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Whitney Gould
Il futuro è nel pensiero regionale
11 Dicembre 2005
Articoli del 2004
L'esatto opposto del nostro italico "federalismo" di separazione e particolarismi, il regionalismo della regione dei Grandi Laghi vuole unire città e campagna, distretti terziari e suburbio. Un breve quanto interessante articolo dal Milwaukee Journal Sentineldell'8 novembre 2004 (fb)

Titolo originale: Regional thinking is the way of the future – traduzione per Eddyburg di Fabrizio Bottini

Tutti parlano di cooperazione regionale. Ma quando si tratta di fare davvero qualcosa ci sono un milione di scuse per mantenere le cose come stanno.

E questo, come ci dice l’uomo d’affari di Chicago Frank Beal, mette a rischio intere regioni. Beal è direttore operativo di “Chicago Metropolis 2020”, un’organizzazione non-profit che esiste da cinque anni e promuove il regionalismo dentro e attorno la Windy City.

In un recente discorso al Public Policy Forum di Milwaukee, ha toccato un tema che merita un uditorio molto più vasto. La necessità di cooperazione sui problemi della casa a buon mercato, del miglioramento dei trasporti pubblici, dell’istruzione nei primi anni per i bambini, di politiche urbanistiche che scoraggino lo sprawl, di riforme legislative che promuovano misure alternative al carcere.

Io gruppo di Beal sta sviluppando strategie su tutti questi fronti, con un forte sostegno da parte del mondo degli affari di Chicago: e tutto questo nonostante le 1.300 distinte entità di governo che si occupano della regione.

Perché c’è fretta? Entro i prossimi 50 anni, il 71% della popolazione U.S.A. vivrà in otto “super-città”, compresa la regione dei Grandi Laghi che include Chicago e Milwaukee. Chi si prepara in modo efficiente, dice Beal, vincerà sui mercati globali. Gli altri, avverte, saranno lasciati indietro, con diseguaglianze economiche, più criminalità, più segregazione razziale, e più sprawl.

Utilizzando l’esempio della Detroit desertificata, Beal conclude: “Non si può avere una regione forte se se ne lascia fuori una parte”.

Quali sono le possibilità di successo per un approccio inclusivo nell’area di sei contee di Milwaukee, con le sue 254 entità di governo? Si può essere scoraggiati se si considerano, ad esempio, i tremendi progetti statali per l’espansione di autostrade che favoriranno lo sprawl, e le regole di azzonamento suburbane che ostinatamente impediscono la realizzazione di case a prezzo accessibile aumentando la distanza fra chi cerca lavoro e i posti di lavoro.

Ma alcune cose mi danno qualche speranza. Al contrario delle relazioni spesso difficili fra città e suburbio dei sindaci di Milwaukee precedenti, quello attuale Tom Barrett, sembra dare il benvenuto ad una maggiore cooperazione regionale. Le sue capacità diplomatiche possono servire bene alla causa.

Ancora, il Public Policy Forum ha fatto del regionalismo una delle sue priorità, promuovendo studi sui modi di attenuare le disparità fiscali nell’area metropolitana, sviluppare una prospettiva regionale su temi che vanno dallo sviluppo economico all’abitazione, ad una migliore gestione delle risorse idriche.

Il presidente del Forum Jeff Browne mi racconta come anche se la comunità economica qui non è ancora mobilitata come a Chicago, c’è un rinnovato interesse alla cooperazione fra funzionari delle amministrazioni nell’area metropolitana, magari a partire da questioni non molto controverse, come l’assicurarsi una buona quota dei fondi statali per il turismo.

E infine, c’è la piccola ma crescente popolazione di abitanti suburbani (molti dei quali benestanti senza figli) che si stanno spostando verso il centro. Conoscono meglio degli altri i mali di testa da pendolarismo, e ora hanno un interesse diretto alla salute della città, con tutti i suoi vari elementi compatti di attrazione. I sostenitori del regionalismo faranno bene ad incanalare l’energia portata da questi nuovi venuti.

Non avrei mai pensati di citare un economista conservatore, ma parafrasando Milton Friedman, verrà un tempo (più presto che tardi, spero) in cui gli abitanti della città e quelli del suburbio diranno :”Adesso siamo tutti regionalisti”. Nota: qui il testo originale al sito del Milwaukee Journal Sentinel online (fb)

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