CAGLIARI. Se il rapporto tra urbanistica e politica non passa attraverso il partito degli affari, ma sceglie come luogo d’incontro la tutela del paesaggio, « Memorie di un urbanista» diventa un testo indispensabile.
Il libro è stato presentato al Ghetto di Cagliari, con un incontro organizzato dai Presidi del libro, cui hanno partecipato insieme all’autore Edoardo Salzano, anche Renato Soru, Sandro Roggio, e Gianvalerio Sanna che con il grande urbanista napoletano hanno lavorato alla realizzazione del Piano paesaggistico regionale. «La stesura del libro è iniziata dieci anni fa, e la ragione per cui l’ho scritto è emersa man mano che l’Italia cambiava in peggio - ha esordito Salzano - La cancellazione della storia nella testa degli italiani ha provocato cose terribili: la maggior parte dei giovani non sa nulla ed è convinta che tutto si riassuma nel presente. Questo vuol dire che non c’è alternativa ai Cappellacci che vediamo. Riconquistare la storia è un’operazione decisiva per dare spessore al passato e prospettiva al futuro».
Per rendere il suo pensiero azione concreta, Salzano cura personalmente il sito eddyburg.it dove discute tutto ciò che riguarda città e paesaggio, ma anche vita e poesia, in un’ottica che riunisce uomo e ambiente, lavoro e cultura, ed è oggi strumento operativo per amministratori, urbanisti, filosofi, ambientalisti, reti di cittadini. Il grande urbanista ha ricordato l’incontro con Soru che esponeva le linee guida del Piano: «La valorizzazione non ci interessa. Vorremmo che le coste della Sardegna esistessero ancora fra cento anni, che pezzi di territorio vergine ci sopravvivano». Un’intuizione che per l’ex presidente risale alla comprensione «del valore immenso del silenzio e del buio di uno stazzo intatto in Costa Smeralda. Oggi ho un solo cruccio: non aver avuto il tempo di lavorare sulle zone rurali interne».
Al piano sardo Salzano ha dato contributi d’idee e sensibilità ma anche la dimensione serena di un padre credibile, capace di tenere insieme studiosi di discipline estranee. Come ha spiegato Gianvalerio Sanna: «La grande povertà della Sardegna è una concezione proprietaria del terreno, che prima di essere tuo è un bene collettivo». Consapevole dei guasti attuali Salzano mantiene saldo l’ottimismo gramsciano e cita la scuola di Barbiana dove i giovani imparano che «Il mio problema è il problema di tutti, risolverlo da soli è avarizia risolverlo con gli altri è politica». La stessa politica che difende Tuvixeddu e la Riserva dello zingaro vicino a Trapani, un lembo di terra che la regione Sicilia voleva lottizzare fermata con una catena umana. È la cittadinanza attiva.