministro italiano nel ruolo e con le funzioni per le quali è stato trovato inadeguato mette la Commissione in rotta di collisione con il Parlamento europeo. Equivarrebbe infatti a dire che le audizioni parlamentari, cui tutti i deputati di tutti i gruppi politici attribuiscono un´enorme importanza, sono una pura perdita di tempo.

È vero che il Parlamento potrà pronunciarsi con un voto di fiducia solo sull´insieme del collegio dei commissari, e difficilmente le "gaffes" del professor Buttiglione possono giustificare la bocciatura dell´intera Commissione. E´ vero anche che il Partito popolare resta la forza di maggioranza relativa in seno all´assemblea e pare deciso a difendere ad oltranza la candidatura del filosofo del Papa. Ma un atteggiamento sprezzante da parte di Barroso, un voler totalmente ignorare il voto della Commissione parlamentare di ieri, finirebbe per creare un´irritazione diffusa e bipartisan tra i deputati che si sentirebbero toccati nelle loro prerogative, con conseguenze difficili da valutare.

A cercare di togliere le castagne dal fuoco ci proverà, domani, la riunione dei capi dei gruppi politici parlamentari. Oltre a Buttiglione ci sono altri commissari designati, popolari, socialisti e liberali, che, se pure hanno evitato la bocciatura, non hanno convinto nel corso delle audizioni. Per salvarli è possibile che i partiti trovino un compromesso che consenta a Barroso una dignitosa via di uscita. Ma, comunque vada a finire, per il governo italiano e per il suo unico commissario la strada europea è, ancora una volta, tutta inesorabilmente in salita.

Il testo integrale dell'audizione di Rocco Buttiglione

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