Fra i tanti lavori che negli ambiti più diversi Italo Insolera ha progettato e realizzato, ve n'è uno rimasto di necessità in ombra nei numerosi articoli comparsi a suo ricordo: quello del restauro e del recupero dell'antico. Ricordo come mi illustrasse con affetto particolare il ripristino filologico dei giardini sopra Villa Giulia a Roma, quelli che connettono la residenza di papa Ciocchi Dal Monte alla contigua Villa Borromeo, e quanto tenesse a quella verde reintegrazione che costituiva un altro passo avanti nel completamento del restauro del sistema delle Ville romane, da Villa Borghese fino a Villa Giulia.
In quell'ambito ebbe poi l'incarico di restaurare Villa Poniatovski (nobili polacchi innamorati della musica e musicisti più che amatoriali essi stessi, grandi amici di Rossini), in origine Sinibaldi, rimaneggiata dal Valadier e più tardi degradata e manomessa a cereria industriale. Vi girammo con lui un servizio per "Bellitalia" (Raitre) all'epoca curata da Fernando Ferrigno. Restauro durato a lungo e al quale concorse Francesco Scoppola che molti anni prima aveva studiato con Italo a Ginevra. Anche di quel significativo ripristino completato poco tempo fa Insolera parlava con affetto intenso. A quel punto al sistema delle ville mancava - e putroppo manca - all'appello soltanto Villa Strohl Fern lasciata dal nobile alsaziano alla Francia e dai francesi maltrattata come poche.
In questi siti, come a San Paolo alla Regola, Italo, lo voglio sottolineare, portò la sua grande conoscenza di storico di Roma e una precisa consapevolezza filologica , senza pretendere di "lasciare il segno", a differenza di tanti architetti suoi contemporanei. Un grande merito pure questo.