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Andrea Senesi
Comune: «Quartieri degradati? Abbattiamo i vecchi palazzi»
27 Agosto 2010
Periferie
Il capoluogo lombardo quando si tratta di pericolose sciocchezze urbanistiche non vuole essere scavalcato a destra da nessuno. Corriere della Sera ed. Milano, 27 agosto 2010 (f.b.)

Anche Milano ha la sua Tor Bella Monaca. È il Giambellino, quartiere di case Aler d’inizio secolo, d’immigrati vecchi e nuovi, di alloggi popolari e di degrado. Troppo degradato per sperare di cambiarlo. «Stiamo verificando se ci sono situazioni che possano richiedere interventi di questo tipo», dice Letizia Moratti, in visita a una casa confiscata alla mafia e assegnata a un’associazione non-profit, e rispondendo a una domanda dei cronisti sul tema di eventuali demolizioni dei quartieri più a rischio. Il sindaco non fa nomi, e anzi, subito dopo, ingrana la retromarcia: «Verificheremo, valuteremo, studieremo. Al momento comunque non c’è nessun progetto concreto». Sono però i suoi assessori a confermare che Palazzo Marino è intenzionato a seguire la via «romana » . L’assessore alla Casa, Gianni Verga, cita un precedente che può fare scuola: «Via Fetrinelli. Per togliere l’amianto dalla case bianche abbiamo trasferito un bel numero d’inquilini. Tra pochi mesi interverremo nelle torri di via Tofano, a Baggio. E poi nelle casette di via Barzoni al Corvetto».

Ma la vera sfida si chiama Giambellino-Lorenteggio. Verga conferma che si tratta di una soluzione ancora da studiare e da verificare, ma l’intenzione è quella: «Lì, al Giambellino, gli alloggi Aler sono troppo fatiscenti e degradati. Ristrutturare rischierebbe di essere uno sforzo inutile». L’idea allora è di demolire con chirurgica precisione. «Interventi mirati, non vogliamo mica distruggere un intero quartiere», assicura l’assessore. Si lavorerà di bisturi prima d’azionare le ruspe.

L’assessore all’Urbanistica, Carlo Masseroli, dice che «per ora il tema è solo quello di realizzare nuovi alloggi popolari in sostituzione di quelli più non più riqualificabili». «Via Cogne, via Civitavecchia, via Ovada: potremmo prevedere di riservare una quota delle case convenzionate in realizzazione proprio a chi dovrà traslocare dai vecchi quartieri Aler». D’accordo «in linea di principio» anche il vicesindaco Riccardo De Corato. Che mette però l’accento sulla necessità di trovare soluzioni condivise con i residenti sfrattati «causa degrado»: «La mappa dei quartieri a rischio è facile facile», suggerisce: «Stadera, Corvetto, San Siro. Solo per fare tre nomi di altrettante zone dove le case Aler sono ormai troppo vecchie».

Insorge intanto l’opposizione. Roberto Cornelli, segretario metropolitano del Pd, è durissimo: «Le periferie di Milano hanno bisogno di servizi e attenzione alla qualità della vita. Dopo 5 anni di governo è allarmante che il sindaco Moratti voglia abbattere interi quartieri e non precisi nemmeno di quali luoghi stia parlando».

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