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Sara Scarafia
All’Ars la legge che “rottama” I centri storici da Palermo a Ibla
9 Marzo 2015
Sicilia
Un caso esemplare di antropofagiaculturale: una cultura e una civiltà, che per ignoranza sordida, perservilismo verso le parole vincenti del renzusconismo, e soprattuttoper compiacere i Mazzaró, distrugge se stessa. La Repubblica,ed Palermo, 3 marzo 2015

Un caso esemplare di antropofagiaculturale: una cultura e una civiltà, che per ignoranza sordida, perservilismo verso le parole vincenti del renzusconismo, e soprattuttoper compiacere i Mazzaró, distrugge se stessa. La Repubblica,ed Palermo, 3 marzo 2015

DEMOLIRE e ricostruire. Oggi pomeriggio approda all’Assemblea regionale un disegno di legge sui centri storici che, se approvato così com’è, darà la possibilità di abbattere e ricostruire nel cuore delle città siciliane, da Ortigia a Palermo, da Ragusa Ibla a Catania. Il ddl “Norme per favorire il recupero del patrimonio edilizio di base dei centri storici” è una proposta approvata al- l’unanimità in commissione Territorio e Ambiente che snellisce in modo sostanziale le procedure prevedendo la possibilità di intervenire, nella maggior parte dei casi, senza ricorrere a strumenti urbanistici ma con una semplice comunicazione seppur corredata di nullaosta e pareri. Una legge che prevede la «ristrutturazione totale mediante demolizione» finora non con- sentita nei centri storici. Prima di arrivare in aula il disegno di legge dovrà superare l’ultimo ostacolo:l’Anci ha chiesto una audizione last minute e l’ha ottenuta per oggi alle 10. «Incontreremo il presidente Leoluca Orlando», dice il presidente della commissione Giampiero Trizzino, Movimento cinque stelle.

L’Anci attraverso alcuni emendamenti presentati dal democratico Giuseppe Lupo – il termine per la presentazione è scaduto ieri a mezzogiorno, una cinquantina le proposte presentate – punta a non far valere le nuove regole nei centri storici della grandi città, quelli dotati di piani particolareggiati. Ma Trizzino avverte: «Il «Il ddl è stato già abbondantemente discusso, siamo pronti ad accogliere qualche suggerimento ma non a stravolgere lo spirito della legge». Del resto lo stesso Lupo assume una posizione morbida:«Èimportante che l’Anci venga ascoltata». Anche perché tra i firmatari del disegno di legge c’è il deputato del Pd Antony Barbagallo che milita nella sua stessa corrente. E che spiega: «La ratio è quella di sburocratizzare gli interventi nei centri storici per agevolarne il recupero. Nel nostro percorso in commissione abbiamo sentito tutti, dalle Soprintendenze alle asso- ciazioni e abbiamo ottenuto un largo consenso».

Ma cosa prevede in dettaglio il testo che arriva in aula? Anzitutto una classificazione minuziosa delle tipologie edilizie – di base, monumentale, moderna – ma anche un elenco dettagliato degli interventi ammessi. Ed è proprio all’articolo 3 che si prevede la possibilità di demolire il patrimonio edilizio non vincolato «previa acquisizione del permesso di costruire e del- l’autorizzazione della Soprintendenza». Gli edifici ricostruiti dovranno ricalcare quelli demoliti e dovranno essere «coerenti con il contesto». La legge prevede anche la possibilità di «accorpamenti edilizi» e di «ristrutturazione urbanistica con ridefinizione dell’assetto viario». «Significa – dice Barbagallo – che nei centri storici delle città, da Ortigia a Palermo, si potrà intervenire seriamente sui contesti edilizi fatiscenti attraverso piani particolareggiati che modifichino pure l’assetto viario».
Un’altra importante novità riguarda la possibilità di presentare programmi costruttivi di edilizia residenziale pubblica. «L’edilizia convenzionata in tempi di crisi è una risposte alle giovani coppie», continua Barbagallo che difende il provvedimento. «È una legge che finalmente interviene sul serio sui centri storici finora rimasti nel degrado, bloccati da una eccessiva burocrazia».

Ma le polemiche sono dietro l’angolo: diverse associazioni nelle scorse settimane hanno attaccato il ddl denunciando il rischio di «rottamazione» dei centri storici. «La legge – dice Trizzino – non abbassa assolutamente le tutele, ma velocizza il recupero. Abbiamo fatto nostri tutti i suggerimenti di Italia Nostra, a esempio. L’iter della legge è stato lungo e ci ha permesso di ascoltare tutti. Stupisce che l’Anci si sia mossa soltanto adesso».

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