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Maurizio Giannattasio
Galleria, orario allungato e musica della Scala
22 Aprile 2013
Territorio del commercio
Politiche urbane e dei tempi distinguono un approccio privatistico e uno progressista (con tutte le imperfezioni del caso) agli ambienti del consumo come spazi pubblici.

Politiche urbane e dei tempi distinguono un approccio privatistico e uno progressista (con tutte le imperfezioni del caso) agli ambienti del consumo come spazi pubblici. Corriere della Sera Milano, 22 aprile 2013 (f.b.)

Apertura prolungata fino alle 22, diffusione di musica classica e lirica in determinate fasce orarie, pagamento degli straordinari ai vigili per un maggior controllo negli orari notturni, iniziative per incentivare i giovani. Rivoluzione in Galleria. Comune ed esercenti hanno trovato l'accordo per rivitalizzare il salotto di Milano al netto di tutti i problemi che bisogna ancora risolvere(leggi rivisitazione delle convenzioni e proposte come quelle di Altagamma). L'assessore alle Attività produttive, Franco D'Alfonso ha incontrato a Palazzo Marino tutti i rappresentanti dei commercianti della Galleria. La collaborazione ha funzionato

Quattro i punti su cui si è trovato l'accordo. Il primo: tenere le serrande aperte almeno fino alle 22. Tanti pubblici esercizi (leggi bar e ristoranti) lo fanno già. Tutti gli altri chiudono inesorabilmente tra le 19 e 30 e le 20. «È assurdo - attacca l'assessore - che un luogo del genere, frequentato da milioni di persone, chiuda perché la struttura commerciale è antiquata. La risposta è arrivare a un'apertura concordata fino alle 22». «Comprendiamo bene la richiesta dell'assessore D'Alfonso - replica il consigliere delegato dell'associazione il Salotto, Pier Galli - e ci stiamo muovendo gradualmente. Prima l'apertura sarà su base volontaria, poi verrà inserita come condizione nei nuovi contratti».

Altra iniziativa: la diffusione di musica in Galleria. In certe fasce orarie e con dei limiti ben precisi. Solo classica e lirica. Niente rap o rock. Magari con un link diretto con la vicina Scala. «Sarà un impianto - continua Galli - che non sarà minimamente impattante sul complesso monumentale e che diffonderà musica solo in certi momenti della giornata». E arriviamo al capitolo sicurezza, soprattutto nella fascia notturna. In un primo momento i commercianti avevano pensato di ingaggiare degli steward privati in contatto diretto con le varie forze dell'ordine. «Poi - prosegue il rappresentante di Confcommerio - abbiamo optato per un'altra soluzione: contribuire al pagamento degli straordinari della polizia municipale. Anche perché gli steward possono avere un potere dissuasivo, ma non possono intervenire direttamente o sequestrare la merce degli abusivi».

Ultima decisione: «Una delle grandi pecche della Galleria - attacca D'Alfonso - è che allontana i giovani. Per due motivi: ha un'immagine un po' fané e i costi dei pubblici esercizi sono molto alti. Bisogna fare delle iniziative per attrarre i giovani. La Galleria deve tornare quella di un tempo, dove andavi a discutere e non solo a comprare». Prima iniziativa: menù scontati per i più giovani.
Commercianti e Palazzo Marino hanno trovato anche un altro punto d'intesa. Riguarda la proposta che Altagamma starebbe (ri)preparando per la gestione della Galleria: «Ci siamo molto meravigliati - continua Galli - che Altagamma non tenga in nessuna considerazione chi c'è già in Galleria, chi paga gli affitti al Comune, chi risiede nel complesso monumentale e a cui piacerebbe rimanere. È una mancanza di rispetto».

Una prima risposta arriva dallo stesso D'Alfonso: «Bisogna mettersi bene in testa che la Galleria è un bene civico ed esclude tutte le privatizzazioni o le gestioni separate di cui si favoleggia. Noi siamo per operazioni molto "milanesi" e non per quelle di chi arriva e si vuole portare via la roba».
Dove l'accordo non c'è e difficilmente si troverà è invece la questione nodale delle concessioni e dei subentri. Dove girano milioni di euro tra privati e il Comune, proprietario dell'area, si deve accontentare del canone raddoppiato. Come nel caso di Versace pronto a subentrare all'argenteria Bernasconi con 15 milioni di euro. «La delibera del 2012 - conclude Galli - parte dal presupposto che queste forme di subentro esistono in tutto il mondo, Milano compresa. E proprio per questo motivo ha messo dei paletti. L'ultima parola spetta a Palazzo Marino. Inoltre chi subentra ha un canone raddoppiato e ha la stessa scadenza di chi ha lasciato. Quindi il pubblico ha sicuramente una convenienza economica. Altro che danno erariale. La Corte dei Conti dovrebbe intervenire se operazioni del genere venissero bloccate».

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