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Jolanda Bufalini
Jolanda Bufalini Alemanno e il cantiere infinito come ricetta salva-periferie
3 Dicembre 2010
Periferie
Il pubblico paga e il privato guadagna metricubi, nella logica dell’amministrazione Alemanno. L’Unità, 2 dicembre 2010

Viaggio a Tor Bella Monaca per immaginare il futuro di un mondo dove il degrado si mescola ad archeologia e verde. I nuovi metri cubi nei terreni del conte Vaselli. La minaccia alla sorgente dell’Acqua Vergine.

Prima tappa, viaggio sotto la pioggia in torpedone verso Tor Bella Monaca. All’appello hanno risposto nove dipartimenti e facoltà di architettura di Roma, Milano, Torino, Pescara, Parma, Venezia, Camerino, Napoli, Reggio Calabria. Tema: la proposta del sindaco di Roma Gianni Alemanno di demolire l’edilizia popolare degli anni Ottanta – «buttiamo giù l’architettura comunista », traduce Massimiliano Lorenzotti, presidente dell’VIII municipio - e ricostruire in stile «Garbatella» con l’aiuto dell’architetto lussemburghese Leon Krier. Seconda tappa (martedì nell’aulamagnadella facoltà di architettura a Fontanella Borghese a Roma), seminari di studio, terza: le proposte, a gennaio 2011. Gli studiosi delle periferie hanno parecchie perplessità su un’operazione che, solo con i materiali di demolizione, «riempirebbe l’intero stadio Olimpico », spiega Marta Calzolaretti, professore di progettazione alla Ludovico Quaroni di Roma.

GRA e A24, un incubo di traffico sotto la pioggia. Fa da guida Daniel Modigliani che è stato direttore dell’ufficio delle periferie e poi del nuovo Prg. C’è Renato Nicolini, c’è una piccola troupe con Pierpaolo Andriani e Roberto Giannarelli per le riprese video: il complesso del Municipio (studio Passarelli) con il cinema e il teatro è un inno – da poetica anni Settanta - al cemento nudo. Niente panchine, niente piante, niente passaggi coperti per ripararsi dalla pioggia. Primo appunto: demolire o curare la vivibilità degli spazi pubblici?

Anni Settanta, epocale manifestazione per la casa al tempo dei baraccati dell’Acquedotto Felice. Anni Ottanta, sindaco Luigi Petroselli, detto l’Etrusco o anche il Comunista, è il tempo dell’ultimo grande programma di edilizia popolare e agevolata. Nascono Corviale, Laurentino 38 e Tor Bella Monaca.

Tor Bella viene su in meno di due anni, 1982-1983. Roba da far impallidire il progetto CASE a L’Aquila. Case popolari, insediamenti privati e cooperativi. Però non ci sono servizi. Racconta Modigliani: nel progetto Isveur i servizi c’erano ma sulle aree espropriate al conte Vaselli si prevedevano gli alloggi ma non le infrastrutture. Il contenzioso del conte con il comune di Roma dura tuttora. E l’edilizia prefabbricata è un disastro dal punto di vista energetico.

Viale dell’Archeologia, il famigerato R5 con le sue tre grandi corti (architetto Barucci). Alle spalle c’è il rudere rugginoso del mercato mai entrato in funzione per l’ortofrutta ma perfetto per lo spaccio di stupefacenti. Non si è mai riusciti ad abbatterlo. Però,R5 hauno spettacolare panora-ma verso i Castelli. È Agro romano vincolato, tenuta Vaselli, sarà oggetto delle nuove edificazioni di Alemanno. «Così il conte si prepara a guadagnarci due volte», chiosa Renato Nicolini. Là sotto c’è una villa romana ed emerge, trattato come una discarica, il lastricato preromano della via Gabina. Al confine fra Agro e abitato piccoli orti e baracche sorvegliate dal latrato dei pit bull. Ma non c’è solo abbandono, anche i campi sportivi e la piscina.

Il rischio accertato è un ulteriore consumo di suolo: dagli attuali 77,7 a 97,7 ettari, da 28mila abitanti previsti attuali a 44mila. Cifre che spiegano l’arcano del presunto costo zero per l’amministrazione comunale a fronte di un miliardo di spesa: il pagamento è in cubature che passano da duea tre milioni e mezzo. L’operazione ideologica copre una gigantesca speculazione immobiliare, mentre sul comune ricadranno i costi di urbanizzazione e sociali. E l’espansione andrà a lambire la sorgente dell’acqua Vergine che sgorga sotto la cresta vulcanica dell’insediamento. La prospettiva sono tre anni di un immenso cantiere senza contare tutto il tempo necessario ai progetti e alla ricerca dei finanziamenti e senza che si sia risposto ad una domanda fondamentale: perché dovrebbe migliorare la qualità della vita delle persone, come si contrasterebbe la microcriminalità che affligge alcune zone del quartiere?

C’è un problema di degrado edilizio e gli spazi pubblici sono lande desolate, gli spostamenti dentro al quartiere si devono fare in macchina, mancano ciclabili, marciapiedi, servizi agli anziani e ai bambini. Marta Calzolaretti: «È a questi problemi che si deve rispondere e a quello del risparmio energetico, mentre nuovi alloggi potrebbero sorgere dove è già urbanizzato». E, se si allarga lo sguardo, Tor Bella Monaca fa parte di una città di 90mila abitanti con Torre Angela e Torre Gaia, Capanna Murata e Rocca Fiorita che sconfinano verso i Castelli. Un mondo pieno di ricchezze naturali e archeologiche che la presenza della seconda università a Tor Vergata ha profondamente modificato, attirando studenti e albergatori per chi usufruisce del Policlinico. Il cantiere del metro C entra nelle case. Ce n’è abbastanza per chiedersi quali problemi risolvano le casette basse di Alemanno a parte l’indubbio guadagno di chi si vedrà modificare le proprietà agricole in edificabili.

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