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Giuseppe Lo Bianco
Il rogo sfregia Pantelleria. «Sono i nemici del Parco»
31 Maggio 2016
Sicilia
«Danni incalcolabili. Il sindaco: “Atto criminale inaudito, dà fastidio che un nuovo ente controlli le risorse’’».

Il Fatto Quotidiano, 31 maggio 2016 (p.d.)

Vista dall’alto, era una macchia verde che dalla sommità di Montagnagrande si distendeva verso il mare di “Dietro isola’’, al Salto della Vecchia: ora è un mucchio di sterpaglie fumanti, centinaia di ettari di conifere, macchia mediterranea, lecci secolari e il vitigno di zibibbo protetto dall’Unesco andati in fumo su cui volteggia l’ultimo dei quattro Canadair che da tre giorni lavorano senza sosta su Pantelleria, in fiamme per “un atto criminale senza precedenti’’, come denuncia il sindaco Salvatore Gabriele che ha chiesto la dichiarazione dello stato di emergenza postando su You Tube un video in cui punta il dito sui piromani e chiede di non essere lasciato solo a fronteggiare l’emergenza: “Non saranno questi criminali – ha detto –a bloccare il processo di avanzamento culturale di un territorio che ha bisogno di affrancarsi da queste meschinità’’.

Le fiamme sono state appiccate nella valle tra Monastero e Sibà vicino a numerosi dammusi turistici e spinto dal forte vento di maestrale verso il versante meridionale dell’isola, tra Scauri e Salto della Vecchia. Alimentato da conigli, volpi e altri piccoli animali in fuga trasformati in torce viventi che andavano ad appiccare le fiamme oltre ogni sbarramento, il fuoco ha superato la perimetrale chiusa prudentemente al traffico minacciando una decina di case a Rekale, evacuate per l’aria resa irrespirabile dal fumo e arrivando quasi sugli scogli, davanti al mare. Dove, da tre giorni, i Canadair della Protezione civile attingono l’acqua per spegnere le fiamme (ne rimarranno due, da oggi, con dieci equipaggi, fino allo spegnimento totale) che hanno trasformato la “perla nera del Mediterraneo’’, nota per il suo ecosistema che ai turisti offre anche un bosco che degrada sul lago di Venere, in un mucchio di sterpaglie in cenere.

“Da casa mia, a Bukkuram – dice Pietro Bonomo, ex vigile del fuoco – vedo tre quarti della montagna bruciata. A mia memoria non ricordo un incendio di queste dimensioni’’. E in varie zone dell’isola si è dovuto fare ricorso ai gruppi elettrogeni messi a disposizione dall’Aereonautica militare. Il fuoco ha risparmiato la zona di riserva A ma i danni, denuncia Gabriele, “sono incalcolabili’’:“Siamo di fronte – dice – a un disastro ambientale e idrogeologico, è un attacco mirato e programmato di un gruppo di imbecilli e di criminali collegati a certe sacche di resistenza”, e cioè a chi si oppone all’istituzione di un Parco nazionale proprio nella zona colpita dalle fiamme. Un progetto, accusa il sindaco, che non piace a molti che vedono nel Parco un possibile concorrente nella gestione di risorse pubbliche. “Probabilmente – accusa il sindaco – la presenza di un altro ente che gestisce le risorse del territorio e ne controlla la destinazione ha suscitato fastidi e preoccupazioni. Ma noi siamo pronti, e lo stiamo facendo, a rispondere con denunce aperte e precise e non ci fermeremo. Anche il sostegno della popolazione è una buona ragione per andare avanti”.

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