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Paolo Cacciari
Urbanistica popolare
4 Gennaio 2008
Segnalazioni e recensioni
Ancora un commento del libro Ma dove vivi?; e un pensiero per Gigi Scano. Sul settimanale Carta, n. 45 del 15 dicembre 2007

Edoardo Salzano, per noi, è sempre “il professore”. Non perchè abbia insegnato ai gruppi dirigenti di mezzo Pci l’abc dell’urbanistica e tanto meno perchè in lui ci sia il benché minimo atteggiamento professorale, ma proprio per la sua chiarezza espositiva, rigore disciplinare e, appunto, amore per la didattica. Per rendersene conto basta entrare in eddyburg.it , diventato uno dei siti di attualità urbanistica più aggiornati e visitati. Ora Eddy ci regala un piccolo gioiello: Ma dove vai? La città raccontata, Corte del Fontego, Venezia 2007, pp.118, euro 14,90, con annessa piccola bibliografia ragionata, glossario e una gustosa antologia di quasi aforismi di Lucrezio, Engels, il capo pellirossa di Seattle, Calvino e altri. Un compendio di storia dell’urbanistica – meglio, sulle “ragioni dell’urbanistica” - di immediata comprensione, rivolto a un pubblico non necessariamente esperto. Anzi, pensato proprio per i giovani, poiché all’autore “piacerebbe che (l’urbanistica) si insegnasse dalle scuole elementari”.

Dopo una vita lavorativa come docente all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia, nella cattedra che fu di Astengo, autore di Fondamenti di urbanistica. La storia e la norma (1998), intransigente osservatore di ogni operazione di trasformazione territoriale avvenuta nel nostro paese, per Salzano è naturale sentire il bisogno di ribadire ad un pubblico più vasto possibile la necessità della pianificazione urbana. Nonostante le pessime prove che la città ha subito dall’avvento del neoliberismo, dall’affermazione del capitale finanziario e dalla globalizzazione, per Salzano continua ad essere la “casa della società”. E’ nata con la missione di facilitare ed elevare la vita degli uomini e dovrebbe continuare a corrispondervi. Ma se la città è la nostra “seconda natura”, la materializzazione delle nostre scelte culturali, allora è impossibile separare la sua scienza (l’urbanistica) da quella del governo dei beni pubblici: la politica. “Nella sua sostanza il piano è l’espressione d’una volontà collettiva, quindi politica” (p.41). Così: “L’urbanistica è una parte della politica”, ed infatti – ricorda l’autore - hanno la stessa radice nelle nostre due lingue antiche: urbs e polis significano entrambe città. Il titolo (“Ma dove vivi?”) è un invito a prendere concretamente, individualmente coscienza delle ragioni che hanno determinato i diversi assetti territoriali nella storia delle popolazioni insediate e un invito a partecipare attivamente alle decisioni che investono il territorio.

Il libro è la descrizione della parabola dell’urbanistica nel nostro paese, dalle grandi speranze degli anni ’60, alla deregulation iniziata negli anni ’80; dai tentativi di riforma di Fiorentino Sullo, all’”urbanistica contrattata”; dall’idea di piano, agli immobiliaristi. Gli effetti catastrofici sono quotidianamente di fronte ai nostri occhi, e non solo in termini estetici. Lo spawl (leggo nel glossario: “letteralmente: sdraiarsi sguaiatamente”) urbano è anche inquinamento, congestione, segregazione… Nelle sua espansione senza pianificazione, la città esplode, mentre: “L’extraurbano è diventato terra di nessuno: luogo di attesa per l’ingresso, tramite la speculazione fondiaria, nel regno infetto dell’urbano, luogo dlele discariche, dell’esportazione degli scarti urbani, residuo esso stesso” (p.26). Vivere nelle moderne megalopoli aumenta le sofferenze. L’utopia fondativa della città dell’armonia, del benessere, della democrazia si è rovesciata nel suo contrario. Mi viene in mente Mike Davis Il pianeta degli slum. Ma Eddy non dispera, per lui sono così evidenti i vantaggi che si avrebbero riprendendo in mano la vecchia disciplina, che pare impossibile non tornare a quella “pratica di governo, quell’insieme di regole, strumenti e procedimenti con cui una comunità regola le trasformazioni fisiche e funzionali del suo territorio” (p.82). La città come “bene comune”, liberata dalla rendita fondiaria urbana, riaffidata a processi decisionali pubblici. Chissà se davvero qualche professore di scuola media vorrà adottare il testo di Salzano e chissà se qualche nostro sindaco e ministro vorrà tornare sui banchi di scuola.

Il volume non poteva essere dedicato che a Gigi Scano, recentemente scomparso, che in Eddy aveva trovato un maestro, un amico e un compagno di mille battaglie.

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