Il nuovo piano di Parigi (Plan Local d’Urbanisme): come coniugare sviluppo, solidarietà e qualità ambientale costruendo strategie condivise e partecipate, e definendo innovative regole non contrattabili
In ottemperanza ai dettami della nuova legge urbanistica francese (SRU, 2000-1208), nell’ottobre del 2001 è stata avviata la revisione del piano di Parigi. Il PLU, che sostituirà il POS, ha già realizzato i tre passaggi cruciali previsti per legge: la Diagnostic, il PADD che ha messo a fuoco le linee strategiche dell’amministrazione, le prescrizioni regolamentari che si applicheranno al territorio comunale.
Le regole per l’uso dei suoli rappresentano dunque l’ultima tappa di un processo che è scaturito sia “dall’alto” che “dal basso”. Gli orientamenti generali sono stati indicati dalle linee guida contenute nello Schéma Directeur de la Region Ile-de-France (che in virtù dell’articolo L. 141-1 del Code de l’Urbanisme ha gli effetti di una Directive Territoriale d’Aménagement, con la quale pertanto i piani urbanistici comunali devono risultare compatibili) e dalle note del Prefetto concernenti la Revisione del PLU parigino. Ma le regole del PLU costituiscono soprattutto la ricaduta operativa di un vero e proprio “progetto di città” che, secondo le parole del sindaco Delanoë, ha l’ambizione di riequilibrare il territorio parigino ”en rupture avec le passé”: un progetto che si propone di migliorare sensibilmente la qualità della vita quotidiana, promuovere lo sviluppo e l’occupazione, attenuare gli squilibri esistenti in direzione di un modello di città più solidale.
La Diagnostic urbaine ha evidenziato le contraddizioni prodotte dalle scelte urbanistiche della amministrazione Chirac: la eccessiva concentrazione di funzioni ed iniziative edilizie nei quartieri dell’Est e del Nord-Est parigino, l’espulsione progressiva di gruppi sociali e funzioni deboli, la eccessiva specializzazione terziaria e il progressivo imborghesimento della popolazione.
Il PLU parigino estende le sue competenze rispetto al POS vigente: esso ricomprende infatti le ZAC (i grandi progetti affidati a società di economia mista), ad evitare la proliferazione incrementale di progetti in deroga svincolati da una quadro di coerenza complessiva. Ha inoltre predisposto un complesso apparato normativo-regolamentare (su alcune problematiche ritenute di rilevanza cruciale nel breve e medio periodo) la cui legittimazione è stata perseguita attraverso una impegnativa strategia di comunicazione/coinvolgimento continuo della cittadinanza e degli attori lungo tutto il processo di costruzione del piano: dal 2001 al 2004.
Il PLU è stato anche l’occasione, peraltro ben radicata nella prassi urbanistica delle amministrazioni locali delle grandi città francesi e delle loro Agences d’Urbanisme, per un impegno poderoso in termini di analisi, prospezioni, studi di settore, elaborati cartografici (“14 chili di documenti”, sottolineano con malcelato orgoglio i siti ufficiali dedicati al PLU).
Il piano, dopo alcune vivaci sedute che hanno prodotto emendamenti migliorativi sensibili, è stato approvato dal Consiglio Comunale il 2 febbraio 2005: conclusa l’inchiesta pubblica e pubblicati i risultati, la sua adozione definitiva è prevista entro il primo semestre del 2006. Una volta adottato, si sostituirà al POS (Plan d’Occupation des Sols) del 1977(revisionato nel 1989 e nel 1994).
Su alcuni aspetti qualificanti del PLU di Parigi, diamo qui di seguito una descrizione sintetica, allegando alcuni file in pdf tratti dai siti ufficiali e alcuni suggerimenti per una navigazione più di dettaglio per il lettore interessato all’approfondimento.
Il piano di Parigi ha tre obiettivi: 1. “Rendere la città più bella”, 2.“Salvaguardare la diversificazione sociale e lottare contro le disuguaglianze”, 3.“Sviluppare l’occupazione”
1. Con il primo obiettivo si intende rafforzare l’identità parigina salvaguardando il suo patrimonio architettonico, sviluppando la dotazione di verde urbano, promuovendo una architettura di qualità, limitando la circolazione delle automobili. Per il patrimonio costruito la tutela si estenderà dai 1900 monumenti e siti eccezionali protetti dallo Stato a 4.000 nuovi edifici individuati dai consigli di quartiere e dalle associazioni di base. Per il verde urbano, il PLU prevede 30 ettari di nuovi giardini e la salvaguardia dei 200 ettari di giardini privati esistenti. Si conferma una altezza massima per le nuove costruzioni che non superi i 18-37 metri a seconda dei quartieri (salvo deroghe eccezionali consentite soltanto a condizione di una sistematica consultazione degli abitanti: un “compromesso” cui si è giunti fra i Verdi, schierata a favore di un rigido controllo delle altezze degli edifici e il sindaco, più possibilista). Per ridurre l’uso dell’automobile, si conferma il piano di estensione delle corsie dedicate esclusivamente ai trasporti pubblici, delle piste ciclabili e delle aree pedonali; gli standard di parcheggi vengono ridotti: un posto auto per 100mq. di superficie abitativa e nessun obbligo di realizzazione di posti auto per interventi residenziali inferiori a 1.000 mq. (10-12 alloggi) e per uffici, commercio e grandi servizi.
2. Con il secondo obiettivo, il PLU dà priorità alla realizzazione di abitazioni nei quartieri del Centro e dell’Ovest eccessivamente terziarizzati, e in particolare all’edilizia sociale. Per quest’ultima le disposizioni regolamentari approvate nel febbraio prevedono che, all’interno di identificati perimetri “di deficit”, si applichi una quota obbligatoria del 25% per tutte le nuove iniziative immobiliari superiori a 1.000 mq di superficie: una regola avversata dall’opposizione che voleva fissare la soglia minima a 4.000 mq., ma approvata dal Consiglio Comunale.
3. Per sviluppare l’occupazione (un problema prioritario per il PCF), il PLU concentra nuove opportunità insediative nelle zone più fragili (il Nord, l’Est e il Sud), introducendo un sistema di premi edificatori per nuove costruzioni o interventi di recupero del costruito destinati a uffici, laboratori di ricerca, artigianato e commercio al dettaglio in stretta integrazione con le nuove destinazioni per abitazioni, spazi verdi e servizi di prossimità. In particolare, regole precise e impegnative riguardano la salvaguardia del commercio al dettaglio lungo gli assi a forte vocazione commerciale.
Il piano di Parigi ha costituito l’occasione per un esteso esercizio di democrazia locale
Si è proprio in questi giorni conclusa l’inchiesta pubblica avviata ufficialmente il 13 maggio 2005: nelle mairies degli arrondissements parigini i cittadini hanno potuto consultare i dossier e la cartografia del PLU, ricevere ragguagli ed esprimere pareri e valutazioni qualitative.
Nel terzo trimestre 2005 sarà elaborato un rapporto in merito ai risultati dell’inchiesta pubblica e nel primo semestre 2006 il consiglio comunale approverà definitivamente il piano.
Ma tutto il processo di elaborazione del PLU è stato accompagnato da iniziative di concertazione pubblica: sia in fase di Diagnostic, che nella definizione degli obiettivi strategici del PADD (in particolare attraverso gli “Stati Generali dell’urbanistica” che si sono tenuti nel giugno 2003), che in concomitanza con la elaborazione della cartografia e delle norme tecniche di attuazione. Il PLU ha costituito l’occasione per sperimentare per la prima volta a Parigi un modello di esteso coinvolgimento della popolazione, per meglio mettere a fuoco le ambizioni collettive di un progetto per la città che vuole proiettarsi oltre la durata prevista per legge per il PLU (dieci anni), ragionando in una prospettiva ventennale e facendosi carico con consapevolezza della eredità da trasmettere alle generazioni future.
Sia nella fase della Diagnostic urbaine che nella elaborazione del PADD, gli incontri con i cittadini, gli attori economici e sociali, gli esperti sono stati continui: presso le mairies degli arrondissements e presso i 121 consigli di quartiere, in diverse occasioni pubbliche e con una articolata ed esauriente disseminazione di pubblicazioni e informazioni via Internet.
In particolare: presso il Pavillon de l’Arsenal (l’urban center di Parigi) è stata costituita la “Maison du PLU; sono stati pubblicati regolarmente i “Cahiers du PLU”; si è somministrato un questionario a tutti i cittadini nel giugno del 2004 i cui risultati sono stati inseriti sul sito ufficiale del comune.
( www.paris.fr > Urbanisme&Logement > Elaboration du Plan Local d’Urbanisme > Concertation)
La normativa del piano di Parigi: quattro tipologie territoriali (grandes zones), 14 dispositivi regolamentari.
La cartografia a scala 1/2000 (più dettagliata di quella del POS vigente che è a scala 1/5000) copre l’intero territorio comunale (eccetto i settori sottoposti a tutela statale: Marais e Settimo Arrondissement); costituisce il quadro di riferimento regolamentare stabile per le trasformazioni insediative, anche se prevede dei meccanismi di flessibilizzazione alla scala del quartiere; persegue due grandi obiettivi generali: una migliore tutela e valorizzazione ambientale e una maggiore diversificazione funzionale locale.
I principi di zonizzazione si articolano su quattro grandi tipologie insediative:
- la Zona Urbana Generale (U.G.) che copre la maggior parte del territorio comunale ed è regolamentata dalla fissazione del COS massimo (3mq./mq rispetto a 3,75mq./mq. del POS attuale), da regole morfologiche relative alle altezze e ai volumi degli edifici, e da premi e disincentivi volumetrici volti a promuovere la diversificazione e il riequilibrio del mix funzionale locale (COS intégré); la Zona dei Grandi Servizi Urbani (G.S.U.) che riguarda tutti i servizi di rilevanza comunale che richiedono criteri di localizzazione e di progettazione mirati; la Zona Urbana Verde (U.V.) che individua tutte le aree a vocazione ecologica e ricreativa; la zona naturale e forestale del Boi de Boulogne e del Boi de Vincennes (N) cui si applicano regole di salvaguardia e di rigenerazione.
I dispositivi regolamentari riguardano, fra gli altri, le destinazioni d’uso ammesse o vietate; le quote di edilizia sociale da realizzare sulla base dei deficit stimati a livello di quartiere; la viabilità e la sosta; i servizi a rete; le altezze degli edifici e il trattamento estetico degli edifici e delle facciate; la tutela degli spazi aperti e, in particolare, degli spazi verdi e protetti, i coefficienti edificatori massimi ammissibili.
( www.paris.fr > Urbanisme&Logement > Elaboration du Plan Local d’Urbanisme > Du POS au PLU > Présentation générale du reglèment)
Il piano di Parigi: regole cogenti per la salvaguardia del commercio tradizionale
La Enquête Globale de Transport del 2001-2002 ha confermato un importante punto di forza di Parigi in termini di vivibilità e di sostenibilità: il 67% degli spostamenti per fare acquisti si effettua a piedi e il 24% con i mezzi pubblici, mentre soltanto il 7% avviene con l’uso del mezzo privato. La quota degli spostamenti a piedi sale all’88% per l’acquisto di beni di prima necessità.
Il PLU introduce regole strette per garantire un’offerta commerciale diversificata, proteggendola dalla concorrenza dei grandi centri commerciali attestati alle porte di Parigi e da indesiderabili cambiamenti della destinazione d’uso: per 230 km. di assi commerciali (il 16% delle strade parigine), individuati in fase di Diagnostic urbaine come significativi per diversificazione merceologica ed attrattività, si impone la conferma della destinazione d’uso dei piani terra a funzione di commercio al dettaglio per tutti i progetti di nuova edificazione o di recupero. Una regola particolare riguarda la salvaguardia delle botteghe e dell’artigianato alimentari più minacciati (macellerie, pescherie, rivendite di formaggi): essa riguarda 20 km. di assi commerciali specializzati (il 20% dell’artigianato alimentare parigino) dove non sarà consentito un cambiamento della specializzazione merceologica e produttiva.
Nota: allegati di seguito due gruppi di files PDF, un primo di documenti esplicativi di fonte Apur (Atelier Parisien d’URbanisme); un secondo di tavole, dal sito municipale Urbanisme&Logement dedicato al Piano (m.c.g.)
APUR Assurer la diversité du commerce
APUR Développer le végétal...
APUR Produire des logements sociaux à Paris
APUR Protéger le patrimoine..
Deficit logement
Equilibre emploi-habitat
Hauteurs
Végétale en UG
Zonage