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Giuseppe Lo Bianco
Favignana, ecco la rivolta verde contro la centrale: “Salviamo l’isola”
27 Luglio 2016
Sicilia
«Raccolta di firme contro l’impianto a gasolio alle Egadi».

Il Fatto Quotidiano, 27 luglio 2016 (p.d.)

Per elettrificare Favignana la Sea, la società che vende energia elettrica, vuole costruire una centrale con tre ciminiere alte 15 metri che emettono fumi prodotti da sette generatori a gasolio a 350 metri dal mare di Cala Azzurra e a 500 da quello del Bue Marino.
Ma prima che il progetto, già ritirato una prima volta, venga ripresentato 400 commercianti, residenti e villeggianti dell’isola hanno dichiarato guerra all’ecomostro proponendo, in alternativa, la realizzazione di un cavodotto di soli 7 km che collegherebbe Favignana a Trapani. Sono i firmatari dell’adesione a Greenegadi, che si preoccupa di proteggere una delle zone più belle dell’isola, tutelata dal Piano paesaggistico e dell’Area marina protetta delle Egadi.
Con gli obblighi europei che impongono lo smantellamento di tutte le centrali a combustibili fossili nel 2050, nell’isola i cittadini dicono no ai capannoni in cemento, ai silos, alla sala macchina con sette generatori attivi 24 ore al giorno per produrre 25 megawatt di energia. “È la prima volta – dice l’architetto Monica Modica, del comitato promotore – che a Favignana una comunità intera si trova coesa nel tutelare la propria terra”. Oltre all’energia elettrica, il cavodotto, su cui viaggia la fibra ottica, porterebbe anche Internet. “La connessione in media tensione (20KV) – spiega l’architetto – comporterebbe un investimento di 10 milioni di euro circa che genererebbe un risparmio annuale di circa 8 milioni di euro. Questa è la cifra che la Csea (Cassa Servizi Energetici e Ambientali) spende ogni anno per rimborsare il gasolio alle imprese elettriche minori di Favignana e Levanzo.
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