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Steven Morris
Il Grande Fratello al centro commerciale
9 Gennaio 2012
Il territorio del commercio
Con le nuove “apps” spesa personalizzata, o servizi di orientamento per il consumatore: ma quanto si paga in privacy violata? The Guardian, 4 gennaio 2012 (f.b.)

Titolo originale: Shopping centre tracking system condemned by civil rights campaigners – Scelto e tradotto da Fabrizio Bottini

Le nuove tecnologie che seguono il consumatore mentre si sposta nei centri commerciali, rilevando il segnale dal telefono cellulare, sono entrate nel mirino delle associazioni per i diritti civili.

Con questi sistemi la direzione può acquisire dati su quanto a lungo ci si ferma nel centro, quali sono gli spazi preferiti o i percorsi per spostarsi dall’uno all’altro. Gli operatori rispondono che con queste tecnologie ci guadagnano sia il consumatore che i commercianti, ribadendo che non esiste alcun problema con la privacy dato che i dati sono anonimi.

Le associazioni replicano che però il consumatore non ha altra scelta se non quella di essere seguito continuamente. Nick Pickles, di Big Brother Watch, spiega: “L’unico modo per uscirne è quello di spegnere l’apparecchio. E non viene chiesto nulla sulla eventuale volontà di uscire dal sistema”.

Pickles aggiunge che ovviamente va bene se il singolo consumatore resta anonimo, però “Si ritiene automatico che lo shopping center abbia il diritto di seguire sempre i cellulari: secondo me è sbagliato”.

Con la tecnica FootPath ci sono una serie di apparecchiature di rilevamento sparse nel centro commerciale. Ciascuna raccoglie il segnale dei telefonini abilitati e può stabilire la posizione del cliente in un raggio di due metri. I dati raccolti vengono accumulati, elaborati, continuamente aggiornati.

Secondo la Path Intelligence, compagnia con sede in Hampshire che gestisce FootPath, con queste informazioni la gestione dei centri commerciali riesce a valutare quale composizione di esercizi funziona meglio, se e quanto le promozioni influiscono sul numero dei clienti, e calcolare al meglio gli affitti a metro quadrato delle superfici più redditizie. Può anche approfondire le conoscenze sulle migliori localizzazioni dei servizi di ristorazione, o dei bagni, ed è di aiuto nei casi di emergenza.

I rilevatori non sarebbero in grado di leggere i numeri telefonici, intercettare le chiamate, i messaggi, individuare gli utenti. La Path Intelligence spiega di essersi consultata con le autorità di controllo per verificare che non si violi la privacy. Però rifiuta di rivelare quanti e quali siano i centri commerciali del paese che hanno adottato il sistema. Si limita a specificare che esiste in sette paesi diversi. Ma uno dei centri che lo hanno adottato è Princesshay a Exeter [per inciso un centro a localizzazione in centro storico molto innovativo ideato da Thomas Sharp nel 1946, il nome deriva dalla allora “principessa” Elisabetta, n.d.t.], dove un piccolo cartello recita: “Per migliorare il servizio alla clientela seguiamo l’uso dei telefoni cellulari, che ci aiuta a capire come viene utilizzato il centro. Non si raccolgono dati personali”.

Ma la clientela non si fida. Dave Jones, in giro per saldi, spiega: “Mi pare una invasione della privacy, qualunque cosa dicano sull’anonimato. Non mi piace l’idea di qualcuno che rileva il segnale del mio telefonino mentre me ne vado per i fatti miei. Dà qualche brivido”. Wayne Pearce, direttore del centro, replica: “I dati anonimi che raccogliamo ogni settimana ci aiutano a seguire i flussi delle presenze, i tempi di permanenza, i modi d’uso del centro commerciale. Il che rende poi possibile decidere su eventuali modifiche nella composizione dell’offerta, migliori servizi, uso mirato del personale addetto per rispondere al cliente, a evitare punti di congestione e migliorare la sicurezza per tutti”.

Gus Hosein, direttore responsabile di Privacy International, osserva infine: “Il solo fatto di notificare che il cliente è seguito in ogni suo spostamento non assolve certo la Path Intelligence e le direzioni dei centri commerciali che hanno installato il sistema. Si tratta di un grave attentato alla privacy, almeno finché non sarà introdotta la possibilità di sconnettersi dal sistema”

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